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LITURGIE lettera "L"

Era un giorno come tanti altri e quel giorno Lui passò. Era un uomo come tutti gli altri e passando mi chiamò. Come lo sapesse che il mio nome era proprio quello, come mai vedesse proprio me nella sua vita non lo so. Era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò......
 

La ballata dell’amore vero

Io vorrei volerti bene come ti ama Dio

con la stessa passione, con la stessa forza,

con la stessa fedeltà che non ho io.

Mentre l’amore mio è piccolo come un bambino

solo senza la madre, sperduto in un giardino.

Mentre l’amore mio è fragile come un fiore

ha sete della pioggia, muore se non c’è il sole.

 

La casa sulla roccia

Scorre lento il fiume fra le sponde,

sembra placido e tranquillo

e nella valle c’è gente

che s’affretta a costruire un casa

da abitare in questo mondo.

Accanto al fiume, pietra dopo pietra,

impastate col cemento,

s’alzano le mura;

piano, piano verso l’alto sale una casa

e si copre con un tetto.

Ma la fretta d’arrivare

fa dimenticare a tanti,

alla gente che ben presto s’accontenta,

che sulla sabbia non si fanno le fondamenta,

che sulla sabbia non si fanno le fondamenta.

E il cielo si fa cupo,

dai monti scendono le acque turbinose;

spazzano via le case

costruite senza cuore e senza mente.

Finisce la tempesta,

ma delle case non rimane niente.

E la rovina fu grande per quella gente

e chi la visto ancora lo commenta:

sulla sabbia arida del proprio orgoglio

non si fanno le fondamenta.

Scorre lento il fiume fra le sponde,

sembra placido e tranquillo

e nella valle c’è gente

che fatica a costruire una casa

che non è per questo mondo.

Accanto al fiume, pietra dopo pietra,

impastate col cemento,

s’alzano le mura;

piano, piano verso l’alto sale una casa

e si copre con un tetto.

E son lacrime e sudore

per scavare fra le schegge,

sotto il sole ardente e la tormenta

ma sulla roccia si costruiscono le fondamenta.

E il cielo si fa cupo,

dai monti scendono le acque turbinose;

urtano contro le case

costruite con fatica e con sudore.

Finisce la tempesta

e la casa sta ritta sotto il sole.

E la gioia fu grande per quella gente

e chi la visto ancora lo commenta:

sulla roccia della parola viva

si costruiscono le fondamenta.

 

La cena del Signore

La cena del Signore

con gioia celebriamo

in segno di unità,

per essere nel mondo

un solo corpo in Cristo,

che vive nella carità.

La Croce del Signore

con fede veneriamo:

è il segno di Gesù.

La morte fu distrutta,

e ritornò la vita

ai figli della schiavitù.

La Pasqua del Signore

a tutti proclamiamo:

ci porta a libertà.

Guardiamo con speranza

il mondo in cui già vive

il dono dell’eternità.

Signore grande e buono,

la nostra pace vera

per sempre tu sarai.

La gioia che ci doni

a tutti canteremo,

perché sei vivo in mezzo a noi.

Confido in te, Signore,

in te che chiamo: «Padre».

Signore, dove sei?

Ti voglio confessare

il male dei miei giorni:

ho sete di perdono.

Sollevo a te lo sguardo,

aspetto che tu venga:

Signore, dove sei?

Ti voglio raccontare

l’angoscia che ho nel cuore:

ho sete di speranza.

Chi mi darà le ali

per giungere al Signore?

Signore, dove sei?

In te, che sei la pace,

mi voglio rifugiare:

ho sete della tua città.

<<<INDIETRO AVANTI>>>


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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