Sono tornato ai
vostri ultimi regni,
nella pace delle vallate
e delle rupi,
sui sentieri
senza piu' orme.
Ho ritrovato l'odore del mirto
e della menta selvatica.
Mi ha sorriso il muschio
come un talismano di smeraldo dimenticato.
Ho ritrovato sui ventosi altopiani
l'indicibile musica del risveglio del
vento
e il vorticoso respiro dell'infinito.
Ho riascoltato di notte l'infausto
incanto
delle invisibili civette.
E ho trasalito come per un rimorso
d'un' inesplicabile colpa.
Non fuggite da me
Angeli del Silenzio e della Solitudine!
Ho bisogno di voi.
Ho camminato tanto.
Sono un sopravvissuto.
E ora sono quasi
vicino alle mie origini primigenie.
Sento le foglie umide
tendermi le loro bocche
come coppe inebrianti di purezza.
Sara' passato un secolo
o una sola notte:
non importa piu' il tempo
ora che quest'alba
mi guarda come ad un bimbo.
I gridi degli anni
che sono trascorsi
non sono che un 'eco remota.
Era qui il miracolo della perduta innocenza
qui dove ho portato
il mio ansito di fuggiasco.
Qui mi ha spinto quest'arsura
di fresche sorgive
come un cervo ferito.
Forse solo nell'ultimo istante
potro' cogliere per sempre
l'intera, viva, pura vostra luce,
Angeli del Silenzio e della Solitudine.
Per intanto abbiate pieta' di me!
Da: Trilogia neoellenica.
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