Rinnoverà
Rinnoverà nella tua santa Chiesa
grazia su grazia la tua carità;
ci sosterrà con la sua forte mano,
oltre il timore, la tua libertà.
E chi potrà giammai
tra te, Gesù, e noi
scalfire il patto di fedeltà.
Rinascerà dalla tua fresca luce
l’uomo che trova la tua verità;
non smarrirà nella sua lunga prova,
dono di Pasqua, la tua novità.
Consolerà con la tua vera carne
tutta la storia la tua povertà;
Irromperà nelle sue aspre sfide,
verso la gloria, la tua santità.
Nella tua bontà favorisci Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme,
e gradirai vittime di giustizia,
e offriranno vitelli sul tuo altare.
Sia gloria al Padre Onnipotente,
e al Figlio, Gesù Cristo Signore,
allo Spirito Santo amore,
nei secoli dei secoli. Amen.
Risorto è Cristo Signore
Risorto è Cristo Signore di vita,
e trema il giorno alla gran novità.
Da terra è sorto il novello Adamo
in lui risplende l’umana beltà.
Ravviva il cosmo lo Spirito santo,
rinnova l’uomo sanato dal mal.
Tuo trono, o Cristo, è la terra affrancata
t’inse di saldo nel mezzo dei cuor.
Per te l’umano accede all’eterno
redento
e salvo nel dono d’amor.
Sorgente viva Signore di pace,
il mondo attinge dal tuo vigor.
Gesù, Signore davvero risorto,
la nostra storia con te si farà.
Traspaia sempre il tuo amor nella Chiesa
finché il tuo regno in tutti verrà.
Saremo uniti con te presso il Padre,
e luce e gioia per sempre sarà.
Risposta
Quante le strade che un uomo farà,
e quando fermarsi potrà?
Quanti mari un gabbiano
dovrà traversar,
per giungere a riposar?
Quando tutta la gente
del mondo riavrà
per sempre la sua libertà?
Risposta non c’è,
o forse, chi lo sa?
Perduta nel vento sarà...
Quando nel mare un’onda verrà,
e i monti lavare potrà?
Quante volte un uomo
dovrà litigar,
sapendo che è inutile odiar?
E poi quante persone
dovranno morir,
perché siano in troppi
a morir?
Quanti cannoni
dovranno sparar,
e quando la pace verrà?
Quanti bimbi innocenti
dovranno morir,
e senza saperne il perché?
Quanto giovane sangue
versato sarà,
finché un’alba
nuova verrà?
Risplenda nella notte una gran luce
Risplenda nella notte una gran luce,
discenda nel deserto la rugiada,
getti virgulti il ceppo inaridito
e germini la terra il Salvatore.
Esulta d’allegrezza, o tu che piangi,
perché il tuo Dio sta per venirti incontro;
alto risuona un grido nel deserto:
“La strada preparate al Dio che viene”.
Al lungo desiderio delle genti
risponderà un Dio fatto bambino,
ed uscirà dal grembo di donna
colui che regge tutto l’universo.
Il mondo intero è vigile, in attesa
che l’ombra della notte si diradi;
alzate il vostro capo, e contemplate:
all’orizzonte già si leva Cristo.
A lui, ch’è il vero sole di giustizia
cantiamo nell’avvento della vita,
desiderando l’ultimo ritorno
che tutti ci consumi nell’Amore. Amen!
Risveglia la tua potenza
Risveglia la tua potenza:
vieni a salvare il tuo popolo!
Vieni a salvare il tuo popolo!
Ti chiamano i poveri,
gli afflitti ti attendono,
gli stanchi confidano,
le genti sospirano e gridano:
«Vieni, o Signore!»
Vieni a salvare il tuo popolo!
Profeti t’annunciano,
Giovanni ti predica,
i cuori si pentono.
O luce che vinci le tenebre,
vieni, o Signore!
Vieni a salvare il tuo popolo!
Le attese si compiono,
esulta la Vergine,
al mondo ti genera,
per tutte le genti ti supplica:
«Vieni, o Signore!»
Vieni a salvare il tuo popolo!
Risveglia la tua potenza:
vieni a salvare il tuo popolo!
Vieni a salvare il tuo popolo!
Ritmate sui tamburi
Ritmate sui tamburi un inno al mio Dio,
sull’arpa e sulla cetra la lode per lui.
Ti dirò grazie, ti benedirò,
Signore,
ti dirò grazie, ti benedirò!
Dio sei mia forza, se mi abbandono in te,
sei la mia salvezza, se confido in te, Signore.
ti dirò grazie, ti benedirò,
Signore,
ti dirò grazie, ti benedirò!
Cantate un canto nuovo tra squilli di tromba,
con organi festosi suonate per lui.
Lodate ed acclamate, battete le mani,
con cembali sonori danzate per lui.
Fedele è il Signore, eterno il suo amore,
annunzierò con gioia la sua verità.
Ritornerò
Ritornerò alla casa del padre mio,
e poi gli chiederò perdono
perché ho sbagliato:
«Padre, no, non son degno
di restare qui, ma tienimi con te,
qui con te».
Ma il padre, che da lontano lo vide,
si alzò, e poi gli corse incontro,
e a lungo lo abbracciò:
«Si faccia festa,
perché questo mio figlio,
che era perduto, è tornato qui».
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