Rifiutato per ben 55 volte da 33 editori diversi, il romanzo primo (finito di scrivere nel 1987) del vincitore dello Strega dell'anno scorso, riappare ora per la Mondadori che solo nel 1994 la Donzelli infine pubblico': testa dura Pennacchi che per ben sette anni ha errato - con tanto di viaggio a Milano per piazzare il testo - da una casa editrice all'altra. Ed aveva ragione (anche se purtroppo postuma) perche' 'Mammut' parla di lui, dell'operaio che ha lavorato fino a 50 anni alla Fulgorcavi di Latina. Di lui e della classe operaia. E lo fa bene.
Ed oggi che - a distanza di anni - ritorna il libreria, Pennacchi non trascura l'attualita' rivolgendosi nella prefazione sia a Marchionne sia al sindacato. Al primo dice, chiaro e tondo, che un operaio ''prima di tutto e' una persona, ma questo nelle fabbriche se lo scordano spesso''. ''C'e' piu' democrazia in una caserma di carabinieri - scrive Pennacchi, il 'fascio-comunista' - che dentro i reparti delle fabbriche''. Ma soprattutto, ''prima Marchionne e suoi compagni capiscono queste elementari cose, e meglio e' per tutti. Non si puo' stravincere, non si puo' tirare la corda. Prima o poi la gente si incazza''.
Perche', ricorda Pennacchi all'ad della Fiat, all'azienda ''gli voglio piu' bene di te. Io ho solo quella. Tu forse no. la mia vita stessa e' invece legata a lei. Non sono un suo nemico. Io sono il suo primo alleato, la sua prima ricchezza, se solo mi sa prendere''.
Ma neppure il sindacato e' immune: ''tutti e tre insieme, Cgil, Cisl, Uil, hanno dato l'assalto al 'sindacato dei consigli', quello unitario, ed hanno teso a salvaguardare ognuna la propria e singola organizzazione''. Pero': ''quando un sindacato si spacca l'unico che ne trae vantaggio...e' il padrone, non l'operaio o il lavoratore in genere''. Un sindacato oggi spaccato in due ''tronconi'': da una parte, il ''duro e puro'' (la Fiom Cgil?) che non firma nulla, dall'altra quello che firma tutto. ''E l'unico che paga per tutti e' l'operaio - scrive Pennacchi - perche' il padrone passa in mezzo alle divisioni come un carro armato. T'affila con il rasoio''.
Schema semplice, ma implacabile e non si pensi di liquidare 'Mammut' come figlio di un mondo diverso, perche' invece parla o al cuore (e all'intelligenza) dicendo cose forse dimenticate e tuttavia non per questo meno vere e importanti. Come dice Pennacchi stesso nel libro, dal 1994, non e' cambiata ''una virgola'', anche se riconosce di scrivere oggi ''in maniera diversa'' con piu' pietas e meno rabbia. ''E' l'unico dei miei libri, mi verrebbe da dire 'figli', che non voglio - spiega l'autore - piu' toccare... e' li' che ho imparato il mestiere''.
Sarebbe pero' sia per Marchionne sia per il sindacato una grandissima leggerezza non leggere la storia di 'Mammut': potrebbero fare entrambi lo stesso errore di quelle 33 case editrici che respinsero il libro. Ma sarebbe un errore ben piu' grave.
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Fonte: Notizie di Un Libro al giorno - ANSA.it
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