WASHINGTON, 22
Non ha alcuna possibilità di essere "recuperata"
ad una vita "normale". Quindi, Terri Schiavo deve
morire. È questa, secondo le prime informazioni, l'assurda
e agghiacciante motivazione con la quale, oggi, il giudice
della Corte distrettuale di Tampa (Florida), James Whittemore,
ha respinto il ricorso presentato dai genitori della donna
che si trova in stato vegetativo da 15 anni e alla quale,
venerdì scorso, era stata staccata la sonda dell'alimentazione.
Per permettere ai genitori di Terri di salvare la figlia,
il cui sostentamento attraverso un tubo era stato sospeso
per ordine della magistratura locale, il Congresso aveva approvato
a tempo di record un disegno di legge che permetteva di ricorrere
alla giustizia federale. Ma il giudice Whittemore ha deciso
che la vita di Terri non vale la pena di essere vissuta, condannando
al tempo stesso la donna ad una morte atroce: la morte per
fame e per sete. In fondo, il destino di Terri non appare
dissimile a quello di tanti uomini e donne che negli Stati
Uniti vengono condannati a morte per i loro crimini. Ma Terri
non ha commesso nessun crimine, se non quello di essere "inutile"
agli occhi di una società incapace di apprezzare e
difendere il dono della vita. Di ogni vita.
23 Marzo 2005
fonte: L'Osservatore Romano
|