Star Wars, rivive R2-D2
"Robot dall'aria amichevole"
Prototipo all'università di Pisa. Quasi un clone del
personaggio. Cammina, emette suoni e cerca di sfuggire a Darth
Vader di C. MORGOGLIONE /
Il prototipo realizzato dall'università di Pisa è
quasi un clone
del personaggio. "Volevamo un robot-servo dall'aria amichevole"
Star Wars, ricercatori italiani
creano un "vero" droide R2-D2
Il modello presentato a Livorno all'anteprima di Episodio
III
Cammina, emette suoni e cerca di sfuggire a Darth Vader
di CLAUDIA MORGOGLIONE
Il prototipo di robot realizzato a Pisa
ROMA - Negli stessi mesi in cui George Lucas girava le spettacolari
sequenze-clou di Episodio III - La vendetta dei Sith, qualcun
altro, a migliaia di chilometri di distanza, lavorava sulla
mitologia Star wars. Parliamo di un team di ricercatori che
fa capo alla facoltà di informatica di Pisa, e che
ha progettato, costruito e ultimato un prototipo di robot
interamente ispirato a uno degli eroi della saga: il piccolo,
buffo, fedele droide R2-D2. Quell'ammasso di metallo bianco
e blu che ricorda un barattolo, e che, insieme al collega
umanoide e logorroico C-3PO, è uno dei segreti del
successo di Guerre stellari.
E così adesso, dopo tanto impegno da parte di una
ventina tra tecnici e scienziati - ma con uno "zoccolo
duro" di sole cinque-sei persone - la versione italiana
e supertecnologica di R2-D2 viene presentata il 19 maggio,
nel corso dell'anteprima del film che si svolgerà presso
il multisala Medusa di Livorno.
Proprio così: nello stesso giorno in cui, al Warner
Moderno di Roma, personaggi dello spettacolo e della politica
assistono alla ben più patinata anteprima vip, alla
presenza di alcuni protagonisti (Hayden Christensen, Ian McDiarmid
e il produttore Rick McCallum), nella città toscana
i fan possono "consolarsi" assistendo, dal vivo,
alla performance del robot made in Italy. Che cammina proprio
come il personaggio del film, e che come lui - all'apparire
di un uomo col costume del cattivo Darth Vader, con tanto
di spada laser rossa - tenta in tutti modi sfuggirgli, emettendo
i caratteristici suoni un po' strani.
Ma non c'è solo un elemento di curiosità, nella
creazione dei ricercatori di Pisa. Perché in realtà
dietro a questo simil-droide c'è la volontà
di realizzare un cosiddetto "robot-servo" (capace
cioè di aiutare l'uomo nelle attività più
disparate) con un'interfaccia amichevole. Con cui, cioè,
una persona abbia facilità a comunicare e interagire.
E cosa meglio di un eroe che a 28 anni dalla sua prima apparizione
ha fatto ridere e sognare gli spettatori di diverse generazioni,
con la sua presenza in tutti e sei i film della saga?
A insistere su questo aspetto è uno dei ricercatori
più coinvolti nel progetto, Diego Colombo. Che - insieme
ai colleghi Antonio Cisternino, Giorgio Ennas, Roberto Ricci,
Luca Alessi e Maria Epiro, e sotto la direzione del professor
Vincenzo Ambriola - ha dedicato un anno di vita alla costruzione
di questo strano macchinario: "E' stata una gran fatica,
ma anche un divertimento - racconta - abbiamo lavorato con
la collaborazione di docenti in ingegneria meccanica e di
tecnici, e con un finanziamento della Microsoft Research.
Il nostro budget era di circa 50 mila euro".
E il risultato, come mostrano le fotografie, è un
robot che ricorda tantissimo il suo modello. Variano solo
i colori e l'altezza, maggiore di circa 30 centrimetri: "Il
nostro è di circa un metro e mezzo - spiega Colombo
- perché, per interagire con gli esseri umani, il suo
occhio (una telecamera, ndr) non poteva essere posizionato
troppo in basso".
Ma vediamo di descrivere un po' meglio questo "figlioccio"
italiano del mitico R2-D2. "Il nostro scopo - dice ancora
Colombo - era capire che succede se a un computer vengono
date delle 'gambe', cioè delle ruote, per camminare.
E così abbiamo creato questo oggetto discretamente
semplice dal punto di vista meccanico, che ha in sé
una rete wireless, un'interfaccia blue tooth, e connessioni
standard a un pc tramire normali prese usb". E non basta:
per poter interagire nello spazio, il robot ha sensori a infrarossi
e a ultrasuoni per capire l'ambiente in cui si trova; ha una
telecamera che gli permette di analizzare la visione, e di
riconoscere forme, oggetti e volti (ad esempio è stato
programmato per riconoscere le spade laser di Star Wars);
e ha due microfoni per comandi vocali, per emettere suoni
(tra cui quelli, buffi e particolarissimi, tipici di R2-D2)
e per localizzare la posizione di chi parla.
Insomma, un barattolone che cammina come il modello - con
un movimento a due o a tre gambe, proprio come nei film di
Lucas. E che, secondo i ricercatori di Pisa, può essere
programmato per un utilizzo nei musei, o negli ospedali. O
perfino, in prospettiva futura, nelle case. Del resto non
è la prima volta che per creare robot-servi ci si ispira,
per rendere il loro aspetto più familiare, a film di
successo: ad esempio è stato recentemente presentato
un prototipo svizzero che, nella parte superiore, ricorda
molto Johnny 5, la macchina di Corto Circuito. Così
come i giapponesi, all'avanguardia in questo settore, spesso
si rifanno alla loro tradizione di robot-cartoon.
Tornando qui in Italia, invece, c'è da dire che una
dimostrazione del prototipo italiano R2-D2 è prevista,
presso il multisala Medusa di Livorno, alle 22.15 e 23.40
di giovedì 19 maggio, e alle 19.15 e 22.10 di venerdì
20 maggio. Il dipartimento di Informatica sarà presente
presso il cinema con uno stand, a partire dalle 16 del 19.
(18 maggio 2005) la repubblica
Fonte notizia www.repubblica.it
La redazione di megghy.com
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