Negli ultimi tre mesi registrati 700 diversi tipi
di minacce
sulle reti di IM. GLi utenti nel mondo sono adesso 300 milioni
Il worm si affaccia nella chat
allarme tra gli istant messenger
Nel 2006 il traffico supererà per la prima volta quello
della mail
di ALESSANDRO L0NGO
ROMA - Un messaggio balza sullo schermo: "Wow, vedi
questo". Si accompagna a un file in arrivo. A mandarlo
è un amico che conosciamo bene, tramite un programma
di instant messaging installato sul computer. Ci fidiamo,
apriamo il file, che sembra una foto. Sembra. In realtà
è un worm e dal quel momento anche noi finiamo nella
schiera degli 'appestati'. Il nostro computer invierà
il worm, con la stessa tecnica, agli altri contatti memorizzati
nel software instant messaging: in automatico e senza il nostro
consenso.
Saremmo anche in buona compagnia, perché il fenomeno
è ormai giunto a livelli da allarme rosso: i software
di instant messaging (IM) sono diventati un campo minato per
gli utenti. Negli ultimi tre mesi circolavano (e circolano
ancora) 700 diversi tipi di minacce su reti IM, contro i 120
del primo trimestre 2005. La minaccia più importante,
che rappresenta l'87 per cento dei casi, sono i worm. Agiscono
come descritto nell'esempio: si auto inviano a tutti i contatti
presenti nel computer infetto. Si propagano tramite un messaggio
che accompagna un file oppure che contiene un link a un indirizzo
web. Il file o la pagina web cercano di installare il worm
sul computer della vittima.
In questo secondo modo agisce IM.Treba.AIM. È la minaccia
del momento su reti IM; è stata scoperta due settimane
fa. Non si limita ad auto propagarsi, ma può anche
costringere il computer a continui riavvii e lo rende vulnerabile
agli attacchi di un pirata, che può quindi rubare informazioni
personali custodite su hard disk o digitate sulla tastiera
(come gli estremi di una carta di credito).
A lanciare l'allarme è stato IMLogic, azienda specializzata
in software per la sicurezza degli instant messaging. Ad aumentare,
rileva IMLogic, non è soltanto il numero di diversi
tipi virus e worm su IM, ma anche la loro diffusione e il
livello di sofisticazione delle minacce. La causa del problema
è che gli instant messaging sono ormai molto popolari.
Secondo una ricerca di Pew Internet presso i teenager lo sono
già più delle e-mail. Ognuno dei tre principali
software IM (MSN, Aol e Yahoo!) riporta un traffico di circa
un miliardo di messaggi al giorno.
Secondo molti esperti, il traffico IM mondiale, complessivo,
nel 2006 supererà per la prima volta quello delle e-mail.
Gli utenti di IM sono adesso 300 milioni, con una crescita
del 200 per cento su base annuale. Sempre più gli utenti,
soprattutto i giovani, preferiscono usare i messaggi istantanei
per chiacchierare con gli amici. Le e-mail sembrano invece
destinate a diventare un mezzo soprattutto per messaggi di
lavoro, lunghi e impegnativi.
La forza degli IM è che meglio delle e-mail sembrano
garantire un contatto stretto con gli altri utenti: permettono
di vederne la presenza online e di comunicare con loro in
tempo reale. Il loro punto debole, rispetto alle e-mail, è
la limitata interoperabilità. Gli utenti dei principali
software IM non possono cioè comunicare tra loro. Un
problema che però sta per essere superato. Il primo
passo sarà fatto da MSN e Yahoo!: a ottobre hanno annunciato
che diventeranno interoperabili entro la primavera 2006.
Buona notizia per gli utenti, ma anche per i pirati: se gli
IM diventeranno interoperabili come le e-mail, non ci saranno
più barriere per la propagazione dei virus. Adesso
invece ce ne sono esclusivi per ciascun software, che corrisponde
a una particolare rete di IM. Quelli che funzionano su MSN
sono i più diffusi, sostiene IMLogic. "I virus
su IM crescono man mano che si diffondono i relativi software",
dice a Repubblica. it Derek O'Carroll, managing director di
IMlogic in Europa. Non solo: "Il problema è che
queste minacce hanno caratteristiche molto particolari, che
sfuggono almeno in parte alle difese degli antivirus tradizionali.
Hanno inoltre un ciclo di diffusione molto più rapido
di quello dei virus su e-mail. Gli sviluppatori di antivirus
ci mettono dalle 48 alle 72 ore per approntare le difese contro
una singola nuova minaccia scoperta: troppo tempo".
Quanto un virus per e-mail viene scoperto e comincia a essere
riconosciuto dagli antivirus, ha solo appena cominciato a
diffondersi. Nello stesso tempo, un virus su IM ha già
fatto invece il giro del mondo. La ragione è che questi
virus sfruttano a proprio vantaggio i punti di forza degli
IM: "si inviano soltanto agli utenti che risultano attivi
nella lista dei contatti del computer infetto", spiega
O'Carroll. "Vanno al bersaglio con certezza. I virus
su e-mail sparano invece nel mucchio, pescando tra indirizzi
che potrebbero essere ormai inattivi".
"Un altro problema", aggiunge Theis Søndergaard,
cofondatore di Bull Guard, azienda che produce software per
la sicurezza, "è che questi virus, per quanto
diffusi, sono una minaccia ancora piuttosto nuova, poco conosciuta
all'opinione pubblica. Gli utenti non si aspettano di ricevere
un messaggio istantaneo fasullo e infetto dai propri amici
in lista. Non c'è ancora la percezione che i messaggi
possono essere pericolosi quanto gli allegati delle e-mail".
Ma che cosa possono fare gli utenti da casa per proteggersi?
Le cattive notizie non sono finite. "Ben poco",
riconosce O'Carroll, "a causa dell'inefficacia degli
attuali antivirus contro minacce che si diffondono così
rapidamente". Bisogna quindi "tenere il proprio
antivirus sempre attivo e aggiornato; ma non solo: anche restare
extra vigilanti e sospettosi all'arrivo di ogni messaggio
che contenga un indirizzo Web o un trasferimento di file".
C'è da diventare paranoici. La speranza e la previsione
di Søndergaard è però che "le future
versioni dei popolari software IM conterranno regole contro
i virus. Non bloccheranno il fenomeno, ma ne spunteranno l'efficacia".
Per le aziende, invece ci sono già prodotti professionali
specializzati in virus IM. Non resta quindi che fare leva
sul senso del sospetto. E trattare ogni messaggio contenente
link o un trasferimento di file come se fosse un'e-mail con
allegato. "Non accettare il file, non cliccare sul link",
dice Søndergaard. "Se proprio si è curiosi,
chiedere lumi all'utente che ci sta inviando il messaggio.
Se non ci risponde, probabilmente sta combattendo in quel
momento per strappare il proprio computer dalla morsa del
virus...".
(fonte news:
La Repubblica)
La redazione di megghy.com
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