Dalle sbarre
ci avvolge d'orrore
il tuo sguardo leone,
fiero di tristezze primordiali.
E vacilla il pensiero
al limite tenebroso
d'una invalicabile giungla.
Abbiamo strappato una forma,
una voce di fuoco ruggente
a regni ove la terra
cova nella memoria
un segreto di primigenie esplosioni.
Ma non abbiamo incatenato
la scintilla primeva di quel fuoco;
e il rugghio
e' l'eco inafferrabile
d'un mondo remoto.
Assunto lassu',
sulla volta d'un tempio
tra sibille e veggenti
e apocalittiche forme,
nel dominio dell'arte
ove intangibile, alta
e' la luce dell'eterno,
il soffio di quell'anima e' sacro
e ci piega le ginocchia.
Lassu',
e' simile all'occhio del Profeta
lo sguardo del leone,
rasserenato, eccelso
sulla nostra fralezza.
Da:Lucciole sul granturco (1965)
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