La piccola stazione
del paese
era di la' dagli orti,
a due passi soltanto
dalla casetta tutta nostra, nuova
sulla verde vallata:
il treno era una voce di famiglia.
A vedermi partire ogni mattina
per la città coi libri era mia
madre
lei sola.
Le stanze, a pian terreno,
perché mio padre, cieco, avesse solo
a tendere la mano oltre la soglia
al sedile di pietra sulla via.
Il treno era una voce
di casa, il mio ritorno quotidiano…
(comprendo ora soltanto
cosa fosse per voi
il ritorno dell'unico figlio.)
Ora , mamma, riguardi il mio ritratto
e ripensi ai viaggi che sognavo.
Dici che mi son subito invecchiato:
a diciott'anni l'ultimo viaggio!…
A te l'ombra ho lasciato del mio viso
nella mano che sento,
padre, ancora tremar nella carezza.
Da: L'arcata sul sereno |