Come
e quando sia nata la mia passione per la vespa non saprei
dirlo. Ma so per certo che fin da piccola ero affascinata
dai veicoli a due ruote. Quello che più mi dava
emozione era il pensare di poter stare in equilibrio
su un mezzo che da fermo non sarebbe potuto restare
in piedi ma che bastava muoversi e prendere velocità
per mantenere la stabilità. A me tutto questo
sembrava una magia, ancora adesso che so bene che per
qualche legge fisica che naturalmente non ricordo si
riesce ad andare, mi sembra sempre surreale, esattamente
come volare.
Ricordo quando ero bambina che mio fratello mi veniva
a prendere in collegio certe domeniche con la sua lambretta
e mi faceva sedere davanti perché non prendessi
freddo. Io mi divertivo tantissimo. Ho
sempre chiesto in questi anni a chiunque possedesse
una moto, grande o piccola che fosse, di portarmi a
fare un giro. Così ho potuto constatare che le
moto di grossa cilindrata mi piacciono meno, preferisco
giusto appunto la vespa proprio perché come passeggero
mi sento più sicura e più stabile.
Da ragazzi spesso siamo andati più di una volta
in due su una vespa 50 rischiando qualche bella multa.
Una volta siamo addirittura saliti in tre più
una valigia.
Uno dei giochi più belli che mi piaceva fare
e che ancora oggi faccio con Enzo “il mio compagno”
è quello di riuscire ad arrivare al semaforo,
fermarsi e ripartire senza appoggiare i piedi in terra.
Credo comunque che in molti lo facciano. Qualche
volta è successo che qualcuno dei miei nipoti,
della mia stessa età o poco meno, mi proponesse
di guidare. Io mi sentivo presa tra due fuochi, non
sapevo se dirgli “sei matto“a causa del
mio scarsissimo residuo visivo, oppure dirgli di si
con piacere. Naturalmente sceglievo la seconda risposta,
con il buon senso di fare solo qualche decina di metri
in spazi molto ampi Quando otto anni fa ho conosciuto
Enzo, tutti e due pensavamo ad un mezzo che potesse
divertirci che non fosse l’auto. Così abbiamo
deciso di prendere una vespa di seconda mano tenuta
abbastanza bene con la quale abbiamo fatto la nostra
prima vacanza in Sardegna. Purtroppo per cause di praticità
non riuscivamo più ad utilizzarla. Così
siamo stati fermi quasi cinque anni. Due anni fa, avendo
la disponibilità di un garage, ci è tornata
la voglia, o meglio, è tornata anche a Enzo,
perché io non l’avevo maipersa.
Così abbiamo deciso di prendere una nuova 150
euro time 2000 azzurrina. Ci siamo iscritti al Vespaclub
di Casalecchio ed abbiamo cominciato a frequentare qualche
raduno. L’anno scorso Enzo ha trovato per caso
in qualche rivista la pubblicità del primo libro
di Giorgio Bettinelli e mi ha talmente stressato che
alla fine gliel’ho regalato per il compleanno.
Da quando ha cominciato a leggere il libro l’entusiasmo
si è fatto sempre più vivo e in vacanza
ogni tanto mi leggeva qualche stralcio o me ne raccontava
dei brani. Bettinelli era diventato un mito per Enzo,
tant’è che mi faceva continuamente cercare
su internet un sito che parlasse di lui o ancora meglio
un indirizzo a cui scrivere. Qualche sito l’abbiamo
trovato ma nient’altro. In questi ultimi mesi
Enzo si é intestardito a voler assolutamente
trovare la vespa px200, chissà perché
uno cerca le cose quando non sono più in produzione.
Infatti la px200 non la fanno più in Italia da
due anni. Quelle che fanno vengono esportate all’estero.
Lui questo lo sapeva benissimo, però ha voluto
che scrivessi ugualmente alla Piaggio, la quale ci ha
risposto appunto che se volevamo comprarla all’estero
l’immatricolazione sarebbe stata molto ardua e
lunga. Enzo
si é messo l’anima in pace ma io no. Poiché
usata si fa altrettanto fatica a trovarla, ho pensato
che se avessi provato a chiedere a qualche concessionario
chissà che non mi fosse capitato il colpo di
fortuna. Così ho fatto. Ho cominciato a contattare
parecchi concessionari della Toscana,”Pontedera
compresa”, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto,
ma nulla da fare.
La
risposta era sempre negativa. Allora chissà perché
mi è balzato alla mente di provare nella zona
di Torino, fra l’altro la mia città d’infanzia
dove ho ancora molti parenti, e proprio a Moncalieri,
quando ormai avevo perso ogni speranza, mi hanno detto
che ne avevano giusto una che avrebbero venduta dopo
due giorni. Così l’ho subito fermata e
ho detto a Marco, mio nipote di Torino, di andare a
confermare l’acquisto.
Dopo aver espletato le pratiche burocratiche nel giro
di una settimana eravamo a Torino a ritirarla e l’abbiamo
battezzata “brum brum” proprio perché
in quei giorni avevamo acquistato il secondo libro di
Giorgio Bettinelli, che si intitola appunto così.
Domenica 15 settembre scorso, al Vespa-raduno di Sesto
Fiorentino, siamo riusciti a conoscerlo e a scattare
alcune foto insieme (che allego). Purtroppo a causa
del tempo limitato di tutti abbiamo potuto scambiarci
solo poche battute, dalle quali comunque abbiamo avuto
l’impressione di una persona cordiale, alla mano
e “piena di adrenalina”.
Saremmo
felici se potessimo avere il suo indirizzo e-mail per
comunicare con lui. Contiamo in ogni caso di essere
presenti a Pontedera all’inizio del nuovo anno
quando partirà per il suo prossimo viaggio.
Cosa
possiamo dunque augurargli? Solo questo : “…..e
vai!!!!” BRUM…..BRUM…..
Lucia ed Enzo