«All'inizio c'erano O Del ed il Beng, i quali si sfidano a vicenda. Un giorno, mentre passeggiavano sulla riva del grande fiume, il Beng disse: "Sono capace di scendere fino in fondo".
O Del col Suo bastone ordinò gli alberi di pero e di melo di fruttificare, poi ordinò ai due di mangiare i frutti, rispettivamente Damo di mangiare le pere, e Yahvah le mele. Allora essi provarono desiderio l'uno per l'altra e per ordine di Del s'accoppiarono. Ma la donna, insaziabile, richiese all'uomo di ripetere più volte l'accoppiamento. Allora o Del disse: "Tu, donna, non sarai mai soddisfatta; avrai sempre desiderio dell'uomo". E li abbandonò al loro destino.
O Del creò dalla terra il Sherkano o serpente e la sua femmina Halla, e le coppie di tutti gli altri animali.
In questo mondo primordiale o Del Sinpetri aveva dei compagni: Sunto Yakof, Sunto Avraham, Sunto Moishel e Sunto Krechuno. Questi erano i suntse, gli antenati. Con essi c'era anche Pharavono, che poi se ne distaccò provocando la scissione degli uomini - fino ad allora costituenti una sola razza e parlanti una sola lingua - in due raggruppamenti: i Horaxané con a capo Sinpetri ed i Pharavonuria con a capo Pharavono. Questo gruppo dapprima si tenne in disparte, ma poi moltiplicandosi ed essendo pieni di intelligenza ed audacia, decisero di conquistare tutta la terra.
Così Pharavono mosse guerra a Sinpetri; ma non sapeva che Sinpetri era lo stesso Del. Alla testa delle sue truppe, Pharavono superò il fiume, invocando il potere di Del; ma nell'attraversare il mare, pieno di orgoglio, invocò il proprio potere e venne travolto dalle acque. Il suo ultimo tentativo di adorare un idolo di pietra venne punito dalla folgore. Tutto il paese allora abitato venne allagato. O Del Sinpetri rifece la terra allargandola e dandola ai Suoi Horaxané e portò i suntse nel Rhayo, l'altra terra al disopra delle stelle. I Pharavonuria annegati precipitarono nel Yado, l'abisso sotterraneo dove vanno tutti i morti di morte cattiva. I pochi Pharavonuria superstiti - cioè, gli Zingari - sono condannati a non avere più un territorio nazionale, né organizzazione politica, né chiesa, né scrittura, perché tutta la loro cultura fu annegata dal mare.»
Angelus
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