La ballata dell’amore vero
Io vorrei volerti bene come ti ama Dio
con la stessa passione, con la stessa forza,
con la stessa fedeltà che non ho io.
Mentre l’amore mio è piccolo come
un bambino
solo senza la madre, sperduto in un giardino.
Mentre l’amore mio è fragile come
un fiore
ha sete della pioggia, muore se non c’è
il sole.
La casa sulla roccia
Scorre lento il fiume fra le sponde,
sembra placido e tranquillo
e nella valle c’è gente
che s’affretta a costruire un casa
da abitare in questo mondo.
Accanto al fiume, pietra dopo pietra,
impastate col cemento,
s’alzano le mura;
piano, piano verso l’alto sale una casa
e si copre con un tetto.
Ma la fretta d’arrivare
fa dimenticare a tanti,
alla gente che ben presto s’accontenta,
che sulla sabbia non si fanno le fondamenta,
che sulla sabbia non si fanno le fondamenta.
E il cielo si fa cupo,
dai monti scendono le acque turbinose;
spazzano via le case
costruite senza cuore e senza mente.
Finisce la tempesta,
ma delle case non rimane niente.
E la rovina fu grande per quella gente
e chi la visto ancora lo commenta:
sulla sabbia arida del proprio orgoglio
non si fanno le fondamenta.
Scorre lento il fiume fra le sponde,
sembra placido e tranquillo
e nella valle c’è gente
che fatica a costruire una casa
che non è per questo mondo.
Accanto al fiume, pietra dopo pietra,
impastate col cemento,
s’alzano le mura;
piano, piano verso l’alto sale una casa
e si copre con un tetto.
E son lacrime e sudore
per scavare fra le schegge,
sotto il sole ardente e la tormenta
ma sulla roccia si costruiscono le fondamenta.
E il cielo si fa cupo,
dai monti scendono le acque turbinose;
urtano contro le case
costruite con fatica e con sudore.
Finisce la tempesta
e la casa sta ritta sotto il sole.
E la gioia fu grande per quella gente
e chi la visto ancora lo commenta:
sulla roccia della parola viva
si costruiscono le fondamenta.
La cena del Signore
La cena del Signore
con gioia celebriamo
in segno di unità,
per essere nel mondo
un solo corpo in Cristo,
che vive nella carità.
La Croce del Signore
con fede veneriamo:
è il segno di Gesù.
La morte fu distrutta,
e ritornò la vita
ai figli della schiavitù.
La Pasqua del Signore
a tutti proclamiamo:
ci porta a libertà.
Guardiamo con speranza
il mondo in cui già vive
il dono dell’eternità.
Signore grande e buono,
la nostra pace vera
per sempre tu sarai.
La gioia che ci doni
a tutti canteremo,
perché sei vivo in mezzo a noi.
Confido in te, Signore,
in te che chiamo: «Padre».
Signore, dove sei?
Ti voglio confessare
il male dei miei giorni:
ho sete di perdono.
Sollevo a te lo sguardo,
aspetto che tu venga:
Signore, dove sei?
Ti voglio raccontare
l’angoscia che ho nel cuore:
ho sete di speranza.
Chi mi darà le ali
per giungere al Signore?
Signore, dove sei?
In te, che sei la pace,
mi voglio rifugiare:
ho sete della tua città.
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