17/05/2005
Ideato da alcuni game designer per protestare contro
la legge sulla fecondazione assistita. Ed è subito
boom
Embrioni in fuga sul display
Quando il videogioco fa politica
di ALESSANDRO LONGO
ROMA - Un videogioco italiano, disponibile gratis in Internet,
per protestare contro la legge 40 sulla fecondazione assistita.
L'ha ideato il 10 maggio Molle Industria, un gruppo di game
designer che in questi mesi è finito spesso sulle pagine
dei giornali, noto per avere pubblicato giochi caratterizzati
da una forte venatura politica. E ora quest'ultima provocazione
con 'Embrioni in Fuga', scaricato già da 5.000 utenti
nelle prime 24 ore. Lo scopo è "invitare il pubblico
a votare sì al referendum che si terrà tra il
12 e il 13 giugno, in modo da bloccare questa legge oscurantista,
che sta ostacolando la ricerca sulle cellule staminali",
spiega a Repubblica.it Paolo Pedercini, portavoce di Molle
Industria.
'Embrioni in Fuga' ha il valore di un manifesto politico,
ma è anche a tutti gli effetti un gioco, dinamico e
divertente. È un po' puzzle game e un po' gioco su
piattaforme: la protagonista, una ricercatrice, salta, sposta
oggetti, muove leve per risolvere gli enigmi che, di livello
in livello, diventano via via più difficili. Lo scopo
è permettere ad alcuni embrioni che rimbalzano nello
schermo di raggiungere sani e salvi la meta (il laboratorio),
spianando loro il percorso dagli ostacoli. Il tutto sembra
svolgersi in una caverna.
Molle Industria immagina che sarà questo il futuro,
se la legge 40 non sarà bloccata: "I ricercatori
sono ormai costretti a vivere nelle catacombe braccati da
clero e burocrazia. Ma la dottoressa Betty non si dà
per vinta...", si legge infatti sul loro sito.
I nemici del giocatore sono un prete, che giunge le mani
e biascica "ora pro nobis", cercando di fare del
male a Betty; e un burocrate, che saltando mira a schiacciare
gli embrioni. Chiaro il riferimento all'alleanza che, nella
visione di Molle Industria, ci sarebbe stata tra clero e centro-destra
per promuovere la legge sulla fecondazione assistita.
Il gioco segna anche un passo avanti nella produzione di
Molle Industria: "E' il nostro primo gioco open source:
gli utenti ne possono scaricare il codice sorgente e modificarlo,
per creare nuovi livelli o versioni ambientate in scenari
diversi", dice Pedercini. E', anche questa, una scelta
di parte: a favore della libera circolazione delle idee e
dei prodotti dell'ingegno (la cosiddetta filosofia del "copyleft",
opposta al copyright).
Anche altri giochi di Molle Industria contengono un messaggio
politico. "Tuboflex", per esempio, è una
protesta contro il precariato e il lavoro flessibile. I giochi
di maggiore successo sono stati scaricati centinaia di migliaia
di volte, finora. "Però solo con 'Embrioni in
Fuga' abbiamo voluto esprimere il nostro pensiero in modo
esplicito. La ragione è che quella legge riguarda tutti,
non soltanto una fascia della popolazione. Ha una portata
biopolitica: tocca la vita, il ruolo della donna nella società...".
Molle Industria non si identifica con un partito, ma simpatizza
per le idee e i filosofi che hanno ispirato buona parte della
sinistra antagonista sessantottina: "Foucalt, Toni Negri,
Deleuze e Guattari. Questi ultimi sono citati in un gioco
dedicato alla pluralità dei sessi. Inoltre ci sentiamo
vicini ai movimenti dei precari, alle post femministe. Quest'ultimo
gioco è dedicato proprio a un gruppo post femminista
e cyber femminista: Contrazione, attivo a Bologna".
Ma i videogame sono un mezzo adatto a divulgare con efficacia
messaggi politici e filosofici? La gente è abituata
a vederli come i media dell'intrattenimento fine a se stesso;
presterà attenzione ai contenuti sottesi o si limiterà
a giocare a tempo perso? "Un videogioco serve allo scopo,
perché raggiunge un vasto pubblico, anche fette di
popolazione a cui altri media non riescono a parlare. Soprattutto
i giovani, che magari non sanno nemmeno di questa legge perché
non leggono i giornali. Con questo gioco li si invita alla
riflessione. È un mezzo potente, a maggior ragione
poiché è su Internet: si può diffondere
in modo virale, tra gli utenti, passando di mano in mano e
di sito in sito. Anche altri portali lo possono pubblicare
liberamente, infatti".
La redazione di megghy.com
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