Nella redazione del cielo si è
liberato
un posto di giornalista,
come inviato speciale sulla terra.
Io sono pronto per il grande esame.
So benissimo che lo stile del Padre Eterno è molto
diverso
da quello degli uomini sulla terra.
Ogni fatto va narrato solo al positivo.
Arriva il momento tanto atteso.
Sono nell'ufficio di Dio.
E al suo cospetto supero a pieni voti la prova teorica.
Mi compiaccio e, in un momento di paura,
sfruttando la sua assenza
frugo furtivamente con lo sguardo le sue cose.
Scorgo, sulla scrivania, i suoi occhiali.
La tentazione è forte.
L'euforia del momento mi fa esitare,
in un attimo, ecco inforcati gli occhiali.
Rimango letteralmente estasiato.
Con gli occhiali vedo tutto chiaro e trasparente.
Di ogni cosa mi appare la realtà più profonda.
Nessun segreto si nasconde ai miei occhi.
Guardo all'ingiù e fermo lo sguardo
su un possidente terriero,
che sfrutta gli extracomunitari
per lavori massacranti
senza un'assicurazione, né compenso.
In questo momento, ne sta proprio assoldando uno.
Non sopporto oltre.
E senza esitazione alcuna raccolgo lo sgabello
sotto la scrivania
e glielo scaravento in testa.
Ma ecco che ritorna Dio.
Testimone invisibile e silenzioso di tutto mi chiede
spiegazione di tal gesto.
Ma è chiaro:"Quel disonesto va punito!"
Esclamo con voce forte e assetata di giustizia.
"Ah, no. Non ti rendi conto
che ti sei messo i miei occhiali,
ma non il mio cuore?".
"Ha diritto di giudicare,
solo chi ha il potere di salvare".
Mi sorride e come un buon padre mi raccomanda:
"E ora va, e scrivi con il cuore".