Con
il conteggio dei voti degli italiani all'estero, anche
al Senato, l'Unione ha la maggioranza con
158 seggi, contro i 156 della CDL, da definire con chi passerá
il senatore indipendente
Berlusconi lancia
la Grande Coalizione
e contesta il voto
Prodi: "Governerà il centrosinistra"
La replica del centrosinistra
all'intervento del premier dopo i risultati Prodi: «Nessuna intesa,
governeremo noi» D'Alema sulla grande coalizione: «Impraticabile».
La nota dell'Unione: grave insinuare che l'esito
del voto sia stato falsato
ROMA - Nessuna Grande coalizione, governerà il
centrosinistra. E' Prodi stesso a respingere l'ipotesi
di una grosse koalition evocata da Silvio Berlusconi
nel suo intervento sui risultati elettorali. «Ci
siamo presentati alle elezioni con una coalizione
precisa e la legge elettorale ha assegnato un numero
di parlamentari alla Camera e al Senato che ci permette
di governare» ha precisato perentorio il Professore
uscendo da piazza Santi Apostoli, rispondendo ai
giornalisti che gli chiedevano un commento alla proposta
avanzata dal premier uscente. «Lui è il
primo ministro, il ministro dell'Interno è del
suo governo, la legge elettorale l'ha voluta lui.
Adesso mi sembra che sia ora di non recriminare perché è proprio
fuori posto» ha replicato il leader dell'Ulivo
replicando alle parole di Berlusconi sulla regolarità delle
votazioni.
DS E D'ALEMA: «NESSUNA GRANDE COALIZIONE»-
La segreteria Ds respinge l'ipotesi di una grosse
koalition evocata dal presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi. «Il caso Germania - ha detto al
termine della riunione Maurizio Migliavacca - è stato
evocato a sproposito. C'è una maggioranza
alla Camera e una al Senato. C'è un risultato
chiaro bisogna prenderne atto». E poi, si chiede
il dirigente Ds, «se c'è una contestazione
sull'esito delle votazioni come si può chiedere
una grande intesa?».
Sulla grande coalizione alla tedesca auspicata da
Berlusconi è intervenuto direttamente anche
Massimo d'Alema, protagonista con Tremonti della
puntata di Porta a Porta di questa sera: «Non
ritengo che sia una proposta concretamente praticabile» ha
tagliato corto il presidente diessino. «Non
ci sono le condizioni politiche - ha osservato ancora
D'Alema - credo che chi abbia vinto le elezioni anche
per poco abbia il diritto-dovere di governare».
«FALSIFICANO LA REALTA'» - Poco prima
era stato il coordinamento dell'Ulivo in una nota
a stigmatizzare il comportamento del Polo: «E'
grave insinuare che l'esito elettorale sia stato
falsato o manipolato e ciò dimostra la volontà di
sovvertire l'ordine reale dei fatti: la vittoria
indiscutibile del centrosinistra». Poi il contrattacco: «Falsificare
la realtà è un arte applicata a pieno
dal governo uscente di Silvio Berlusconi. La conferenza
stampa di questo pomeriggio organizzata dai partiti
della Casa delle Libertà mortifica ancora
una volta il governo e le istituzioni, riducendolo
a mero uso di propaganda politica» si legge
nella nota. L'Unione ha quindi rivolto al premier
uscente l'invito ad accettare «la legge elettorale
imposta dal centrodestra: oggi, con un solo voto
in più si vince».
11 aprile 2006
Ieri.....
Senato in bilico
Camera
all'Unione
Gioranta al cardiopalma tra
exit poll, proiezioni e conteggio dei voti reali
Elezioni: Camera all'Unione, Senato in bilico Il
centrosinistra ha la maggioranza a Montecitorio,
ma la Cdl è in vantaggio a Palazzo Madama.
Decisivi i voti degli italiani all'estero
Il
leader dell'Unione, Romano Prodi
ROMA - L'Italia si scopre spaccata in due, ancora più di
quanto non si potesse immaginare alla vigilia del voto.
Ma un dato è certo: seppure con uno scarto molto
ridotto di circa 25 mila voti l'Unione ha conquistato
la maggioranza alla Camera: il premio di maggioranza
consente al centrosinistra di conquistare 340 deputati
su 630. Ancora in bilico, invece, il Senato, dove al
termine dello scrutinio del voto in Italia la situazione è di
un vantaggio del centrodestra che si traduce in una
maggioranza di un solo senatore: sono 155 i seggi conquistati
dalla Cdl contro i 154 assegnati al centrosinistra.
Decisivi per determinare l'effettiva maggioranza dell'assemblea
di Palazzo Madama saranno dunque i risultati del voto
degli italiani all'estero: le loro scelte contribuiranno
ad assegnare altri 6 senatori che potrebbero fare la
differenza. Questi risultati hanno permesso all'Unione
di annunciare la vittoria, affermazione contestata
dagli avversari della Cdl.
