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di Giacomo Dotta (g.dotta@html.it)
18/11/2004 - 16:37
Burst.com, dopo aver denunciato Microsoft nel 2002 per
violazione di proprietà intellettuale e irregolarità
in ambito antitrust, accusa ora il gruppo di Redmond di
aver distrutto le prove del processo, ovvero alcune mail
considerate fondamentali
Piomba su Microsoft un'accusa decisamente pesante nell'ambito
della causa pendente con il gruppo Burst.com: distruzione
di prove molto importanti sul caso, prove costituite da
e-mail, prove la cui conservazione era stata raccomandata
proprio nel contesto del processo a Microsoft.
La vicenda legale sorta tra i due gruppi è relativa
a problemi di proprietà intellettuale ed antitrust.
Le prove del misfatto sarebbero state contenute all'interno
di alcune mail cruciali delle quali ora Burst.com denuncia
la scomparsa. La distruzione sarebbe provata da una mail
con cui il responsabile Microsoft Jim Allchin imponeva già
nel 2000 la distruzione delle mail dopo 30 giorni.
Ora il portavoce Drake nega che la regola sia estesa a
tutte le mail (quelle coinvolte in processi legali sarebbero
fuori da una regola che Allchin descrive come una «policy
aziendale»), ma nel contempo i legali dell'accusa
fanno pressione indicando le mail come di fondamentale importanza
ai fini del processo. Microsoft nel frattempo controbatte
ricordando come la conservazione delle mail aziendali non
è certo una pratica obbligatoria e, anzi, una pulizia
cadenzata delle caselle di posta è pratica salutare
per le strutture del gruppo.
La situazione emersa va inquadrata nell'ambito di una causa
ormai vecchia di 2 anni nella quale le parti si muovono
per perseguire le proprie strategie. La verità sulle
mail contestate emergerà presumibilmente all'interno
delle aule di tribunale e fuori dai semplici supporti giornalistici.
Fonte news: htlm.it
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