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NAZIM HIKMET
La biografia

Nazim Hikmet
"Poeta Turco"
(1902-1963)

Nazim Hikmet

Nazim Hikmet è nato a Salonicco nel 1902, da Hikmet bey, capo dell'ufficio stampa del governo Giovane-Turco di Talat bey, e di Aiscé Jelilé, pittrice, coltissima e, a quanto si dice, la più bella donna della Turchia di allora. Il nonno paterno, Nazim. pascià, fu governatore di varie province, ma anche scrittore e poeta in lingua ottomana, vale a dire in una lingua, come scrive Hikmet stesso, in cui la maggior parte delle parole erano arabe o persiane. Il nonno materno , figlio di un nobile polacco, era militare di carriera, ma anche filologo e storico.Nell'insieme un clima molto favorevole, se non addirittura ideale, alla nascita di un poeta.

Dopo il liceo a Istanbul, Hikmet passò all'Accademia di marina, e già scriveva poesie. Pubblicò per la prima volta a diciassette anni in una rivista. A diciotto anni Nazim lasciò l'Accademia e scappò in Anatolia, dove si svolgeva la guerra di liberazione guidata dal nazionalista Mustafà Kemal, e fece il maestro di scuola.

Nel 1921, appena diciannovenne, abbandonò il partito kemalista. Aveva scoperto i testi di Marx e la rivoluzione sovietica, e decise di emigrare: andò a Mosca e si iscrisse all'Università comunista dei lavoratori d'Oriente.
Incontrò Lenin, conobbe Esenin e Majakovskij ( che ebbe su di lui un influsso importante).Frequenta l’università a Mosca, attratto dalla Rivoluzione Russa e dalle sue promesse di giustizia sociale ove, vi rimase per sette anni, tornando in patria solo per un periodo tra il 1924 e il 1925, quando organizzò una tipografia a Smirne, viene arrestato, colpevole di collaborare con una rivista di sinistra. Costretto a rifugiarsi a Mosca, solo nel 1928 Hikmet rientrò di nuovo, clandestinamente, in Turchia. Intanto cominciavano ad uscire numerosi i suoi libri. La sua posizione politica, però, non piaceva affatto al governo, anticomunista, tanto che nel 1938, dopo varie altre condanne e detenzioni ( con accuse di propaganda comunista e di complotto contro il governo), venne processato e condannato a 28 anni di carcere. Ne scontò 12 (in una prigione dell'Anatolia), nel corso dei quali fu colpito nel 1943 da un primo infarto.

È Pablo Neruda a raccontare come l’amico Hikmet viene trattato durante la sua prigionia “…accusato di aver tentato di incitare l’esercito turco alla ribellione, Nazim è stato condannato alle punizioni più terribili. Mi ha detto che è stato costretto a camminare sul ponte di una nave fino a non sentirsi troppo debole per rimanere in piedi, quindi lo hanno legato in una latrina dove gli escrementi arrivavano a mezzo metro sopra il pavimento… Il mio fratello poeta ha sentito le sue forze mancare: i miei aguzzini vogliono vedermi soffrire. Resiste con orgoglio. Comincia a cantare, all’inizio la sua voce è bassa, poi sempre più alta fino ad urlare. Ha cantato tutte le canzoni, tutti i poemi d’amore che riesce a ricordare, i suoi stessi versi, le ballate d’amore dei contadini, gli inni di battaglia della gente comune. Ha cantato qualsiasi cosa che la sua mente ricordasse. E così ha vinto i suoi torturatori.”

Nel 1949, a Parigi, una commissione internazionale della quale fanno parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean Paul Sartre, si batte per la liberazione di Hikmet.

uscì nel 1950, con l'aura di martire e d'intellettuale di spicco nell'ambito della cultura comunista internazionale. A favorire la scarcerazione fu Tristan Tzara a capo di un gruppo di artisti e intellettuali. Rimase per qualche mese ad Istanbul, strettamente controllato dalla polizia.
Ben presto la sua persecuzione ricomincia più spietata che mai. Simone de Beauvoir ricorda gli eventi di quei giorni “Mi raccontò come nell’anno successivo alla sua liberazione subì due attentati, con le macchine, nelle vie di Istanbul. In seguito provarono a costringerlo a fare il servizio militare nella frontiera russa: aveva quasi cinquant’anni.
Costretto ad espatriare a Mosca. Il governo turco nega il permesso alla moglie ed al figlio di seguirlo. Durante il suo esilio ha il secondo attacco di cuore. Nonostante le sue condizioni di salute continua a lavorare duramente, visitando non solo l’Europa dell’Est ma Roma, Parigi, L’Avana, Pechino. Privato della cittadinanza turca nel 1959 sceglie di diventare cittadino polacco. Nello stesso anno si sposa per la terza volta. Nel 1961 compì un viaggio a Cuba.Venne più volte anche in Italia. Il 3 giugno 1963 morì a Mosca colpito da un infarto.

È nel 2002, in occasione del centenario della sua nascita, il governo turco restituirà al grande poeta Nazim Hikmet (scomparso nel '63) la cittadinanza che gli era stata ritirata nel 1951, un anno dopo la sua scelta di trasferirsi in Unione Sovietica, in esilio, e dopo la condanna a 28 anni di carcere inflittagli dal presidente Kemal Ataturk.
L'iniziativa del governo fa seguito alla petizione di oltre mezzo milione di cittadini.
Nazim Hikmet è uno dei più grandi poeti del ventesimo secolo, le sue opere sono state tradotte in più di cinquanta lingue.

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NAZIM HIKMET
 
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