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Decisione del Consiglio di Stato
Fermo amministrativo della auto? Ora basta
Esulta la Life: «Finalmente»
Conegliano
Rimbalza nuovamente a Conegliano la protesta contro le "ganasce
fiscali". Nella città del Cima, dov'era partito
il primo vittorioso ricorso al Tar contro il fermo amministrativo,
scatta ora la controffensiva dei 16mila contribuenti trevigiani
(la stima è della Life) "appiedati" nell'ultimo
anno e mezzo da Uniriscossioni. L'associazione di viale
Italia 194 assisterà infatti gratuitamente i cittadini
che vorranno liberarsi del provvedimento e chiedere il rimborso
delle spese eventualmente sostenute.
La misura cautelare è stata definitivamente sospesa
dal Consiglio di Stato a favore di un residente romano.
Ma anche il Tribunale amministrativo veneto aveva accolto
un'analoga richiesta di sospensione avanzata dal coneglianese
Gianantonio Casagrande, al quale era stato riconosciuto
un «danno grave ed irreparabile», in conseguenza
del "blocco" disposto per la sua auto. «Per
queste vicende - spiega l'avvocato Marta Martini Canato
che l'ha difeso in giudizio - si è ancora in attesa
del giudizio di merito, il quale dovrà affrontare
il problema della mancanza del decreto attuativo a supporto
della norma. Ma l'ordinanza d'appello ammette la fondatezza
del tema e conferma la sproporzione esistente fra il credito
vantato dal concessionario (in genere poche centinaia di
euro relative a tributi o canone Rai, ndr) ed il valore
del bene che viene sottoposto al fermo amministrativo. Quello
che dovrebbe essere un rimedio discrezionale, in realtà
è diventato uno strumento coercitivo: salta a piè
pari il pignoramento ordinario ma non passa alla fase esecutiva,
perché punta piuttosto a convincere il contribuente
a pagare la somma dovuta pur di riprendersi un veicolo che
gli serve per lavorare».
Spesso, in realtà, se i loro proprietari non cedono
i veicoli gravati dal fermo rimangono sospesi in una sorta
di "limbo". «In teoria non potremmo guidarli
- afferma il vicepresidente provinciale della Life Daniele
Quaglia - anche se per disobbedienza civile noi ci mettiamo
al volante lo stesso, rischiando una contravvenzione ed
il sequestro della macchina. Ma finalmente anche i giudici
stanno cominciando a dare ragione ad una battaglia che abbiamo
cominciato quasi due anni fa». Dopo le lettere ai
parlamentari («Neanche i leghisti che erano stati
nostri soci ci hanno aiutati», lamenta Quaglia) e
gli esposti a varie Procure per presunti abusi d'ufficio
da parte dei concessionari (ma solo a Biella l'inchiesta
è ancora aperta), ora la Life ha predisposto degli
stampati per i cittadini. Chi ha già pagato potrà
ricorrere davanti al giudice di pace per chiedere il risarcimento
dei danni, mentre chi è ancora alle prese con le
"ganasce fiscali" potrà agire in via di
autotutela domandando la revoca del provvedimento.
Angela Pederiva
La redazione di megghy.com
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