Napoli, avvisi per Gabriele (foto) e Palanca, sospesi. Il patron
del Venezia attacca il Messina e Moggi. Nei guai il presidente del
Modena
Le
accuse di Dal
Cin
Dalle intercettazioni indizi su partite combinate
"Arbitri da combriccola romana"
Le clamorose accuse di Dal Cin
"Il Messina è legato a Moggi,
è una notizia nota
nel nostro ambiente. Gabriele e De Santis vicini alla Gea"
Franco Dal Cin
NAPOLI - Il lavoro investigativo
si è basato in larga parte sulle intercettazioni telefoniche,
ma non manca una clamorosa deposizione di Franco Dal Cin, un personaggio
molto noto nel mondo del calcio.
Dal Cin parla di una " combriccola romana" e di una società,
il Messina, legata a Luciano Moggi, direttore generale della Juventus.
Scrivono gli inquirenti nel decreto di perquisizione.
"In data 5 giugno 2004, la polizia giudiziaria ascoltava,
quale persona informata dei fatti, l'amministratore delegato del
Venezia Calcio Francesco Dal Cin (che era già stato sentito
dall'ufficio di indagine della Figc). Egli ribadiva quanto aveva
già riferito agli organi federali sulla 'opinione condivisa
dalla maggior parte dei miei colleghi che la societa' calcio del
Messina sia stata in diverse occasioni agevolata allorquando gli
incontri da questa disputati erano diretti da un gruppo di arbitri
facenti parte della cosiddetta 'combriccola romana', di cui -secondo
le dichiarazioni di Dal Cin- farebbero parte pure gli arbitri Gabriele
e De Santis, a loro volta legati alla società Gea riconducibile
alla famiglia Moggi".
"Aggiungeva -si legge nel decreto- che il direttore sportivo
del Messina, Mariano Fabiani, sarebbe stato consigliato dal presidente
della società siciliana dallo stesso Moggi. Dal Cin sosteneva,
infine, che lo stesso allenatore del Venezia, aveva avuto timori
per l'esito dell'incontro, avendo appreso da un suo amico che il
Venezia 'avrebbe avuto dei problemi'".
La precisazione a metà. In serata Franco Dal Cin, ha precisato
il senso della sua deposizione. "Io non ho detto certe cose
che ora mi si attribuiscono - ha affermato -, denunciando coinvolgimenti
degli arbitri nella manomissione dei risultati delle partite: se
si leggono le mie dichiarazioni, quella riguardante Palanca è
solo una frase, che va letta nel contesto di un discorso ben più
ampio. Io ho premesso ad ogni frase il fatto che quello riferito
era solo un 'si dice' che circolava nel mondo del calcio. Anche
parole riferite a una presunta 'congrega romana' degli arbitri non
sono mai state pronunciate da me con riferimento a fatti, ma solo
riportando voci sentite nei corridoi". "Quello che ho
detto - ha detto ancora Dal Cin - è stato assolutamente senza
pretesa di essere a conoscenza della verità, proprio perchè
non ne ero a conoscenza. A Napoli c'è il verbale della mia
deposizione, e tutti possono leggerlo. Ad accusare gli arbitri è
il giudice, che ha deciso sulla base di quanto ho riferito io ma
anche di quanto sentito da altre parti".
Da parte sua, la Gea ha annunciato azioni legali "a tutela
dell'immagine dell'azienda e dei suoi azionisti".
Ed ecco le intercettazioni.
Il 7 aprile 2004 alle ore 13.38. Salvatore Ambrosino "uno
dei primi giocatori indagati, parla con Salvatore Gentile del Catanzaro
- è spiegato nel decreto di perquisizione - Ambrosino dice
che si disputerà l'incontro tra Modena e Brescia del 10 aprile
2004 (Brescia-Modena zero a zero). Luca dice che l'incontro "gli
piace" e che "quello si" c'è il compare e
Ambrosino risponde che l'ha sentito e che possono stare tranquilli.
I due certamente fanno riferimento ad Antonio Marasco".
Nel decreto viene evidenziata un'altra telefonata quella dell'8
aprile 2004, alle ore 13.38 dove, "Ambrosino - si legge- colloquia
con il calciatore Gianni Califano del Chieti. I due utilizzano un
linguaggio criptico ed allusivo ma tuttavia emerge con chiarezza
che parlano di Antonio Marasco e della partita Brescia-Modena".
Nel corso della conversazione "Califano chiede al suo interlocutore
del 'nostro amico' o 'l'ex capitano nostro, cioè 'quello
dove stavo io a giocare prima di venire a Chieti' e poi conferma
ad Ambrosino che si tratta di Antonio (Marasco ha militato nel Savoia
con Ambrosino e Califano e poi Califano ha giocato nel Modena nella
stagione 2000-2001, avendo come allenatore Giovanni De Biasi e quale
amministratore delegato Doriano Tosi)".
"Ambrosino dice: 'bisogna vedere quelli la' che vogliono fare,
i primì (alludendo cioè al Brescia) e i due commentano
il fatto che il Brescia è allenato dall'ex allenatore di
Califano (Giovanni De Biasi) il giocatore del Chieti domanda in
forma retorica al suo interlocutore 'hai capito come si fa (cioe'
l'ex allenatore) con il Di con il Dt suo?, Allundendo ai rapporti
tra Giovanni De Biasi con Doriano Tosi, direttore generale del Modena.
Ambrosino risponde che sono 'fratelli' e che 'lo ha lanciato lui',
alludendo cioè al fatto che è stato Tosi a lanciare
De Biasi come allenatore". E' spiegato ancora nel decreto che
"Ambrosino, quindi, che il Brescia deve dare almeno un punto
al Modena e Califano, a sua volta, comunica che qualcuno gli ha
detto qualcosa a proposito della partita e che ha parlato con un
suo amico ed invita Ambrosino a telefonare a qualcuno altro per
avere conferma".
Il 15 aprile 2004 alle ore 22.36 intercorre una telefonata "tra
Ambrosino e Nocerino il quale -nell'indicare incontri di calcio
sui quali scommettere- dice: 'adesso ti dico una chicca... lo stretto...
dice che e' tutto a posto aggiungendo che si è giocato mille
euro. Vi è primo riferimento alla partita che giocherà
il Messina con il Venezia il 17 aprile 2004 e che terminerà
due a uno in favore del Messina".
La telefonata del 16 aprile 2004, delle ore 21.41 tra Abrosino
e Saracino contiene ancora "più chiari riferimenti".
Ambrosino, nello specificare che non vi era un accordo con il Venezia
("non è che di là è a posto"), dice
chiaramente che vi è un accordo con l'arbitro ("è
l'uomo nero che è a posto con loro, hai capito... solo l'uomo
nero... perciò o storto o dritto devono vedere come lo devono
menare").
"Nel corso del verbale di interrogatorio del 24 maggio scorso
- scrivono i pm - Ambrosino ha confermato che si stava parlando
dell'arbitro della partita Messina-Venezia, che è stato individuato
in Luca Palanca. Inoltre nel corso del suo interrogatorio del 15
giugno 2004, Ambrosino ha spiegato che la fonte interna al Messina
che aveva informato Saracino era il calciatore Salvatore Aronica,
che lo aveva informato appena dieci minuti prima".
(12 luglio 2004)
Fonte notizia :
www.repubblica.it
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