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Felice Mastroianni
LA SCORZA SONORA

a G. Cassinelli

Tornarono su questi colli

musiche di zufoli verdi

e azzurri disgeli

nelle fuggiasche fiumare.

Si persero nel giro degli anni

le bucoliche del mio pensiero

al vento d'un estraneo mare.

Si perse il mio dispetto montanaro

ove salpavano àncore

d 'oltre oceano, tra stupidi gabbiani

vento di marzo vento marinaro.

Ora che come navi straniere

prendono il largo

ultime primavere,

tògliti ipocondria di giorni irrisi

a ogni svolta, d'altri

perduti al gioco della vita, ignaro

dei colpi gobbi degli scaltri;

svuòtati di rimpianti e malumori

inutile torba da stiva in disarmo;

se puoi, ritrova incanti

e leggende d'uccelli di cascate di fiori

con un tenero ramo,

un'umile scorza di primavera.

Come se riassaporare stagioni perdute

fosse solo avventura da "spleen"

e non anche misura d 'ardua pieta'

d 'un dissacrato mito d 'anni

fraterni nella sorte

ai volatili sui varchi;

d 'una felicita', supposta o vera,

di mentite illusioni

e di smanie, d 'arsure e di folate

tra alti odori di brughiera

e in iridi lucenti d 'acquazzoni;

felici anche d 'una prima pena

d 'esuli, ma come d 'incerto albore

in dormiveglia, ai primi gridi

delle rondini, a un nuovo vento d 'ali.

Da remoti sentieri mia madre

mi tendeva le braccia,

una giovinetta, tra sonno e veglia,

come nella preistoria d 'un suo ritratto

ov' e' ferma l'immagine sua esile

e sorride alla memoria

ancora, di la' dai giorni perduti.

Da: Luna santa luna,1974

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FELICE MASTROIANNI
 
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