nadiaama (26-06-2011)
di Titti Santamato
La giovinezza in Sud America di un figlio di emigrati ai primi del secolo scorso, il suo viaggio di ritorno a ''riveder le stelle dell'altro polo'', l'esperienza della guerra, una certa vocazione religiosa, il secondo Novecento trascorso a prendersi cura degli uomini, la fine del millennio. Sono questi i temi di Insolita storia di una vita normale, esordio narrativo di Carlo Repetti, direttore del Teatro Stabile di Genova. Il romanzo di una vita fra due continenti, due secoli, due generazioni.
''Un vecchio di ottant'anni parla a suo figlio, un uomo di quaranta. Sono seduti su un basso muretto alle spalle di una spiaggia, la' dove la citta' incomincia. E' la fine di settembre. Il padre parla guardando verso il filo dell'orizzonte, come se le cose che racconta potesse vederle davvero, in un film lontano proiettato la' in fondo. E in effetti quei ricordi arrivano da una terra molto distante e da un tempo lontano''. Inizia cosi il racconto fra reale e immaginario della vita di un uomo, narrata come in un film in cui si alternano appunto scenari diversi fra loro: la casa americana in cui il protagonista e' nato, da emigrati; il viaggio col padre ai confini del deserto di Atacama alla scoperta del mondo; la nave del ritorno da cui vede per la prima volta il canale di Panama e le nuvole; il convento, luogo di pace e di dolore; i vicoli di Genova in cui esercita la professione di medico ''fra i vivi che non sanno aspettare''; i fuochi d'artificio che festeggiano il millennio che finisce.
Una vita nel ''secolo breve'' ma un lungo viaggio nel mondo, ''su e giu' fra l'inferno e il paradiso''. E' un viaggio di formazione che un padre trasmette al figlio raccontando, assieme alla sua, le mille altre esistenze che costruiscono la storia degli uomini. Da quel flusso di memoria, il figlio capisce che suo padre non ha ancora molto tempo davanti a se' e sa che ogni ogni frase, ogni gesto, ogni respiro di suo padre diventeranno per lui un tassello preciso, essenziale, nella sua memoria. Sta costruendo giorno per giorno la parte finale di un rapporto e sente che quelle settimane, valgono tutta una vita. Prima era solo figlio, ora e' anche padre di quel genitore troppo vecchio, che ha bisogno di aiuto pratico ma soprattutto di attenzione e di ascolto. E prova per la prima volta verso suo padre l'ebbrezza dell'amore totale, la tenerezza che si ha verso un figlio. Alla morte del genitore, il figlio si ritrova con un'eredita' di ricordi ed esperienze che cerca di mettere a frutto tenendo a bada il dolore per la perdita.
Carlo Repetti e' dal 2000 direttore del Teatro Stabile di Genova. E' autore di testi teatrali messi in scena dal Teatro Stabile di Genova, dal Teatro dell'Archivolto e dal Festival di Spoleto, fra cui Borges, autoritratto del mondo, Inverni, Verso la fine dell'estate, ha tradotto dal francese e dall'inglese numerose piece teatrali. Ha ideato e organizzato per il Teatro Stabile di Genova il ciclo di letture integrali della Divina Commedia (1983-86), delle Grandi parole dell'uomo (1996-2010) e le rassegne di Mises en espace (dal 1996 a oggi).
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Fonte: Notizie di Un Libro al giorno - ANSA.it
nadiaama (26-06-2011)
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