Immagine di caspar
Maschio
Nessuno Terre Esterne

Caspar

Forza
27
Esperienza
1111
Mente
30
Monete
22
Resistenza
19
Schiavi
0
Spirito
28
Cibo
112
Agilità
22
Legna
49
Costituzione
14
Minerali
8
Carisma
22
Casato
-
Procura Cibo
23
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
24
Etnia
Gitano
Raccolta Minerali
16
Navigazione
5
Costruzione Edifici
5
Lavorazione Materiali
5

Iscritto dal 24-09-2005 10:00
*Tratto dall'autobiografia*

Mio padre, un umile contadino, tentù la via delle armi arruolandosi come volontario all'Accademia Militare, lui che avrebbe dato la vita per difendere il suo villaggio. Nonostante le sue nobili intenzioni, i malanni della zone povere della regione, non gli permisero di poter dare tutto se stesso negli anni di preparazione, venendo, cosù, ritenuto non idoneo alla vita militare. La fortuna perù si fece viva con lui e conobbe mia madre, la cui famiglia, nel frattempo, aveva acquistato un lotto vicino ai nostri campi. [..] Quando andai per la prima volta all'Accademia Militare, per adempire all'obbligo, sapevo che quella era la vita che mio padre aveva scelto per me, lui non riusciva a perdonarsi di non aver potuto contribuire alla difesa di Revaden. Passù il primo anno e come avevo ipotizzato arrivù una lettera in cui si dava il benestare per diventare un volontario dell'Accademia. Fondalmentalmente mio padre disse che nell'anno in cui ero stato lontano i raccolti dei campi furono grami e che i soldi scarseggiavano per mantere me e gli altri tre miei fratelli più piccoli. Dovevo sacrificarmi per loro. [..] Sapevo qual era il vero motivo per cui ero stato arruolato e non avevo intenzione di deludere mio padre ma bensù di diventare quello che lui aveva sempre sognato. Lavorai duro, imparando le arti della guerra, affinando le basi che mi diede mio padre in quei pochi giorni che non si dedicava al lavoro nei campi. Entrai, dapprima, nel corpo delle Guardie, passando le mie giornate facendo ronde ai confini di Revaden. [..] Ci attaccù un gruppo di stranieri, eravamo pochi, un plotone di dieci guardie non di più, loro erano per lo meno il doppio. Fu l'occasione di dimostrare che ero maturato, di dimostrare a mio padre che ero divenuto quello che lui stava sperando in cuor suo. Li sconfiggemmo e venni promosso a Capo delle Guardie come onorificenza, mentre l'allora Capo delle Guardie andù a ricoprire il la carica di Generale delle Armate rimasta vagante per la morte del precedente Generale. [..] Fu un giorno dalle due facce, da una parte la notizia di mio padre che si spense nella nostra piccola magione, colto da quei malori che lo perseguitavano, l'altra la mia promozione a Generale. La cerimonia tenuta nel Cortile dell'Accademia dove giurai eterna fedeltà a Khal e alle sue leggi, di dare la vita per difendere il popolo Revadeniano ma tutto con la morte nel cuore. [..] Ora che ho raggiunto un'età matura, guido una valorosa armata sconfiggendo ogni tentativo di invasione esterna, sono anche uno dei membri del Gran Consiglio degli Eletti. Mio padre dal grembo di Khal sarà orgoglioso di me.



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