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Femmina
Nessuno Terre Esterne

Irvethre

Forza
16
Esperienza
3259
Mente
13
Monete
850
Resistenza
12
Schiavi
0
Spirito
10
Cibo
10
Agilità
18
Legna
10
Costituzione
13
Minerali
10
Carisma
15
Casato
-
Procura Cibo
10
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
9
Etnia
Gitano
Raccolta Minerali
8
Navigazione
12
Costruzione Edifici
7
Lavorazione Materiali
9

Iscritto dal 20-12-2005 19:05
Mia sorella mi ha finalmente insegnato a scrivere come si deve.
E cosù potrù raccontare quello che è successo qualche mese fa.
I miei Padri e le mie Madri hanno incontrato dei fratelli, e ora al nostro piccolo carro se ne sono aggiunti altri due. E’ fantastico! Ora c’è altra gente con cui parlare!

Questa notte il mio Primo Padre se n’è andato. Dicono che è stato per colpa di quell’animale che l’ha morso, ma non ricordo il nome.
Canterù canzoni per il suo spirito, cosù che possa trovare la via dei suoi Avi.

Angelus ha deciso che tre carri non servono più, e che ci dobbiamo spostare. Andremo sulla costa, da cui si vede quell’Isola dei Villaggi di cui ho tanto sentito parlare. Spero di poter trovare un buon posto per seppellire le ceneri di due delle mie vecchie madri. Quegli animali velenosi sono davvero pericolosi: facciamo bene ad andarcene da qui…

Abbiamo trovato un vecchio spiazzo, e abbiamo sistemato i carri. C’è persino uno strano portale, poco lontano da qui. Sono certa che Angelus vorrà aprirlo, appena saremo sistemati.
Qui è davvero bello, e l’Isola, da lontano, ha un meraviglioso colore smeraldo.

Angelus ha trovato nuove sorelle. Roseanna e Zaffiro si stanno dando molto da fare, per la fratellanza, e presto andrù anche io a visitare l’isola. Non vedo l’ora.

Oggi ho conosciuto il villaggio di montagna. Fa decisamente troppo freddo. E Angelus ha fatto qualcosa di strano. Credo che la sua arte stia crescendo molto. Forse dipende dal buon cibo che si trova qui.

E’ molto che non scrivo su queste pagine!
Purtroppo sono rimasta per mesi intrappolata in una nave mercantile. Accidenti alle stoffe!
Volevo quelle rosse, morbide, per la tenda di Angelus, e per venderle, e quegli sconsiderati chiudono la stiva e salpano.
Fortuna che sono rimasta ben nascosta, come mi ha insegnato il mio Khorakhanè, se no mi avrebbero venduta chissà dove. Ora sono nuovamente a casa, e Angelus è stato felicissimo di ritrovarmi. Mi ha dato della frutta, e mi ha fatto dormire tra le sue coperte. Che bello essere a casa.

Il vento sta cambiando. C’è qualcosa di strano, nel campo. Le vecchie sorelle, e i vecchi fratelli, sono spariti. C’è una nuova ragazza, Barval, molto brava a vendere, e un ragazzino che fa discorsi strani. Sono stata lontana cosù a lungo che in certi momenti non riconosco nemmeno Angelus.
I Pirati hanno pretese, e cosù i Luttuosi, dai loro monti. Non capisco.

Oggi Angelus ha torturato una donna. Era assieme a Kraven e Kamira, altri due nuovi fratelli. Mi sono estraniata più che potevo, ma i gemiti di dolore di quella donna hanno richiamato il mio spirito. Credo sia una Pirata, o forse una di Sotminoa. Fatto sta che le han fatto del male. Come è possibile che accada questo? Come è possibile che Angelus l’abbia permesso?

E’ successo qualcosa di inconcepibile…
Hanno rapito Angelus. E in principio speravo che con la sua arte avrebbe potuto liberarsi, e tornare da me. E invece non ha fatto in tempo. L’hanno preso, e bruciato vivo in piazza, a Sotminoa. C’è anche chi dice che hanno riciclato la sua carne, e ne hanno rapito lo spirito. La fratellanza ha perso la sua guida, e già se ne stanno andando in molti…dove posso andare, io, senza la mia guida?

