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Profilo del PG Tuomas
Maschio Nessuno Terre Esterne |
Tuomas |
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La mia storia ? Sicuri di volerla ascoltare ? Tutto incominciò quando nacqui nell'Oasi di Shahdad, una vasta area di vegetazione, predisposta a circondare una grande sorgente d'acqua. A soli 3 anni, imparai a maneggiare un pezzo di legno per difendermi dai coyoti della zona. Notti d'Oriente vere e proprie. Bollenti di giorno, Gelide di sera. Insomma, non m'è mai mancato nulla, fino a quando.... Ebbene, scoppiò la guerra, tra scimitarre, cammelli e beduini, mio padre perse la vita, tranciato da una lama del deserto. Passai la mia adolescenza a prendermi cura di mia madre, che ahimè.... ...ormai non m'emoziona più questa storia. Morì di depressione, almeno così mi dissero i medici. Fù così, che insieme al mio fedele cammello bianco, il vecchio caro Dok, mi avviai verso Occidente, vendendomi come braccio da guerra. Scorribande, razzie, ero circondato da queste arti che ormai mi avevano divorato completamente. Il tempo passava, e non riuscivo a tenere il conto delle lune che passavano. Non saprei dirti a quanti anni sono arrivato, figliolo. Sta di fatto che sono ancora in forma come un ragazzino. Correvo per il deserto, e anche se ho dovuto allevare e vendere pecore, non sono mai stato nè pastore, nè mercante. Il Signore Juab ha dato molti doni all'uomo figliolo, c'è chi lavorava il ferro, chi il legno, chi la pietra, chi compra le pecore, e c'è anche chi le ruba. Seguivo la volontà dello Juab, razziando gregge dopo gregge. La razzia è un'arte antichissima nella storia dell'uomo. E un tempo era molto rinomata; poi cambiò nome. Questo è avvenuto nei paesi civili; nel deserto la razzia conserva ancora il vecchio nome. Non c'è nessuna idea di far cose straordinarie, nel razziatore. È semplicemente lo spirito del deserto. Lo spirito del deserto, come diceva mio nonno, spinge l'uomo a non star mai fermo in nessun luogo e a prender la roba dove c'è. Come il pesce nuota nel mare e l'uccello vola nell'aria. Ma il razziatore non ha paura di morire. Nessuno nel deserto ha paura di morire. Non è una cosa eroica. È il deserto. Il deserto consuma l'uomo come il fuoco consuma un albero. Un giorno, una tempesta di sabbia mi avvolse in un turbine, trascinandomi presso le tribù dello Jagd. Anche essendo solo una tribù, loro erano diversi, avevano un livello sociale più avanzato di quello adottato dalla mia gente. Avevano un Sultano, che veneravano e amavano. Non so cosa mi passò per la testa in quel momento a dire il vero, venni sopraffatto dalla sete di denaro. Cammelli che andavano su e giù, Il sole che in alto brillava e il vento che soffiava da nord. La sera la città si accendeva, illuminandosi tra spezie e bazar. Provai ad infiltrarmi nelle segrete del castello, ma venni subito catturato. Ahimè potessi tornare indietro...Ti trovi in galera senza neanche un perché. Cosa ci potevo fare... era la mia tribù in fin dei conti, conoscevo le regole, le usanze, nonché le abitudini. Sai per quanto tempo restai nelle fortezze del palazzo del Sultano ? Eheh, non più di Tre Lune ! Come feci ? Non te lo dico figliolo, ti dico solo che Uccisi il sultano, a notte fonda, riuscii a superare le guardie, aggirandole, e attirandole in subdole trappole. Quando trovarono il sultano privo di vita, e la mia cella, vuota fredda e buia, capirono immediatamente chi l'aveva ucciso. Mi feci una reputazione. Per questa impresa, c'era chi mi chiamava, Artiglio del Deserto. Gli altri...bè, per loro ero uno sporco ladro e assassino. Giunsi quindi per via marittima a Darchon, uno splendido villaggio sul mare, li il deserto non c'era, si respirava aria pulita salubre. Mi sentii rinato insomma. Conobbi subito il Governatore, Zanna; un uomo ammirevole, se non fosse per via di quei baffoni e di quell'espressione quasi vuota, che ti fa sussultare. Inizierò una nuova vita qui, evitando gli errori da me commessi in passato. Lo giuro. Su nostro signore Juab ! Si, in effetti passarono un pò di giorni, però mi resi conto che sia il governatore che altre persone, non erano come me le aspettavo. Insomma ti davano solo l'impressione di esserti amico, e poi ti giravano e rigiravano manco eri una frittata. Ovviamente per avere, devi anche dare. Ma loro volevano troppo. Decisi così di andarmene. Attraversai L'isola intera. Non ci misi molto, giusto una settimana. Mi accampai nei pressi di Revaden, senza mai attraversarla direttamente. In effetti l'aggirai proprio, perchè sicuramente non mi sarebbe piaciuto trovarmi faccia a faccia con degli aborigeni non istruiti. Arrivai a Sotminoa, e lì notai una cosa. Innanzitutto che era un paese di montagna. Faceva freddo. Mi ricordava le notti che passavo nel deserto. Indimenticabili. Ehm si comunque, dicevo...faceva freddo, e la maggior parte della popolazione sembra essere attaccata a Dio. Ora, è qui che mi confusi. il Signore Unico, o Juab ? o entrambi ? Sono la stessa entità ? Come faccio a riconoscere la differenza ? Sempre se c'è ne una. Una risposta prima o poi la troverò. Per il momento permarrò qui. Sono conosciuto con il nome di Alì, Abàbua. FINALMENTE !!! Ho ritrovato la giusta via. L'unica ed inimitabile. Il sogno riguardante Agikath era collegato a Sotminoa. Ora, tutte le mie domande avranno risposta, e i miei dubbi più oscuri, risplenderanno per volontà del Senza Nome, Unico Dio su quest'Isola nonchè di tutte le terre. Mi sono confessato, ho espiato i miei peccati, ed ora riceverò il Sacro Battesimo da parte dell'Emerito Abate. Lavoro presso la maestosa forgia del Kami. Mi guadagnerò da vivere facendo qualcosa per la comunità. E quando sarà il momento, sarò io a diffondere la VERA FEDE. Per il momento, vivrò alla giornata. Dalle memorie di "Tuomas Abàbua" » Indietro « |