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Il dopo elezione

Berlusconi «Non gli telefonerò per fargli gli auguri»
Bush chiama Prodi e gli fa i complimeti

L'ironia di Berlusconi: «Ora chiamerò io George...»

La replica dell'Ulivo: «Avvelena il clima sociale»

WASHINGTON - Ora manca davvero soltanto Silvio Berlusconi. Anche George W. Bush ha telefonato nel pomeriggio a Romano Prodi per esprimere le proprie congratulazioni per la vittoria elettorale. Lo comunica una nota dell'uffico stampa del leader dell'Unione. In volo sull'Air Force One verso la California, il presidente americano «ha espresso l'augurio - è scritto nel comunicato - di poter cominciare al più presto un lavoro insieme al nuovo governo italiano». Tra i due è stato concordato di vedersi nel giro di «breve tempo». Nella nota dell'Unione si fa riferimento anche a una data: «Il presidente Prodi e il Presidente Bush si sono comunque dati appuntamento per il prossimo vertice del G8 previsto, a luglio, a San Pietroburgo». Il colloquio viene successivamente confermato anche dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, Fred Jones.

BERLUSCONI: «IO NON GLI TELEFONO» - La chiamata di Berlusconi invece non ci sarà. Nessuna forma di cortesia istituzionale tra il premier uscente e quello in pectore, nessun riconoscimento dell'esito elettorale. Lo ha confermato lo stesso Berlusconi in comizio a Trieste: «Io non ho chiamato e non chiamerò Prodi. Quei signori non governeranno, sono soltanto una parentesi» ha detto il Cavaliere. Sulla mancata chiamata del Cavaliere, Prodi si era già espresso in mattinata: «È diventato un fatto di buona educazione istituzionale. Poi se la fa, la fa. Se invece non la fa, le istituizioni hanno una loro forza, la democrazia va avanti».
Sull'argomento «telefono sì, telefono no», è tornato in serata Berlusconi. «Devo fare una telefonata a Bish - ha scherzato il Cavaliere al termine di un comizio a Trieste - devo parlargli per dirgli che non lascia cadere totalmente le speranze e che ci saremo ancora noi al governo...».

TRIESTE - Il presidente del Consiglio non cambia posizione: «Nelle elezioni si sono palesate clamorose irregolarità. Non ho fatto e non farò alcuna telefonata a Prodi perché dovrei fargli gli auguri di buon governo, ma sarebbe contro gli interessi del paese»». Dal palco allestito a Trieste per il ballottaggio delle elezioni del sindaco e per la provincia, il leader della Cdl ha esordito parlando di una «ferita per l'esito» delle elezioni politiche. «L'esito non è stato quello che volevamo, ma siamo la prima coalizione d'Italia. Facendo la somma di tutti i voti la Cdl prevale su quella della sinistra per 200 mila voti», dice Berlusconi. «Siamo - ha aggiunto il leader di Fi - i vincitori morali, politici. Non credo che questi signori riusciranno a governare, loro saranno solo una parentesi, saremo in grado di renderli inoffensivi, non riusciranno a fare uno scempio delle nostre riforme, difenderemo la nostra libertà», spiega Berlusconi.

IL QUIRINALE E IL SENATO - Quanto al nodo del Quirinale, il Cavaliere preferisce rimandare la palla nel campo dell'Unione. «È un problema della sinistra - dice - se vorranno, verranno a farci delle proposte. È una questione che non è sul mio tavolo». E comunque non manca un attestato di stima a Ciampi che «per 7 anni ha fatto bene e che - spiega Berlusconi facendo un'apertura sul reincarico - potrebbe continuare». Telegrafico il no comment all'ipotesi, maturata in ambienti vicini a Forza Italia, di candidare Giulio Andreotti al Senato: «Aspettiamo e vediamo». E le sue dimissioni da Palazzo Chigi? «È tutto concordato con il Capo dello Stato. Il giorno dell'apertura del Parlamento (il 28 aprile, ndr) sentirò il presidente della Repubblica e mi dirà lui quando dimettermi. Io starò a palazzo Chigi per l'ordinaria amministrazione».

IRONIA SULL'ISTAT - «Guarda caso l'Istat è uscito con i dati economici dopo le elezioni: aumento del fatturato dell'8% e degli ordini delle aziende italiane del 14%», ha detto Silvio Berlusconi a Trieste, «con il nostro governo a casa l'Italia rifiorirà immediatamente, evviva», ha ironizzato il premier.

CONTESTAZIONE - Una contestazione di un gruppetto di studenti di sinistra ha interrotto il comizio elettorale di Silvio Berlusconi al Palatrieste. Con dei fischietti e alcuni striscioni tra cui uno con scritto «Go home» ha scaldato gli animi dei 5mila fan di Forza Italia. Alcuni di questi si sono avvicinati ai contestatori per strappare gli striscioni.

L'ULIVO: AVVELENA IL CLIMA - In risposta al comizio di Berlusconi, l'Ulivo diffonde una nota nella quale fra l'altro si attacca il premier di «alimentare con minacce ed accuse prive di qualsiasi riscontro, una pericolosa tensione istituzionale che avvelena il clima sociale».

21 aprile 2006

Fonte articolo: corriere.it

Berlusconi lancia la Grande Coalizione e contesta il voto - Prodi: "Governerà il centrosinistra"

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