Immagine di frances
Femmina
Nessuno Terre Esterne

Frances

Forza
15
Esperienza
8171
Mente
50
Monete
0
Resistenza
15
Schiavi
0
Spirito
48
Cibo
1935
Agilità
15
Legna
0
Costituzione
17
Minerali
0
Carisma
32
Casato
-
Procura Cibo
24
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
4
Etnia
 
Raccolta Minerali
5
Navigazione
3
Costruzione Edifici
3
Lavorazione Materiali
21

Iscritto dal 01-03-2007 13:46
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Mia madre Elendir mi affidù alla famiglia Y Leon, adottata e cresciuta come una di loro. Vollero portarmi via le mie origini, ma il mio cuore mai ha cancellato ciù che ero. Una figlia della Luna, questo io sono. Ma il destino segue il suo corso, come un ragno tesse la sua tela, e prima o poi tutte le verità vengono svelate... basta saper attendere il momento giusto, e collegare i vari pezzi, come i cocci di un vaso infranto...

LE ORIGINI - I MIEI RICORDI
Caro diario, tutto è iniziato circa sedici anni fa. La mia madre adottiva, mi ha raccontato che nel ventiseiesimo giorno del mese delle rose, ci fu una gran festa al castello Y Leon per il mio arrivo. Avevo solo sei anni allora, e la mia vera madre, mi aveva appena abbandonato. La piccola principessa, cosù mi chiamava, e mi chiama tutt'ora mio padre adottivo, ed è proprio cosù che mi faceva sentire.
Viziata e coccolata da tutti, soprattutto da mio fratello più grande, Hikliff, mio compagno di giochi. Pochi sono i ricordi di quando lui mi prendeva sulle spalle per farmi giocare, di quando ci accovacciavamo a terra persi tra le risate ad imitare i versi degli animali, di quando nel cuore della notte persa nei miei singhiozzi lui mi veniva a consolare. Fino al giorno in cui è partito. Partito per diventare uomo, cosù mi diceva mio padre. Avevo nove anni l’ultima volta che mi strinsi tra le sue braccia persa tra le lacrime. Rimasta sola in quell'enorme maniero pochi erano gli svaghi che potevo prendermi in quanto mio padre che è un uomo piuttosto rigido m'aveva circondata dai migliori maestri che mi insegnavano la storia, la letteratura, l’arte e la musica. Voleva che fossi una figlia perfetta, e non finirù mai di ringraziarlo, perchè è grazie a lui che oggi sono quello che sono. Di tanto intanto, perù sembravo sparire. Una bambina piena di vita, birichina e viziata, ecco quello che ero. Ricordo di quando mi intrufolavo nelle stalle per poi fuggire nell’enorme foresta che circondava il ducato; di quando mi acquattavo in cucina per fare i dispetti alla cuoca rubandogli i biscotti da sotto il naso. Povera Gertrude, grassa com'era mi rincorreva, senza risultato con il suo grosso mestolo! Quel mestolo di legno che tanto mi faceva paura!! Scappavo, appena me ne se presentava l’occasione, nel grande giardino e finivo con il nascondermi arrampicandomi tra i rami degli alti alberi sbucciandomi spesso le ginocchia, e mentre tutti mi cercavano disperati, io ero felice di osservare il mondo da lassù.
Crebbi e già all'età di quindici anni divenni una fanciulla educata e colta. La rigidità e la severità della vita al castello opprimevano il mio animo libero, perchè è cosù che mi sentivo, finché una notte seguù l’istinto e, come un uccellino che si trova la porta della gabbia aperta, spiccai il volo per andare a scoprire il mondo.
Girai di villaggio in villaggio mantenendomi con le monete che ero riuscita a portar via dal castello, ma ben presto i soldi finirono. Troppo era l’orgoglio per tornare alla casa paterna e cosù cercai di sopravvivere, rinunciando al benessere a cui ero abituata. Passarono più di sei anni d'allora finchè un giorno sentù di una nave che stava per partire per un'isola sconosciuta e ancora una volta fu l’istinto a guidarmi, portandomi cosù a raggiungere la città di DARCHON.

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