Immagine di zreex
Femmina
Nessuno Terre Esterne

Zreex

Forza
18
Esperienza
2733
Mente
20
Monete
3019
Resistenza
18
Schiavi
0
Spirito
11
Cibo
0
Agilità
18
Legna
0
Costituzione
17
Minerali
0
Carisma
20
Casato
-
Procura Cibo
13
Stato Civile
Nubile/Celibe
Raccolta Legna
11
Etnia
Isolano
Raccolta Minerali
11
Navigazione
11
Costruzione Edifici
11
Lavorazione Materiali
11

Iscritto dal 22-02-2007 08:18
+Una storia troppo corta, per chi non ha ancora avuto il tempo di scriverla+

" Mia cara Esynne,
non so se mai ti giungerà questa mia lettera.. Non so nemmeno come mai sto scrivendo, come mai m' accingo a narrarti queste cose.. La tua storia.. La MIA storia.
Nostro padre, come ben sai, era un esponente della medio - alta borgHesia, noto in tutta l' Isola come artigiano. Un uomo di fede, devoto al Senza Nome.
Nostra madre la giovane rampolla di una famiglia nobile che man mano cadeva in rovina.
Lui era bello, virile.. Ricordi quei bellissimi dipinti che lo raffiguravano, magari mentre mostrava un trofeo di caccia, con i bondissimi capelli scompigliati dal vento e quegli occhi azzurri e brillanti?
Lei era una vera donna, prosperosa, dolce e severa quando serviva, elegante. Rossa di pelo.. I suoi lunghi capelli color del tramonto le arrivavano fino al fondo schiena. E come dimenticare gli occhi verdi.. Quelle meravigliose gemme che tu hai ereditato?
Il loro fu solo un matrimonio di convenienza, non c' era amore tra loro..
Dopo qualche anno dal loro matrimonio, sfarzoso e pomposo come puoi ben immaginare, nostro padre conobbe una donna bellissima : Ejreen.
Una mezza gitana. Aveva una pelle stupenda, pulita e leggermente scura, lunghissimi capelli corvini e occhi nerissimi. Era dolce e comprensiva, sapeva farsi amare. E anche nostro padre rimase ammaliato da quella splendida donna. Un giorno, mentre i fiori sbocciavano, l' amore di nostro padre venne ricambiato.. E come avrai capito, da quell' amore nacqui io. Si, mia cara, dolce sorellina. Io sono una Bastarda. Inutile dire che la bella Ejreen morù nel darmi alla luce.
Nostra madre non seppe mai nulla.. Finchè, qualche anno dopo la tua nascita, non trovù una lettera. Una lettera da nostro padre a me, che mi spiegava le mie origini : fino ad allora ero stata allevata dalle schiave come una di loro. Tua madre impazzù per il disonore che sentiva suo. Fu solo grazie alle serve che quella notTe ci salvammo, quando la furia omicida della donna tua madre uccise la stessa, nostro padre, e il nostro piccolo fratellino neonato.
Ci portarono lontane, da una donna.
A Darchon.
Lei era una donna di fede..

Ma il resto lo sai già.


Adesso sono una Stregona, servo Nostro Signore.
Fu lui a salvarci quella notTe, mettendoci nelle mani delle serve.
Fu lui a guidare i nostri passi quando tornammo a Sotminoa.. "


"Non aspettatevi storie tremendamente complicate. O tristi. Quella che scrivo ora e’ l’unica vera storia, ma se preferite, posso sempre inventarmene un’altra, piu’ avvincente.
Fuggimmo da Sotminoa, nostro villaggio natio.
Non mi ricordo molto del perche’: mia sorella Veldan, con me, si divertiva a raccontarmi di come venivamo da una famiglia di nobili origini, caduta in rovina. E che le persone con cui viaggiavamo, non erano altro che i nostri servi, che probabilmente ci portavano con loro perche’ pensavano che saremmo potute esser utili.
Non ho mai saputo quanto di questo fosse vero, ma che stavamo andando verso Darchon, eccome se lo era .
Ed in breve tempo, questi ci affidarono ad una vecchia signora, perche’ noi l’aiutassimo nella cura della casa dove questa viveva.
Alcuni la consideravano solo una vecchia pazza, altri un male da estirpare: e questa, grazie al suo carattere, burbero, gretto, che non vedeva di buon occhio nessuno, e che non usciva mai, non faceva nulla per farsi amica la gente. Passavano gli anni; e piu’ questi passavano, piu’ ci rendevamo conto che piuttosto che per il nostro aiuto, la signora , tale Lilith Youth, ci teneva in casa probabilmente per aver un po’ di compagnia.
Ci confesso’ anche di esser natia come noi di Sotminoa, come la gente sussurrava, di tanto intanto. E, probabilmente, credente.
E arrivo’, infine, anche per lei il momento di lasciar questa terra; e ora, posso scriverlo, devo confessare che un certo affetto lo provavo per quella vecchia bisbetica con cui ho trascorso la maggior parte della mia infanzia. Gli volevo bene, un sacco bene,insomma.
Rimanemmo ancora qualche tempo a Darchon,a racimolar qualche soldo.
Correva la voce di una guerra, tra il villaggio di eretici dove ci trovavamo e il nostro.
E quando, finalmente, convinsi mia sorella a lasciar tutto ,spinte un po’ dalla Fede,e un po’ dalla curiosita’, tornammo a Sotminoa.
Ma eravamo impure, contagiate dall’eresia. E non potevamo aspettare: per noi , la via immediata della conversione. Mi chiesero di uccidere mia sorella, e se non mi avessero fermato prima, quella notte, l’avrei fatto.
E ora, finalmente, mi rendevo conto di cosa fosse la Vera Fede. Venni a conoscenza di un gruppo di guerrieri, che, al servizio dell’Unico Vero Dio, diffondevano la sua parola tramite l’utilizzo della spada. Insomma, in breve tempo, divenni Aspirante dei Luttuosi con il numero Ventitre.
Mai troppo duro fu quello che mi chiesero, durante l’aspirantato.
E poi, divenni Luttuosa, affidata al Sicario delle Spie Faina.
E continuo, ora, a portar con fierezza le Fasce che mi furono consegnate."






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