Carissimo Turi, ti scrivo questa lettera aperta innanzitutto per manifestare la mia personale solidarietà e di tutto il Mir per il gesto che hai compiuto. Esso nasce dalla tua ricerca verso una coerenza totale con i principi di semplicità e nonviolenza che proclamiamo. Ti conosco sin dai tempi in cui frequentavamo via Assietta e so quanto questa tua ricerca sia profonda. Oggi la follia della guerra, della sua preparazione, l'apprestamento di armi micidiali, in grado di distruggere più volte ogni forma di vita sulla terra, sta raggiungendo livelli sempre più insopportabili. 20 anni fa eravamo in piena guerra fredda, il pericolo di un conflitto disastroso era sentito da molti, e la lotta contro l'installazione dei missili nucleari a Comiso, ci vide impegnati, noi nonviolenti e molta gente di buona volontà; ma se allora la presenza di armi di distruzione di massa, quali sono le atomiche, negli arsenali era giustificata da una presunta necessità di deterrenza (ciò secondo i politici dell'epoca serviva a tener lontana proprio la guerra, anche se noi la pensavamo diversamente) oggi questa scusa non sussiste più: eppure il nostro territorio continua a pullulare di armi nucleari, pronte all'uso, anche se molti preferiscono non ricordarsene, ed in compenso i conflitti armati si stanno pericolosamente diffondendo sempre più; e la guerra,quella 'calda', che uccide e distrugge, è rientrata come comune mezzo di azione politica. Tutto ciò interpella le nostre coscienze e ci provoca ad una rivolta morale contro ciò che appare ed è una follia. Eppure a questa rivolta che sentiamo nascere nelle nostre coscienze,non sempre sappiamo far seguire azioni adeguate. Molte volte abbiamo discusso sull'opportunità o meno di azioni individuali, sulla loro effecacia, se sia meglio lavorare per una cultura di pace e per azioni che coinvolgano di più la gente; non c'è dubbio però cha a volte i gesti apparentemente "folli" come il tuo sono indispensabili per rendere evidente la ben maggiore e tragicamente reale follia degli armamenti. E' per questo che vorrei esprimerti un ringraziamento per quello che hai fatto, per averci "costretto" col tuo gesto a una maggior presa di coscienza;sta a noi dare diffusione a questo fatto e presentarlo per quello che è: un gesto profetico teso a gettare un granellino di sabbia in un possente ingranaggio che è teso a portare la morte nel mondo. Al tempo stesso ti confesso che invidio il tuo coraggio a sfidare la macchina bellica. Forse noi tutti nonviolenti dovremmo trovare + coraggio + fantasia per gesti che servano appunto a tenere continuamente vigili le coscienze: non è detto che si debba tutti andare aprendere a martellate gli aerei militari, ma dovremmo riprendere il "gusto" per le azioni dirette nonviolente e di disobbedienza civile che in tempi bui come l'attuale sono indispensabili. Ti accusano di atti vandalici, ma mi chiedo: chi è il vandalo: chi danneggia un aereo fatto per portare la morte o chi quell'aereo costruisce e manutiene, in modo che sia sempre pronto ed efficiente per portare il suo carico micidiale ad uccidere migliaia di innocenti? Se qualcuno avesse manomesso i telefonini che hanno fatto esplodere gli zainetti esplosivi di Madrid o Londra, avremmo detto che era un sabotatore o non l'avremmo trattato piuttosto come un benefattore? Dunque ancora grazie, carissimo Turi, per quello che hai fatto; particolarmente significativo poi mi è parso il tuo aver usato un martello acquistato ad Assisi:là dove Francesco iniziò la sua missione di pace, dove Aldo Capitini portò la prima marcia Perugia Assisi. Per parte nostra, pur essendo un piccolo movimento, cercheremo di dare pubblicità al tuo gesto, e vorremmo fare qualcosa per premere sulle autorità olandesi, che riconoscano il tuo agire per il bene di tutti e non come un qualsiasi teppista che si diverte a danneggiare i beni comuni: le armi atomiche e i mezzi che li trasportano non sono "beni", men che meno "comuni". Su questo però dovresti suggerirci tu o i tuoi avvocati quali azioni o altro possono essere più efficaci. Pensavo ad esempio ad una petizione come Mir al presidente del tribunale, eventualmente da far firmare ad altre associazioni e movimenti, ma vorrei avere prima la certezza che non sia in contrasto con la difesa adottata dai tuoi legali. Io infatti spero che tu possa comunque riguadagnare la libertà al più presto Facci sapere qualcosa, Un carissimo abbraccio; per parte mia prego il Dio della pace che ti sostenga in questa tua lotta
PACE FORZA GIOIA
Paolo Candelari
presidente del MIR
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