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91. INNO A S. ROCCO
O Rocco ascoltaci noi fra i perigli godiamo essere sempre tuoi
figli. sempre protetti per tua mercé.
RIT. O Rocco santo prega per me(2v.)
Grande prodigio in terra nato da croce rossa eri segnato. Il buon
Gesù per lui ti fé. RIT.
E per l’Italia da pellegrino percorri l’aspro lungo
cammino. Esule in terra ricorro a te. RIT.
Preso da peste abbandonato, da un cane fosti rifocillato. Novella
prova Iddio ti die. RIT. . .
Tornato in patria carcere duro fu tuo retaggio giaciglio oscuro.
Ma un angiol santo gloria ti fé. RIT.
Fra gli appestati consolatore, anime e corpi porti al Signore,
col segno santo di nostra fé. RIT.
Quei che di peste saran colpiti, per Rocco eccelso saran guariti.
La città nostra ricorre a te. RIT.
92. S. ROCCO
Pieno d’amor , di giubilo, o Rocco il santo, il forte; inno
di gloria sciolgansi dalla celeste corte e a lui gli osanna suonino
del popolo devoto, per l’opre sue mirabili che in terra
ei compì.
O rocco santo aiutaci de l’alma nei perigli, Rocco beato
vigila di Roccaforte i figli; fa che seguendo il tramite de l’alte
tue virtù, teco all’eterna gloria veniamo e con Gesù
pieno d’ardor serafico pel Dio tre volte santo; tutti sdegnò
gli effimeri beni di vol del pianto. E tutto amor pel prossimo
pene dolor soffrendo, se stesso offrì qual vittima per
la salvezza lor. O Rocco aiutaci dell’alma nei perigli,
Rocco beato vigila di Roccaforte i figli.
93. FIORE SBOCCIATO
Fiore sbocciato sulla dura terra, tutto olezzante di celeste ardor.
Il tuo profumo che ora allieta i cieli soavemente ci pervade il
cuor.
Luce d’amore sulla terra anela torna a brillar dall’eternità.
L’ora a noi triste nell’esilio scorre, dona la gioia
della carità.
Di terra in terra con il tuo bordone peregrinando senza mai posar.
L’egro languente sul tuo cuor stringesti salute e vita a
lui per ridonar.
L’Italia madre d’ogni santo ardire , vide i prodigi
della tua pietà. Finché piegasti al male che infieriva
vittima santa della carità.
Noi ti imploriamo con ardente fede patrono eccelso santo protettor
sui corpi affranti e le anime languenti scenda il prodigio tuo
rinnovator.
94. CANZONE DI SAN DAMIANO
Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con amore ed umiltà,
potrà costruirlo. Se con fede tu saprai, vivere umilmente,
più felice tu sarai , anche senza niente. Se vorrai ogni
giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra alto arriverai.
Nella vita semplice troverai la strada che la calma donerà
al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi. Dai e dai
ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra alto
arriverai.
Vivi puro e libero, non avere fretta, con la gioia, un grande
amore, questo è ciò che conta. Se vorrai...
95. FOZA VENITE GENTE
RIT. Forza venite gente che in piazza si va, un grande spettacolo
c’è, Francesco al padre la roba ridà.
Rendimi tutti i soldi che hai.
Eccoli i tuoi soldi tieni padre sono i tuoi, eccoti la giubba
di velluto se la vuoi, non mi serve nulla con un saio me ne andrò,
eccoti le scarpe solo i piedi mi terrò. Butto via il passato
il nome che mi hai dato tu, nudo come un verme non ti devo niente
più.
Non avrà più casa, più famiglia non avrà.
Ora avrò soltanto un padre che si chiama Dio.RIT.
Figlio degenerato che sei.
Non avrai più casa, più famiglia non avrai, non
sai più chi eri ma sai quello che sarai.
Figlio della strada, vagabondo sono io, col destino in tasca ora
il mondo è tutto mio. Ora sarò un uomo perché
libero sarò, ora sono ricco perché niente più
vorrò.
Nella tua bisaccia pane, fame e poesia. Fiori di speranza segneranno
la mia via.
RIT. Forza venite gente che in piazza si va, un grande spettacolo
c’è, Francesco ha scelto la sua libertà.
Figlio degenerato che sei (2v.)
Ora sarai diverso da noi.
96. VOLARE, VOLARE
E il sole uscì color cinese, e il suo ventaglio al cielo
aprì, e in quel fantastico paese, Francesco dentro un quadro
naif. E tutto il cielo è sceso in terra e uccelli a frotte
ai piedi miei. Buon giorno piccoli fratelli felicità della
tribù di Dio.