Sono già due settimane che Angelus è sparito. Ho visto la sua firma sul legno pubblico, e sottoscriveva parole da pazzo fanatico. L’ho perso…
Ho incontrato nuovamente quella donna che era stata torturata. Proverù a chiederle se conosce altri figli del vento a cui posso aggregarmi. Da sola potrei anche venir divorata nella foresta. E lei era una sorella, molti anni fa, forse sa qualcosa…

Sono su una nave, adesso. Si chiama Croce del Sud, e mi hanno infilata in una cabina, quella di Rakshasa, la stessa donna che ho visto torturare. E ho una famiglia, adesso. Sono figlia della Valchiria, di Rakshasa. Mi ha adottata, e presto conoscerù il mio nuovo Padre. Non sembra l’unico, ma staremo a vedere.

Mio padre soffre il mal di mare e snocciola un’infinità di improperi. E’ stato strano, conoscerlo, ma mi piace.
Mentre ero qui sulla nave, inoltre, ho conosciuto altri pirati. Quel Morrowind, o Duca, è parecchio strano. E il capitano, in più occasioni, mi ha chiamata Tappa e mi ha intimato il silenzio. Non lo sopporto davvero.

Mia madre ha adottato un’altra ragazzina. Si chiama Dodi. E poi è successo ancora qualcosa, e da giorni non torna più alla nave. Pare sia stata presa da una setta. Una figlia del vento, una pirata accanita…ora in una setta che predica l’inesistenza del libero arbitrio?
E’ tutto cosù strano…
E io sono di nuovo sola…

Rakshasa è perduta, ma resta mia madre. Non la vedo da mesi, ormai, né posso occuparmi di lei. Qui sulla nave cominciano a diventare insofferenti alla mia presenza. Il capitano, poi, ha deciso che parlo troppo. Mah, che uomo stupido.
Ho assistito a combattimenti organizzati, sortite contro Revaden e affini. Ho visto bruciare il deposito di Darchon, e per poco un uomo non mi scopriva che facevo la guardia alla porta. Ho avuto davvero paura, stanotte. E ho visto uccidere quell’uomo, e il suo compagno. C’è qualcosa di perverso, in questa gente. Non è sano, devo trovare una soluzione…

<una pagina è strappata>

Sono nata questa notte.
Mia madre ha evocato lo specchio, e la mia vecchia Vita l’ha attivato e toccato, forse sotto ipnosi. E io sono nata, questa notte, nella piazza di Darchon. Ho respirato a pieni polmoni il vento dell’Ovest, e ho aperto gli occhi sul cielo e sulle stelle.
Qual canto sublime è la notte…
Mi hanno incatenata nella stiva, credo per precauzione (Dodi era diventata molto pericolosa, dopo aver toccato lo specchio, suppongo. Era incatenata accanto a me). E nel pomeriggio il capitano è sceso e mi ha dato anche un calcio. Morrowind gli ha spiegato cos’era successo, e mi han fatto promettere di essere ubbidiente. Questo ha un senso: lo posso accettare.

Morrowind mi ha insegnato ad usare una spada. Pesa troppo, non mi piace. Perù, alla fine, mi ha permesso di prendere un pugnale!
Non mi sento più tanto nuda, con dell’acciaio al fianco. Mi piace.
E mi ha anche promesso di insegnarmi a diventare un assassino!

Ho superato il periodo di allenamento con la balestra, e i capitano mi ha quindi permesso di tenerla. Sono adeguatamente armata, adesso, si. Posso dedicarmi al resto.

Ieri notte ero alla taverna col capitano. Poco più tardi è arrivato uno strano individuo, tutto sorridente, affabile. Conosceva il capitano. Ed era un alfiere dell'Ovest, dell'Ombra.
Abbiamo fatto un paio di lanci, ed ovviamente ho perso. Oh, il giorno che raggiungerù la velocità di quell'uomo, e la sua precisione, sarù ormai diventata capitano...

