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Femmina
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Lyn

Forza
10
Esperienza
1379
Mente
26
Monete
0
Resistenza
13
Schiavi
0
Spirito
20
Cibo
32
Agilità
14
Legna
0
Costituzione
13
Minerali
0
Carisma
16
Casato
-
Procura Cibo
15
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
8
Etnia
 
Raccolta Minerali
7
Navigazione
6
Costruzione Edifici
4
Lavorazione Materiali
5

Iscritto dal 24-01-2007 16:15
Diario di Lyn
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•› Questo è quel che decandono ad Oriente, i trovatori a cui si chiede, che ne fu dell'ultima erede imperiale.


"Io vi narro la storia / di quel che fu una donna / lieta e senza boria / dall'infame destino nefasto. / Di quattro eredi nati / nessuno era degno / sul trono di Shynaobi / sol vili femmine / non potevan governar il regno. / La speranza ormai era sottile / che quell'ultimo fiore / per la gloriosa famiglia / non fosse un'altro disonore. / Disonore fu il suo nome / nella lingua del lontano Sol Levante / dove il trono era vacante. / Allevata dalle schiave / simil più ad un rifiuto / non si ebbe memoria / di quel piccolo detenuto. / Allevata senza affetto / tra il sangue e la guerra / non conobbe mai il calore / di una famiglia che l'amava. / Sol con gli anni / che rapidi fuggivano / imparù a sopravvivere / con infamia e senza lode. / Non le fu insegnato nulla / se non il disprezzo / a quella fanciulla / stolta erbaccia ammalata / tra il ribrezzo nobiliare / purtroppo a loro / per sempre vincolata. Isolata visse sola / senza mai sorrider lieta / ma piangendo ore amare / in quella sua vita cheta. / Poi dal trono il re decadde / senza un degno successore / cosù che la spada fu levata / e la guerra proclamata. Nacquero fiamme e orrore / a dilarniar i corpi stanchi / di quei pochi ancor fedeli / ad uno stendardo ormai bruciato. / Tutti uccisi e saccheggiati / solo lei fu risparmiata / troppo piccola e indifesa / per finire senza pena. / Poi venduta in Oriente / senza nome e senza casa / solo con addosso il ferro / di una nuova prigionia / senza fine quel fardello. / Schiava e donna al contempo / per quegli uomini spietati / senza mai un pentimento / di quell'abuso perpetrato / su quel visino ormai schifato. / Verso occidente fu condotta / per saziare altre bocche / imbarcata con le bestie. / Ma tempesta colse loro / con le acque virulente / che ne infranse le difese / sparpagliandoli nel mare. / Le catene erano spezzate / ma la vita or correva / senza freno / via da lei./ Il risveglio fu terrore / con le lacrime sul viso / dinnanzi ad un mondo ora nuovo / di chi ligio l'aveva salvata. / Già 135 lune aveva scorto in cielo / dal dù del suo nome / senza mai mostrare zelo. / Altre 60 lune avrebbe visto / prima di fuggire / con il suo sapere / e per sempre sparire. / Poche lune mancavan / prima che l'anziana donna / lodata sua salvatrice / trovasse l'agoniata fine. / Curava con le piccole mani / chiunque avesse pena. / Fu Disonore affascinata / da quei pagani prodigi / tanto da seguir con amore / per gli anni avvenire / quel mestiere rimirato. / Finalmente educata / alla natura consacrata / con gli occhi della nebbia / a fissare in riva al mare / l'orizzonte sconsolata / ascoltando il sapere / dalle labbra ormai seccate / della vecchia sua nutrice. / La natura non ebbe secreti / ne le piante o gli animali / affinchè Disonore potesse curare / tutti i mali corporali. / Ignaro il suo destino / fatto allora di dolci sorrisi / alla nonna mai avuta / e allora finalmente ritrovata. / Abbraccio dopo abbraccio / Luna dopo luna / allo scadere dell'ultimo rintocco / il fato sparse ghiaccio / su quelle lande prosperose / gettando il male / negli occhi rigogliosi. / Fuggire fu il suo verbo / nell'ora dell'Addio / a quella figlia adottata / che lei vecchia aveva accolto / a cui l'affetto / veniva nuovamente tolto. / E cosù scappo lontana / senza nemmeno un funerale / mentre l'Oceano attendeva / quell'arrivo accidentale. / Arrivù con la neve / un corpo ormai donna / un cuore da bambina / su quell'isola inospitale / con il mare, terra e monte / a viver la restante vita / con un futuro sconosciuto / con la sua cultura orientale."

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