Monsignor Sandri officierà la preghiera mariana
in San Pietro
Giovanni Paolo II seguirà dalla sua stanza al
policlinico Gemelli
Il Papa continua a migliorare
ma salta l'Angelus dopo 26 anni
In Vaticano fiducia sul "positivo decorso post
operatorio"
La visita di Casini: "C'è un clima di serenità
e speranza"
Veglia di preghiera a San Giovanni Rotondo
ROMA - Un Angelus a piazza San Pietro senza Giovanni
Paolo II: è la prima volta in quasi 27 anni di
pontificato. Non accadeva dal lontano 16 ottobre 1978,
giorno della sua elezione, che la preghiera mariana
della domenica non avrà come protagonista Karol
Wojtyla. Il pontefice seguirà dalla sua stanza
al decimo piano del policlinico Gemelli le parole e
la benedizione recitate per suo conto sul sagrato della
basilica vaticana da monsignor Leonardo Sandri, sostituto
alla segreteria di Stato.
Sarà questo il simbolo più evidente dell'attuale
fragilità fisica del Papa, che mai finora aveva
rinunciato a parlare o a fare una breve benedizione,
anche nel corso dei suoi ricoveri al Gemelli: come dopo
l'attentato del 13 maggio 1981, o dopo l'operazione
di asportazione di un tumore benigno nel 1992, o come
domenica 6 febbraio, dopo la crisi respiratoria. Sulle
condizioni generali di salute del Pontefice c'è
comunque "fiducia", come anche sul "positivo
decorso post operatorio" come dicono dal Vaticano,
e si rimanda al prossimo bollettino medico che sarà
diramato lunedì alle ore 12.30 dal portavoce
Vaticano Joaquin Navarro Valls.
E' stato proprio lui, oggi, a indicare con una dichiarazione
le modalità della preghiera di domani: '''Il
Santo Padre si unirà alla recita dell'Angelus
dalla sua stanza del policlinico Gemelli". La formula
"si unirà" fa presumere che Giovanni
Paolo II non si affaccerà neppure alla finestra
della sua stanza d'ospedale, magari per benedire con
un gesto, come invece fece il 6 febbraio durante il
suo precedente ricovero. Anche se non manca chi si aspetta
almeno di vedere il Papa, seduto e in preghiera, attraverso
i vetri della sua stanza. Ipotesi che tecnicamente sarebbe
possibile, considerato che Wojtyla è normalmente
in posizione seduta.
E' facile intuire che i dottori abbiano sconsigliato
al Papa una apparizione pubblica, per motivi precauzionali:
evitare che prenda freddo, proteggerlo dal rischio di
contrarre infezioni, pericolo più concreto vista
la ferita alla gola dopo la tracheotomia. E tale rischio
potrebbe aver sconsigliato la stessa presenza di monsignor
Sandri e dei tecnici radiotelevisivi nella stanza papale.
Il fatto di non vedere il volto di Papa Wojtyla alimenterà
inevitabilmente l'ansia sulle sue condizioni di salute,
che tengono con il fiato sospeso l'opinione pubblica,
non solo cattolica, di tutto mondo.
A quasi 85 anni e indebolito dal Parkinson - che gli
impedisce di camminare e tra l'altro lo costringe a
una postura del capo che ha ricadute sui muscoli della
respirazione - il Papa è infatti in una condizione
di estrema fragilità fisica: non è chiaro
quanto dovrà restare in ospedale, né in
quali condizioni sarà dimesso. Molti interrogativi,
poi, riguardano la possibilità che, dopo il silenzio
imposto dai medici a causa dell'intervento, il paziente
ritorni effettivamente a parlare. Soprattutto questo
problema innesca da tempo un dibattito tra i cattolici
sul fatto se si possa fare il Papa senza parlare.
I canonisti rispondono positivamente e ieri il portavoce
vaticano ha tenuto a sottolineare che, appena riacquistata
lucidità dopo gli effetti dell'anestesia, Giovanni
Paolo II ha voluto un foglio per manifestare per iscritto
il suo pensiero. Proprio sui bigliettini che vengono
usati per comunicare c'è l'attenzione di alcuni
media, che da tutto il mondo continuano ad assediare
il Gemelli e il Vaticano: magari per pubblicare il foglietto
scritto appena uscito dalla sala operatoria, come ha
detto ieri Navarro Valls, con la dedica alla Madonna
"Tutus Tuus".
(26 febbraio 2005)
Vedi la sezione dedicata al
Santo Padre
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