Pirata!
Sono stata promossa in un bagno di birra. Non male, se non fosse per l'appiccicume che m'è rimasto addosso per tre giorni.
In ogni caso, ora ho gli orecchini d'argento. La via è solo in leggera pendenza, da oggi.

Ho incontrato mio padre, per indagare sulle condizioni attuali di Sotminoa, per conto del Capitano. I Luttuosi ci hanno chiesto alleanza, e ora staremo a vedere che profitto potrà esserci per noi. D'altro canto, ho conosciuto meglio quell'uomo che mi chiama Scricciolo, e mi sorride come ad una figlia naturale. Non ci sono abituata. Perù è stato piacevole..strano.
Ci devo pensare su.

Il Duca ha preso me e mia sorella, più un paio d'altri uomini, per andare a svolgere la prima parte dell'opera, per l'alleanza coi Luttuosi. Siamo stati minatori per parecchi giorni. Poi le aquile han cominciato a far troppe domande, e io e Dodi ce ne siamo andate, giusto in tempo per non rimaner rinchiuse come bestie. Quei pennuti sconsiderati hanno in pugno il Duca, e il Peccatore, e un altro paio di mozzi.

Revaden è caduta.
Ed io ero sui tetti a fare il tiro al bersaglio.
Il Duca pare sia stato fatto a pezzi pochi giorni fa. Gli altri prigionieri, che questa notte dovevamo recuperare, non sono mai arrivati alla piazza. C'erano invece dei sostituti, che sono stati puntualmente cotti dagli stregoni, che nemmeno avevano guardato chi avevano davanti. Avrebbero potuto uccidere i miei fratelli. Stolti. O a conoscenza di troppe cose.

Abbiamo finalmente ricevuto il bottino, recuperato una notte dalla sede del governo di Revaden. Ho dovuto spaccare il cranio ad un ragazzino, per dar modo agli altri di portar via i sacchi. Poco male: ventiquattromila monete, e spiccioli, ci volevano proprio. Se non altro per tirarmi su un po' di spirito. Nel frattempo mia sorella è cresciuta nel corpo ma non di testa: quel fattucchiere da strapazzo continua ad incantarla. Mi basta che non mi ricapiti più tra i piedi, maledetto impertinente.

La Croce del Sud, carica d'uomoni e sete di conoscenza, è precipitata in uno strano portale con fulmini e saette. E' stata decisamente un'esperienza elettrizzante, se non fosse che ero in coffa. Ci siamo schiantati su una spiaggia nera, sotto un celo senza sole e senza stelle. E' tutto estremamente strano e bizzarro. Abbiamo esplorato una piccola porzione della cittadella che sorge nel mezzo dell'isola (suppongo che sia tale ma spero tanto di sbagliarmi), e se non altro abbiamo trovato dei cibi locali. Polveri e liquidi strani, ma commestibili. Il capitano ha comandato di barricarci sulla nave e scavare trappole: io sto gia facendo il filo all'ascia.

Le trappole sono terminate, e le scorte sono agli sgoccioli. Di tanto in tanto ci attacca un verme enorme, che appare da sotto la sabbia, e per ora campiamo della sua carne. Non male, ma comincia a mancarmi il sano sapore del bue. Come se non bastasse, un demone ha vinto l'anima di Dodi in qualche giochetto con l'Esarca. Spero che l'essersi giocato, e aver perduto, un'anima, significhi che quell'essere ha sbagliato qualche cosa. Che marcisca all'inferno, ora dobbiamo sorbirci una Trottola isterica e potenzialmente infiammabile.
Meno male che a noi è andata meglio: un demone del ghiaccio ci ha sfidati ad un gioco da ragazzini, e abbiamo vinto la chiave per uscire da questo postaccio. Peccato che sia chiusa in un sacchetto indistruttibile...

Abbiamo trovato della legna, e stiamo riparando la Croce. Prima perù è stata tirata su una zattera: la Pescatrice, della quale mi è stato affidato il comando. L'emozione del varo non è nemmeno minimamente paragonabile all'ammazzar vermi tutto il giorno: la mia Pescatrice galleggia, e se tutto va bene ci porterà pesce in abbondanza.

