"…la
voce del Signore Dio che camminava nel
paradiso nel tempo che lévasi il vento dopo
mezzodì… "
( Genesi, III, 8)
Se hai parole
anche antiche, di sempre,
ma necessarie, vive - rugiada sull'erba -
che siano non suono d'arpa oziosa
ma sembri si levino da te
come, dal fondo delle cose,
le voci che mai sono di troppo
(ne vive l'attesa
come del passo del ritorno a sera
davanti alla soglia),
parole che il tempo
rifa' sempre nuove
con l'antico delle fiorite
e delle consonanze - immortali -
che sorprendono il sangue
(il mondo trasale anche inconscio
dall'arsura
a vertici di sorgive),
se hai parole
che nel frastuono degli oricalchi
e nella lacerazione dei giorni
siano ancora possibili,
come al risveglio il sapore della vita,
le tue parole forse
saranno come il vento
dopo mezzodì
- in un mondo ancora possibile -
sul cammino lucente
di Dio.
Da : Il vento dopo mezzodì
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