La notte in cui June Darling morì tutto il mondo parlò di lei. Il suo aereo precipitò avvitandosi come se fosse di cartapesta, e così anche quelli che non la conoscevano seppero della ballerina che grazie a un talento prodigioso aveva saputo riscattarsi dalla misera sorte di bambina abbandonata e di ragazza madre.
Kate, la figlia di June, sa però che sua madre rideva del mito che avvolgeva le sue origini. Non si curava affatto dei genitori naturali che l’avevano trascurata («Se avessero tenuto a me, sarebbero venuti a cercarmi») né dell’uomo che l’aveva semplicemente aiutata a generare Kate. «Io ho te, ed Evie» diceva alla figlia.
E così Kate, giovane fotografa, è cresciuta con l’idea che la piccola comunità composta da lei, June e «nonna» Evie, la donna che si è presa cura di sua madre, fosse l’unica cosa degna al mondo, un «vero triangolo amoroso» separato da tutto il resto. Finché… finché un pomeriggio di primavera un’inaspettata rivelazione capovolge all’improvviso le sue certezze.
«Nonna» Evie la convoca nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni e le svela che la madre naturale di June si è fatta ripetutamente viva nel corso degli anni, con lettere e messaggi che lei ha colpevolmente nascosto e nei quali la donna esprimeva il desiderio di far capire a June che non l’aveva mai realmente abbandonata. E, a conferma delle sue sofferte parole, esibisce una busta di carta marrone secca e fragile come una foglia avvizzita e un cartoncino rigido su cui è raffigurata, con un tratto a inchiostro di squisita fattura, una giovane donna straordinariamente simile a June, seduta su una coperta da picnic, con uno specchio d’acqua alle spalle. Il disegno, opera di un talento fuori del comune, è datato 1929 ed è firmato con due lettere intrecciate, una S e una T o una T e una S.
Grazie al suo milieu artistico, Kate non tarda a scoprire che dietro quelle iniziali si cela Thomas Stafford, uno dei pittori più celebri e apprezzati del mondo, protagonista di una recente, importante retrospettiva alla Tate. Si precipita sulle tracce dell’anziano artista ancora vivente e, una volta raggiuntolo alla Maison du Vent in Corsica, si imbatte in una scoperta ancora più sconvolgente: la storia di un grande amore perduto in nome di un amore più puro e più alto del semplice possesso.
ciao aimiy
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