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Il robot che sembra una ragazza

Il fascino di Repliee Q1
di EVA PEDRELLI
Il robot che sembra una ragazza, androide fatto di silicone e di 30 sensori

Androide


E' una giovane asiatica, carina e disinvolta. Sorride, respira e reagisce in diversi modi se viene sfiorata. Ha il dono della parola e può dare informazioni e rispondere a qualche domanda. Un volto dalla pelle liscia e levigata e acconciature diverse. Ha un nome insolito per una ragazza, si chiama Repliee Q1. Lei, infatti, è fatta di silicone e sensori ed è un androide. Forse è l'androide più attraente che sia mai stato realizzato, se si esclude qualche personaggio della fantascienza come il comandante Data della serie Star Trek Next Generation.

Partorita dalla mente del professor Hiroshi Ishiguru dell'università di Osaka e realizzata in collaborazione con la Kokoro inc., Repliee Q1 è l'ultima versione del robot a cui un team di ingegneri lavora già da diversi anni. Era stata presentata per la prima volta nel 2003 con il nome di Actroid e, dopo essere stata sottoposta a nuove modifiche e perfezionamenti, è ora in mostra al World Expo di Aichi fino alla fine di settembre. Q1 intriga e colora le fantasie dei visitatori e ha gli occhi del mondo addosso.

Il professor Ishiguru sostiene che la creatura riesce a trarre in inganno per diversi secondi già allo stadio attuale, avendo movenze umane, studiate nei minimi particolari. Tutta la parte superiore del suo corpo è attivata da una serie di oltre 30 sensori, detti "gradi di libertà", e collegata ad un meccanismo ad aria compressa che determina l'azione. I dispositivi di controllo nelle braccia permettono al robot, per esempio, di pararsi da uno schiaffo. Anche le espressioni del viso sono così regolate dai sensori piazzati sottopelle in diverse posizioni, come la fronte e le guance, e rendono Q1 inaspettatamente empatica.

Non cammina ancora, ma sembra che a livello inconscio, le persone interagiscano con lei come se fosse umana. Il suo ideatore ha in progetto di sviluppare macchine che siano sempre più rassomiglianti agli umani perché sostiene che le persone "tendono a prestare più rispetto e attenzione ai robot umanoidi e a comunicare con loro con maggiore scioltezza". Insieme a Q1, anche Repliee R1 ha visto la luce in questi anni. R1 ha l'aspetto di una bambina giapponese di cinque anni e ha ancora solo nove "gradi di libertà" che le permettono di muovere un braccio.

Mentre il mondo è diviso sulla clonazione, il Giappone sembra inarrestabile nella produzione di robot multifunzionali dai tratti umani. Si spera che questi rimarranno sempre innocui, rispettando le Tre leggi della robotica di Asimov e non necessiteranno un giorno di essere sottoposti ad un test Voight-Kampff, che per Philip K. Dick era il mezzo per distinguere gli androidi dagli umani.


(fonte news: La Repubblica)

La redazione di megghy.com

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