RIT. E volare, volare, volare, volare, noi siamo l’allegria,
e volare..., leggero il cuore sia, e volare..., chi ha piume volerà.
E come a tanti fraticelli, a gufi e passeri parlò, attraversate
monti e valli, e dite al mondo quello che dirò.
97. VENTIQUATTRO PIEDI SIAMO
Andiamo, andiamo ventiquattro piedi siamo. Andiamo, andiamo, con
un solo cuore andiamo. Andiamo, andiamo, da messer lo Papa andiamo.
Chiediamo la mano di Madonna povertà.
RIT. Regola uno, noi chiediamo il permesso di possedere mai nessun
possesso. Regola due noi chiediamo licenza di far l’amore
con sora pazienza.
Regola tre, considerare fratelli, i fiori, i lupi, gli usignoli,
gli agnelli. Per nostro tetto noi vogliamo le stelle, per nostro
pane, strade e libertà.
Andiamo, andiamo, figli della strada siamo. Andiamo, andiamo come
cani sciolti andiamo. Andiamo, andiamo, con le scarpe degli indiani.
Chiediamo la mano di Madonna povertà. RIT.
Regola tre, portare un cuore giocondo fino ai confini dei confini
del mondo. Acqua, sorgente per i nostri pensieri, per nostro pane
strade e libertà.
Andiamo andiamo ventiquattro piedi siamo. Andiamo, andiamo per
la nostra strada andiamo (3v).
98. PERFETTA LETIZIA
Frate Leone, agnello del Signore, per quanto possa un frate sull’acqua
camminare. Sanare gli ammalati o vincere ogni male, o far vedere
i ciechi e i morti camminare.
Frate Leone, pecorella del Signore, per quanto possa un santo
frate parlare ai pesci e agli animali e possa ammansire i lupi
e farli amici come cani, per quanto possa lui svelare che cosa
ci darà il domani... Tu scrivi che questa non è
:
RIT. Perfetta letizia (3v), ah, ah.
Frate Leone, agnello del Signore, per quanto possa un frate parlare
tanto bene, da far capire i sordi e convertire i ladri, per quanto
anche all’inferno lui possa far cristiani. Tu scrivi che
questa non è: RIT.
Se in mezzo a frate inverno, tra neve, freddo e vento, stasera
arriveremo a casa e busseremo giù al portone, bagnati,
stanchi ed affamati, ci scambieranno per due ladri. Ci scacceranno
come cani, ci prenderanno a bastonate e al freddo toccherà
aspettare con sora notte e sora fame. E se sapremo pazientare,
bagnati, stanchi e bastonati, pensando che così Dio vuole
e il male trasformarlo in bene. Tu scrivi che... questa è:
RIT.
99. LA POVERTA’
Quando quel giorno Francesco verrà, io voglio dirgli così:
“dimmi se sono la tua povertà, io che son povera
qui”. A Francesco quel giorno dirò: “tu lo
sai che ricchezza non ho. Pane e cielo io mangio con te, ma il
mio cuore leggero non è”. E lui Francesco mandato
da Dio, sul cuore mio piangerà.
“Che povertà”, gli dirò, “sono
io?”
E lui Francesco dirà: “povertà, povertà
non è Dio, se sarà come qui schiavitù. Pane
e cielo, sapore non ha, se il tuo pane non è libertà”.
Quando Francesco quel giorno verrà, ali di rondine avrò,
e su nel libero cielo con lui, io povertà volerò.
100. SEMPLICITA’
Semplicità, sorella mia, un pane tondo, un morso e via.
Semplicità... semplici.... semplicità.
Semplicità, sorella mia, un canestrello di fantasia, semplicità...
semplici... semplicità.Pensieri leggeri, piccini, un cuore
di grandi bambini, e cieli turchini negli occhi tuoi pieni di
semplicità.
Semplicità, sorella mia, semplicità che nulla vuoi,
che nulla prendi e tutto dai, semplici.... semplici...semplicità.
Belle stoffe ricche di gemme, oro, argento e zaffiri, fratello
diavolo vi da.
Io regalo tutto quanto: basta darmi l’anima e avrete la
felicità.
Nessuno, nessuno ti sente, noi siamo felici di niente, perché
semplicissimamente cantiamo la semplicità. Sorella mia
semplicità.
Il potere è con me, l’abbondanza, voluttà,
voluttà dolcissima con me.
Semplicità, sorella mia, un pane tondo, un morso e via,
semplicità.... semplici... semplicità. Semplicità,
semplicità, che nulla chiede e tutto dà, semplici...
semplicità.