O_Erika_E (02-07-2013)
Non fatevi condizionare troppo dal titolo, non è il libro di un bigotto.
Nel libro si parla anche di fede è vero, ma soprattutto è un inno alla vita.
Recentemente riedito dalla Newton, è un piccolo caso letterario visto che l'autore, morto a 33 anni prima che il libro fosse pubblicato, era un emerito sconosciuto.
Questa in breve la trama:
Luca Lazzarini detto Lazzaro ha ventisei anni, un'auto a metano e un sacco di problemi. Vive in un paesino sprofondato nella bassa padana, è ancora vergine, certo non bello e di una timidezza patologica. Vivacchia Luca, lavora a testa bassa per dimenticare i suoi insuccessi, non riesce a farsi valere neppure sul lavoro e le sue serate sono fatte di pochi amici fidati e qualche partitella a carte con i vecchietti del circolo Arci. Un fratello ritardato di cui vergognarsi e una madre che ancora non gli ha perdonato di essersene andato di casa completano il quadro. Ma di tempo Luca non ne ha più. Una brutta tosse trascurata, lunghe analisi mediche e una diagnosi che non lascia scampo. Insieme all'angoscia e alla paura arriva, però, anche la fede e ha la voce di Don Edoardo, il sacerdote degli anni del catechismo, perso di vista da anni. Ed è questo incontro a far nascere in Lazzaro il desiderio di voler dare un senso al tempo che gli rimane. E così, anche l'incontro con Anna, prostituta dal viso bellissimo e dall'atroce passato, riesce a fargli superare definitivamente la paura di vivere e di morire.
Inutile dire che questo libro mi ha segnata e come me molti altri, difficile rimanere indifferenti dopo averlo letto
O_Erika_E (02-07-2013)
Segnalibri