Come non detto. Questo maledetto mare è morto almeno quanto la sabbia dell'isola. La Pescatrice sguazza per ore e ore, ma non tira su nulla. In compenso il Capitano, e il predone del Nord, mi han fatto prendere un bello spavento, che poi s'è rivelato una promozione: Predone dell'Ovest, come aveva profetizzato quel fantasma della mia madre adottiva. Qualcosa di buono l'ho trovato, in questo postaccio.

Sibilo dell'Ovest è deliziosa. La corda vibra che è un piacere, e m'è dispiaciuto non riuscire a provarla su carne viva. L'altra notte è sceso dai celi un omaccione con le ali, che voleva la mia anima. Tzè, ne deve passare di acqua sotto i ponti, prima che io venda la mia anima per qualche stupidaggine! L'ho convinto a prendersi quella del mozzo storpio, in cambio delle informazioni utili a trovare il possessore dello scrigno che puù aprire il passaggio per Casa. E stanotte, dopo tanti preparativi, siamo partiti alla cerca, trovandoci davanti il gruppo avverso, armato e all'erta. Strano, decisamente. Ma la diplomazia del Capitano ha evitato lo scontro, e anzi c'ha assicurato una via di fuga da quest'isola maledetta. Nei prossimi giorni vedremo di unire i due pezzi, e di andarcene.

Il portale è stato aperto. Siamo a casa, sani e salvi. Giusto in tempo per i banchetti alla taverna Kalleidos.

Ci hanno cercato quei tizi di Revaden, delle foreste, per chiedere aiuto, e ovviamente in cambio di denaro. Abbiamo tirato su il nostro bel gruzzolo, aiutando a liberare quella provincia Sotminoita. Sono rimasta sui tetti finchè non sono apparti gli stregoni volanti. E non che queste siano state le cose più strane della serata..
Probabilmente non eravamo gli unici alleati ben pagati.

Il Duca è sparito. Non ho ben capito cosa sia successo, ma alla Kalleidos mi hanno detto dei testimoni che c'è stato uno scontro, e un rapimento, e degli scheletri che camminano. C'è puzza di stregoni, ancora una volta.

Pare sia tornata quella debosciata di mia Madre. Nonostante tante belle parole nelle bacheche pubbliche, non ha ancora avuto il coraggio di far vedere quel suo muso traditore. E pare si sia messa a ravanare nelle braghe del Khorakhanè, visto che se ne sta al baluardo da chissà quanto. Ridicolo, ridicolo. La fratellanza aspetta che le cada la testa dalle spalle, senza fretta, specialmente dopo che ha messo una taglia su SpadaNera.

Infatti, come volevasi dimostrare: Stregoni. Hanno mutilato e seviziato il Duca, e ce l'hanno rimandato dai monti sconvolto e con sorella a carico, col compito di scoprire se alla sortita di Revaden c'erano altri oltre ai soli tizi piumati del luogo. E come se non bastasse, Sotminoa ha chiuso le porte. Proprio gente sordida, strana, inutile.
Chissà come sta mio Padre. Non ho sue notizie dall'attacco a Revaden, ma quando mi sono nascosta lui era ancora in piedi..

S'è presentato un grassone calvo all'Approdo, portandosi dietro un pezzo di mappa, mezzo bruciato. Pare sia un furbo a cui serve una nave e un passaggio per svuotare le stive di un ricco mercantile. Ci propone un accordo, ma senza la parte di mappa che sembra aver memorizzato e distrutto non possiamo far molto. Proprio ieri c'è stata un'aggressione in taverna, di una manciata di balordi in cerca della mappa. L'avrà rubata a loro, questo testa-calva?

