L'Isola
che C'è
Dame mie, ben agghindate,
e lor messeri qui presenti,
audite audite, state attenti,
il menestrello va a narrar...
Tante son le gesta immani,
di luoghi belli e assai remoti,
Ma v'e' un loco su codesta terra,
che non ha tempo e non ha eguali,
e vi voglio ora illustrar.
Dire loco e' assai riduttivo,
ma nome adatto ancor non v'e',
poiche' e' il piu' stupendo, il piu' sublime,
e piu' bello loco, ancor non v'e'.
Tre villaggi abitati son ,
uno al mare, ed uno in cima in cima,
ed il terzo in mezzo sta',
poi ci son le terre esterne ,
che da contorno esse fan.
V'e' la guerra, V'e' la pace,
v'e' l'amor e le tenzoni,
V'e' l'onor e il tradimento,
gli incantesimi ed il buon umor.
Vi son dame molto belle,
marinai grossi e forzuti,
in arcione i cavalieri,
con le lancie e gli scudieri.
Preti, maghi e fattucchiere ,
il bel e il brutto tempo fan,
poi vi sono i soldatini,
kcoi spadoni alla tracolla ,
coi pugnali alle cinture,
nei tornei e nelle ronde,
distinguersi si fan.
Vi son anche i piratacci,
con le facce losche e scure,
sempre armati fino ai denti,
sempre pronti ad altercar.
Popolani ben pasciuti,
e contadini a terra curvi,
artigiani indaffarati,
nei mestieri occupati.
E che dire dei mercanti,
con le vesti ricamate,
coi denari tra le pieghe,
dei mantelli variegati.
Orsu' dunque state assisi,
che narrare or io vi vo',
le loro gesta e lor imprese,
e in un incanto entrar io vi fo'! |