Compie 15 anni il pioniere dei "cannocchiali"
spaziali
E arrivano i suoi potentissimi "eredi" per esplorare
l'universo
"Il Big Bang non avrà più segreti"
dopo Hubble, i mega telescopi
di LUIGI BIGNAMI
ROMA - Domani l'Hubble Space Telescope compie 15 anni di
attività. Quindici anni che sono valsi secoli di storia
dell'astronomia. Hubble, infatti, è riuscito ad osservare
le galassie più lontane, ha gettato il suo occhio in
prossimità dei mostri dell'Universo, quali i buchi
neri o le supernove (le stelle che esplodono) e ha permesso
di osservare il mutare delle stagioni sulla superficie dei
pianeti del nostro sistema solare. Ora soffre di acciacchi
per l'età e se non si interverrà nell'arco di
due anni con una missione di astronauti finirà per
bruciare nell'atmosfera. Ma nonostante ciò, negli ultimi
mesi ha fotografato la più lontana galassia mai osservata
nell'Universo. Se ne sta a 13 miliardi di anni luce dalla
Terra. Praticamente si trova ai confini del tempo e dello
spazio, visto che la nascita del cosmo era avvenuta "solo"
750 milioni di anni prima. Sulla lastra fotografica compare
come un grosso punto luminoso, ma agli astronomi non basta
per addentrarsi nei suoi misteri. Essi, infatti, vogliono
capire com'erano fatte le stelle di allora, desiderano conoscere
cosa c'era tra un astro e l'altro, insomma vorrebbero dati
che permettano di comprendere cosa avveniva quando l'Universo
da "infante" si trasformava in "Universo-bambino".
E per questo ci vogliono telescopi molto più potenti,
in grado di catturare la più debole luce emessa dai
più lontani oggetti dell'Universo.
In questi giorni sono state messe le sue basi di un progetto
che potrebbe soddisfare queste esigenze. Esso propone la costruzione
di un telescopio da 100 metri di diametro che sarebbe in grado
di vedere un fiammifero acceso sulla Luna. "Quando l'ho
proposto mi hanno scambiato per un pazzo, ma ora ci credono
un po' tutti", spiega Roberto Gilmozzi, Direttore dell'Osservatorio
di Paranal in Cile e principale responsabile del progetto.
L'Overwhelmingly Large Telescope o Owl (Gufo), avrà
uno specchio che sarà il risultato di 3.048 specchi
esagonali, larghi 1,6 m, montati gli uni a fianco degli altri.
Con questo telescopio si potranno osservare oggetti un milione
di volte più deboli di quelli attualmente alla portata
dei più grandi telescopi. L'Owl sarà anche in
grado di catturare la luce dei pianeti che ruotano attorno
ad altre stelle e persino studiarne la loro atmosfera. Unico
problema, il costo, che è stimato attorno a un miliardo
e 200 milioni di euro.
Nel frattempo si studiano anche telescopi da 40 e 50 metri.
Anche se di dimensioni dimezzate rispetto ad Owl, le loro
capacità sono 200 volte superiori a quelle del più
potente telescopio oggi esistente. Sta anche per nascere il
progetto Darwin, dell'Agenzia Spaziale Europea. Si tratta
di un grappolo di 6 strumenti dal diametro di 1,5 m che verranno
posti a 1.500.000 km dalla Terra. I 6 telescopi combineranno
i loro singoli segnali per produrne uno solo ad altissima
risoluzione. Darwin analizzerà l'atmosfera dei pianeti
extrasolari, per cercare gli indizi di eventuali forme di
vita.
E il telescopio Hubble avrà un degno successore? La
Nasa sta studiando l'NGST (Next Generation Space Telescope).
Avrà uno specchio da 8 metri di diametro per osservare
oggetti ancora più vicini al Big Bang. Intanto si progettano
telescopi per studiare le esplosioni delle stelle. Il Glast
(Gamma Ray Large Area Space Telescope) è uno di questi
telescopi, alla cui costruzione è impegnata anche l'Italia:
scandaglierà il cielo a caccia di radiazioni gamma,
ancor più potenti dei raggi X.
(23 aprile 2005)
Fonte notizia www.repubblica.it
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