Dimy87 (05-07-2011), maria27 (27-06-2011), stellaluminosa (07-07-2011)
Dal Vangelo secondo Matteo 8, 18-22
Ascolta
"Vedendo la folla intorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, ti seguirò dovunque tu vada". Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli dei cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". E un altro dei suoi discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Ma Gesù gli rispose: "Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti".
Medita
Gesù non si è incarnato per suscitare interesse, né per avere un largo seguito trai suoi ascoltatori. Anzi, ai nostri occhi, sembra offrirci un comportamento davvero poco moderno. È un uomo che esercita un grande fascino, attrae gente, le persone lo cercano. Muove la folla. Ma nel momento in cui potrebbe "incassare" un risultato, se ne va e raggiunge l'altra sponda: si sottrae al successo. La pericope di oggi ne spiega le ragioni.
Le parole del Maestro offrono una risposta alle esigenze dell'uomo. Il messaggio lanciato dal Nazareno è capace di segnare la vita delle persone: non sono parole vane e vuote perché ci parla la Parola, possiamo ascoltare il Logos, il Verbo. Ma sono parole esigenti, che provocano riflessioni e pretendono risposte; sono chiamate urgenti che si sottraggono alla logica umana spesso tesa a compromessi e a tergiversare.
Lo scriba rappresenta coloro che sono sapienti, colti nelle Scritture e capaci di riconoscere in Gesù qualcuno che va al di là dei soliti rabbini dell'epoca. Saprà rinunciare alle sue sicurezze e a seguirlo anche se è un senza-dimora? Il testo non ci offre una risposta, pare lasciare la chiamata in sospeso.
L'altro protagonista è un anonimo discepolo che è già, in qualche modo, alla sequela del Maestro. Saprà riconoscere nel Figlio di Dio colui che non può essere lasciato per altro, fosse anche una situazione familiare particolarmente dolorosa? Ancora una volta il brano non termina con una decisione del discepolo.
Lo scriba e il discepolo sono accomunati dalla chiamata del Salvatore. Una chiamata urgente che lascia poco spazio ai tentennamenti.
Seguire Gesù non significa rinunciare al mondo. Seguire Gesù significa riconoscere nel Salvatore colui che dà senso a tutto il nostro stile di vita. Accettare la logica del Regno di Dio porta con sé il corretto rapporto con le persone e con le cose che troppo spesso sono invece fuorvianti nel cammino di fede.
Il patriarca della Chiesa di Alessandria d'Egitto, Cirillo, nel V secolo non antepose nulla e nessuno a Gesù, lottando con determinazione per affermare la corretta fede in Gesù vero Dio e vero uomo.
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Signore, sei la vita.
O Signore, ti scopro ovunque; la tua presenza brilla
come la trasparenza di un mattino di primavera.
Ha la forza e l'evidenza di una roccia che si slancia verso il cielo.
Il mondo, segno della tua presenza,
è sicuro perchè Tu lo sostieni con la tua forza, da sempre.
Però, o Signore, vedo attorno a me anche il male...
il mio male che mi travolge, mi impaurisce, mi scoraggia.
Quello degli altri, che cancella e copre ogni traccia della tua bontà,
e così sono incapace di riconoscerti negli uomini.
Ho scoperto anche un male grande come il dolore del mondo
che non finisce mai di far sentire la sua voce,
e così sono incapace di riconoscerti nel mondo.
Ma ho scoperto anche che il male non ce la fa a coprire la tua voce,
a raggiungerti e a distruggere la tua presenza.
Rimane sempre qualcosa di Te in me, negli uomini,
nel mondo pronto a rinascere.
Sei la Vita!
Amen!
Padre Giuseppe Ceriani
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