[Informativa] Il Clan dell'Aquila Nera, la Genesi.


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Cipo

Terre Esterne Cittadino libero Nessuno

19-10-2007 22:00
Il nostro passato non è storia, è leggenda.

Abbiamo collegato il Clan ai Wachìpi, stilando dunque quella che è la genesi della nostra gilda.


Storia di un Guerriero Wachipi


Quante urla, quanti canti, quanti balli la leggenda narra. Fu un tripudio tra le tribù Wachìpi quando Cavallo-Scalciante tornò vittorioso. Tra le mani non aveva lo scalpo del nemico Testa-Pelata, impossibile avercelo, ma possedeva il capo dello stesso nemico che manteneva per l’orecchio destro.

Si dice che Cavallo-Scalciante, non si fermò subito a gioire con i fratelli, bensì raggiunse assieme al fratello Aquila-Nera, formidabile guerriero anch’egli, la propria baita al centro del villaggio. E non uscì da lì se non dopo ore ed ore di colloquio, di cui nessuno sa nulla.

Dopo una lunga attesa dunque si palesò alla folla Wachìpi che lo acclamava: innumerevoli uomini, donne e bambini, tutte le tribù si erano mobilitate per festeggiare la vittoria. E fu una notte di balli ai piedi dell’Albero Sacro, stretti in cerchio attorno al Grande Falò.

Si racconta che, nonostante l’entusiasmo di tutti fosse alle stelle, Cavallo-Scalciante non apparve mai felice e sorridente, bensì rimase silente a fumare l’Erba della visione lanciando occhiate alla sua baita nella quale lo aspettava probabilmente il fratello Aquila-Nera, il quale non uscì proprio quella notte. Ed era quasi l’alba quando nella frenesia di quegli attimi felici si radunarono tutti i più saggi Sciamani, per capire il perché Cavallo-Scalciante assumeva un comportamento così strano, un comportamento che non gli apparteneva nel giorno della festa, della sua festa.

Ma non fecero in tempo a cercare una visione con la Sacra pipa, che le urla gioviali divennero pianti di dolore e strepiti di paura: improvvisamente il nobile condottiero Cavallo-Scalciante lasciò andare la pipa dalle sue mani e spirò con gli occhi fissi nel falò che ardeva davanti a sè. E quando sorse il sole un mito tramontò.

Fu allora che, mentre il corpo dell’eroe fu adagiato su un altare di legno e riceveva gli omaggi della folla, gli sciamani azzardavano le più disparate ipotesi che vedevano un unico colpevole della morte di Cavallo-Scalciante: Aquila-Nera. Era bastata qualche ora di colloquio con il fratello prima della morte perché tutti lo vedessero come un assassino, un traditore. Gli Spiriti invocati dagli sciamani non davano indizi, nessuno fu in grado di avere una visione, ma comunque tutti premevano affinchè Aquila-Nera fosse catturato e poi ucciso.

Proprio lui, uno dei più abili guerrieri che innumerevoli spedizioni condusse ai piedi dei monti Huak’Andù facendo stragi di nemici, proprio lui che non tornava mai a mani vuote da una battuta di caccia. Carismatico e austero, si concedeva raramente attimi di giovialità con i suoi inseparabili compagni di guerra e caccia, cordiale con tutti non aveva mai avuto un dissapore con nessun fratello.

Eppure tutti lo cercavano, ma nessuno lo trovò. Fino a che una notte, dopo un mese di scomparsa, apparve in groppa ad una strana bestia: un cavallo nero poderoso, diverso da quelli che i Wachìpi addestrano. Ebbe il coraggio di fare il giro del villaggio al galoppo, tutti lo videro, rimasero stupiti dapprima, ma poi corsero alle armi. Non ci fu uno tra gli infallibili cecchini che riuscì a colpire Aquila-Nera o il cavallo, questi, evitando mille frecce, scomparvero nella notte.

Pochi tra i Wachìpi capirono cosa realmente era successo e quei pochi, quella stessa sera, ebbero una visione. Sparuti gruppi tra uomini, donne e bambini scapparono dal proprio villaggio, verso le coste orientali. Lì trovarono Aquila-Nera e gli sorrisero, costruirono una zattera e si misero in viaggio verso altre terre mentre da riva il cavallo nero per salutare si agitava nitriva e…Scalciava.

Fu proprio quest’Isola le cui rive quella zattera toccò dopo un viaggio spossante, al quale non tutti sopravvivessero. Si spinsero nell’entroterra, cercando e trovando un habitat che assomigliasse alle grandi foreste dell’ovest, e lo trovarono a Revaden. Nel bel mezzo della Foresta degli Eletti, ai piedi di un albero secolare si stanziò il manipolo di uomini Wachìpi, guidati dall’impavido Aquila-Nera. Ma questo è solo l’inizio di una storia infinita…


 
Kalmas

Terre Esterne Cittadino libero Nessuno

21-10-2007 13:16
complimenti!

il Gigante
+non pensare, agisci+

 
Victors

Terre Esterne Cittadino libero Nessuno

21-10-2007 14:04
Bravo Canarino. ^_*

 
Seylin

Lunhart Officiante Complottista

21-10-2007 17:41
stupendoso *ç*

io stessa non avrei saputo fare di meglio(infatti si sa che nun so capace XD)

 
Tahla

Terre Esterne Cittadino libero Nessuno

30-10-2007 09:21
Bellissimo!!!!

 
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