Siamo andati all'appuntamento col mercantile, ed era lù ad aspettarci, carico forse di roba interessante, ma anche di spade e balestre. Sarebbe stata una carneficina, se non fossimo sempre stati un po' attenti a quel che succedeva. Il grassone s'è rivelato Wayne, Capitan-vergogna, l'originario proprietario della Croce del Sud. Con i combattenti sul mercantile e pochi mozzi sul nostro ponte, questo Wayne ha cercato di accoppare il Capitano. L'ho ammazzato, dalla coffa. E pur a mani vuote, siamo rientrati in fretta e furia, con la pelle ancora addosso, tutti. Ricucirù il mozzo TestaDura, prima che ci lasci le penne.

Ce la siamo presa comoda, con le riparazioni. La polena ha bisogno di qualche ritocco, ma è accettabile anche un po' sfregiata. E poi siamo rientrati, mantenendoci bene a nord, nascosti, per giorni e settimane. Poi abbiamo cominciato a farci vedere un po' in giro. E come se non bastasse ho scoperto di avere un fratello.
Adottato da quella cagna in calore di mia madre, è piccolo petulante e stupido. Talmente stupido che in guerra s'è fatto trovare a passeggiare in territorio nemico, a Darchon. E ovviamente, sproloquiando sul suo cognome, è stato preso e insacchettato, e ora l'abbiamo noi, per una commissione del governo e dei dragoni. Vedremo di eliminare la traditrice, una volta per tutte, se ama cosù tanto questo figio.

La trappola è stata allestita, il bambino ucciso prima che si mettesse ad urlare. Lù, impalato, per tutta la notte, e solo un uomo pulcioso a cavallo ha avuto il coraggio di farsi vedere. Altri in un carro, nascosti, con un falco o qualche altro volatile. C'hanno messo un respiro a scappare piangendo. Niente Rakshasa, ma almeno un suo tirapiedi. Buffo che avesse addosso un bracciale sacro ai preti d'acqua dolce. Non si sa più cosa aspettarsi ormai. Le teste sono state già portate a Darchon. Fallimento o meno, noi s'è fatto quanto si poteva, ora se la gestiscano loro, la guerra personale.

Il mozzo stupido e chiacchierone ha vinto (o non-perso) una mappa, ai Sei Forzieri, con un tizio alla taverna di Abhorsen. Il capitano dice che fa cose strane con la luce, quella mappa, e la Strega dell'Isola del Teschio conferma. Ci ha dato mezza chiave, quella citata nelle scritte che appaiono e scompaiono sulla pergamena. Ora veleggiamo per il porto creolo di Landen, in cerca della seconda metà.

Landen, che porto spettacolare! Che vita, che movimento, quanta gente e che odori! Abbiamo cercato un po' di informazioni, forse sappiamo dove è arrivato l'altro pezzo della chiave. Un riccone, dicono. Ma intanto io mi rigenero con questa folla e i suoi mercati. Comprerù un'ametista per mia sorella, cosù puù imbellettare un po' quel giogo che porta al polso.

Morte le guardie, morto un servo, morto un cane, pure. Peccato non ci sia stato tempo di svuotare quelle vetrine del ciarpame di cui erano ricolme: il riccone avrà anche un pessimo gusto, ma di certo tutta roba di valore, da rivendere. Abbiamo recuperato la seconda parte della chiave, ora sarà bene allontanarsi dal porto, prima che qualcuno segua la scia di sangue che ci siamo portati dietro.

Siamo all'isola di Red-Iar. Abbiamo ancorato la nave a qualche centinaio di metri dalla riva sabbiosa, e nei prossimi giorni ci inoltreremo nella giungla per andare in cerca di quella X in una radura. Non pare impresa facile, vista la densità della selva. E non pare impresa facile viste le creature che la popolano: sono stata attaccata da un affarino blu tutto zannuto, che mi ha inseguito ringhiante fino all'accampamento.. Pare che la strega lo volesse in pagamento, e l'abbiamo preso vivo. Ora mi tocca pure non farlo morire di fame e tenerlo d'occhio che non salassi qualche mozzo sprovveduto. Pare una sanguisuga vorace, orribile da vedere. Nei prossimi giorni, quando andremo in spedizione, lo lascerù a Jack, sperando di rientrare e trovarlo con tutte le sue nove dita e non qualcuna in meno.

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