SENATO - Lo spoglio dei dati del Senato è andato
molto a rilento. Il dato definitivo, ma solo per quanto
riguarda il voto in Italia, è arrivato all'1,30
quando sono terminati gli scrutini nelle diverse regioni
e sono stati assegnati i relativi premi di maggioranza
regionali. Il risultato finale è stato, appunto,
quello di 155 seggi per il centrodestra e di 154 per
il centrosinistra. L'Unione confida tuttavia in un buon
risultato proveniente dai cinque continenti: i primi
risultati danno infatti in vantaggio la lista prodiana
(poco meno del 48%, a fronte del 24% di Forza Italia,
a un sesto dello scrutinio, ma per i risultati definitivi
bisognerà attendere la mattina di martedì).
CAMERA - Il risultato della Camera è invece
arrivato attorno alle 2,30, quando è stato chiaro,
con le ultime 130 sezioni ancora da scrutinare, che
il vantaggio dell'Unione non sarebbe stato colmato
dalla Cdl. Anche alla Camera ci sono 12 seggi dedicati
agli italiani all'estero, che tuttavia risultano di
fatto ininfluenti. Il sistema elettorale prevede infatti
un premio di maggioranza tale che non può essere
rovesciato da un eventuale plebiscito a favore di uno
dei due schieramente da parte degli elettori sparsi
per il mondo.
I PRIMI DATI - La giornata dello scrutinio è stata
però molto convulsa e controversa, con gli exit
poll che già a partire dalle 15 davano l'Unione
nettamente in vantaggio. Ma questo scarto è stato
a mano a mano ridimensionato con il passare delle ore.
Dopo la diffusione dei primi exit poll Romano Prodi
sembrava avercela fatta, con l'Unione in netta maggioranza
sia alla Camera sia al Senato. L'afflusso dei primi
dati reali (■ Guarda lo scrutinio in tempo reale)
ha però iniziato a raffreddare gli entusiasmi
del centrosinistra e a ringalluzzire quelli della Cdl,
convinti di potere strappare quantomeno un pareggio,
con la conquista di una maggioranza, seppure risicata,
all'assemblea di Palazzo Madama. Tutti i leader, a
partire dallo stesso Prodi e da Berlusconi, hanno rinunciato
a parlare in attesa dei risultati definitivi.
GLI EXIT POLL - Secondo gli exit poll realizzati da
Nexus per la Rai, la Cdl si sarebbe attestata tra il
45 e il 49 per cento; l'Unione, invece, tra il 50 e
il 54%. Un dato questo rimasto stabile sia nel primo
che nel secondo exit poll. Sempre secondo gli exit
poll il centrosinistra avrebbe avuto al Senato tra
i 159 e i 170 seggi su un totale di 315; il centrodestra
si sarebbe attestato invece tra i 139 e i 150. Ma queste
previsioni non si sono realizzate. Sono stati i primi
dati sulle proiezioni a spegnere gli entusiasmi ulivisti.
Il
leader della Cdl, Silvio Berlusconi
LE PROIEZIONI - Stando alle proiezioni, al Senato il
centrosinistra sarebbe potuto risultare vincitore in
termini percentuali - 50,2% contro il 48,8% - ma in
termini di seggi la Casa delle Libertà riuscirebbe
a guadagnarne 158 contro i 151 dell'Unione. Lo scostamento è dovuto
al fatto che i seggi vengono assegnati sulla base di
premi di maggioranza regionali e non nazionali, un
effetto della nuova legge elettorale. La situazione
continua ad essere molto instabile. In bilico e di
fatto decisive con la situazione che potrebbe cambiare
fino allo scrutinio dell'ultimo voto sono in particolare
il Piemonte, la Puglia, il Lazio e, a sorpresa, la
Campania che veniva considerata sicura per il centrosinistra.
Proprio un temporaneo vantaggio della Cdl in Campania
ha determinato una maggiore assegnazione di seggi al
centrodestra.
LA CAMERA - Sul fronte della Camera, le prime tre proiezioni
Nexus annunciavano una vittoria della Casa delle Libertà con
la Cdl al 49,8% e l'Unione al 49.7%; la quarta proiezione
delinea invece una situazione di assoluta parità:
i due Poli sarebbero fermi al 49,8%. Come si è visto
per il Senato, il dato è ancora molto suscettibile
di notevoli variazioni e quindi tutto si giocherà su
ogni singolo voto. Un risultato, qeullo della Camera,
ancora più importante rispetto a quello del
Senato: la legge elettorale prevede infatti che il
premio di maggioranza sia attribuito su base nazionale
e quindi chi dovesse vincere, anche di un solo voto,
si ritroverà con almeno 340 seggi su 630.
11
aprile 2006
Fonte articolo: corriere.it |