Chiaranonta (16-06-2011)
di Massimo Lomonaco
Se il rosso si addice a chi fa la rivoluzione - e il Risorgimento italiano voleva esserla e in parte lo e' stata - lo si deve ad una donna. Fu infatti Ana Maria de Jesus, passata alla storia come Anita Garibaldi, a scegliere quei rotoli di flanella dal colore acceso, di solito usati dai macellai, che da allora divennero la divisa dei Garibaldini. Come lei furono tante, e determinanti, le donne che hanno 'fatto' l'Italia di cui oggi si celebra il 150/o anniversario: hanno combattuto sulle barricate (le Cinque Giornate a Milano), hanno affrontato la prigione, impegnato i loro averi, o anche solo confezionato le coccarde tricolori e anche questo era un rischio.
Eppure quelle stesse donne, passata l'epopea risorgimentale, sono state respinte nell'ombra grazie ad una storia improntata al maschile. Le loro vicende - raccontate in questo libro corale da altrettante donne - invece sono sempre state uno snodo nella costruzione di un'Italia unita: si parli di Anita (Simona Tagliaventi), Colomba Antonietti (Elena Doni), Antonietta De Pace (Federica Tagliaventi), Clara Maffei (Mirella Serri), Enrichetta Di Lorenzo (Dacia Maraini), Sara Levi Nathan (Chiara Valentini), Peppa la 'cannoniera' (Dacia Maraini), Antonia Masanello (Simona Tagliaventi), Giuditta Tavani Arquati (Serena Palieri), Jessie White (Elena Doni), Rosalie Montmasson (Claudia Galimberti), tutte hanno dato moltissimo a un'idea tenace e profonda quanto loro stesse.
''Erano tante, erano intelligenti, coraggiose, appassionate: dal Nord al Sud in un incredibile crescendo di unione e solidarieta' le donne italiane - scrive Claudia Galimberti - senza distinzione di classe sociale, popolane e aristocratiche, borghesi e contadine, risvegliavano gli animi agli ideali rivoluzionari''. Dalle barricate, alla lotta armata, alla spedizione dei Mille, in prima fila c'erano anche loro. Ma cosa ottennero? ''Poco o nulla come diritti riconosciuti'', risponde Galimberti, aggiungendo che la patria che avevano contribuito a far nascere con il loro coraggio ''non sa offrire a queste donne straordinarie modelli di vita diversi da quelli di una consolidata tradizione''. ''La loro stagione di vittorie e di slanci finisce per essere seppellita - spiega ancora - sotto il peso dell'indifferenza e, cosa ancora piu' grave, della resistenza al cambiamento. La politica del nuovo Parlamento si cristallizza in istituzioni e figure - chiosa - tipicamente maschili''.
E se si dovesse trovare una maniera efficace per ricordare ''ai miopi storici del Novecento'' quanto grande e' stata l'ingiustizia a fronte di tanta partecipazione, basterebbe pero' intonare il ritornello della 'Bella Gigogin'' che suona ancora oggi ''come uno sberleffo''.
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Fonte: Notizie di Un Libro al giorno - ANSA.it
Chiaranonta (16-06-2011)
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