Decreto legislativo 30.06.2006
Il ministro dell'istruzione, Fioroni, ha firmato il decreto di assunzione a tempo indeterminato per 20 mila docenti e 3500 ausiliari tecnici ed amministrativi da immettere in ruolo da settembre.
"Il provvedimento - dice Fioroni - si inserisce in un piano di interventi finalizzati alla soluzione del problema del precariato che costituisce una delle prioritá del programma di attivitá di governo". Dispone anche la proroga dell'utilizzazione del personale dirigente, docente ed educativo in compiti di supervisore di tirocinio e di coordinatore delle attivitá didattiche nei corsi di laurea in Scienze della Formazione e in scuole di specializzazione.
Il piano del governo per il precariato. "Il contingente di 20 mila più 3.500 immissioni in ruolo è chiaramente insufficiente, ma è quello previsto dalla programmazione triennale del precedente governo", spiega il più stretto collaboratore del ministro della Pubblica Istruzione. E con un chiaro riferimento al collega dell'Economia, Padoa Schioppa, aggiunge: "Stiamo lavorando perché venga accolta questa idea sia i relazione per il turn over del prossimo settembre", che prevede circa 30 mila pensionamenti, "sia per le uscite dei prossimi anni, previste in 25/27 mila unità l'anno". Insomma, se si continuasse di questo passo il precariato sarebbe destinato ad accrescersi. Ma qual è il piano del governo Prodi? "C'è un ragionamento in prospettiva: un piano pluriennale, che non è detto debba essere necessariamente triennale, potrebbe anche essere quinquennale, che tenga conto della programmazione delle uscite (i pensionamenti, ndr), delle eventuali modifiche delle cattedre della scuola secondaria di secondo grado e di nuove modalità di reclutamento degli insegnanti nell'ottica del superamento del precariato".
Insomma, attraverso una azione complessiva che tenga conto non solo della attuale consistenza numerica dei supplenti, nei prossimi anni potrebbero essere assunti migliaia di precari.
Occorre mettersi d'accordo sul significato di 'precario', perché se è vero che nell'universo mondo dei supplenti ci sono quelli che hanno superato i 40, insegnano da vent'anni e vanno in pensione da precari, è anche vero che non tutti i 315 mila iscritti nelle graduatorie permanenti provinciali possono considerarsi precari, perché una parte di questi non ha messo piede in aula neppure per un giorno. "Stiamo calcolando proprio questi numeri perché siamo convinti che non è affatto sicuro che il precariato abbia un costo inferiore per la scuola rispetto a eventuali assunzioni a tempo indeterminato. Ma è certo - continua Bastico - che il precariato mina la qualità della scuola e dell'insegnamento. Chi resta precario troppo a lungo non può programmare nessun futuro e questo inevitabilmente sulla qualità del lavoro".
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