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LUCIANA LITIZZETTO, E LE DONNE VERDURE
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Luciana Litizzetto e le donne-verdura


di Calogero Messina

C'è in giro il nuovo spettacolo teatrale di Luciana Littizzetto! Dispiace però comunicare che è prevista una sola data e che l'ingresso è riservato soltanto ai giornalisti: si tratta della conferenza stampa di presentazione del suo film Ravanello pallido che la comica torinese riesce a trasformare, inevitabilmente, in uno show inarrestabile di battute e gag.
Forse è proprio vero allora quello che dichiara con candida sincerità : “Ma io sono realmente così come mi vedete, anche fuori dalla TV, nella mia vita di tutti i giorni” per cui si supera immediatamente il piacevole stupore di trovarsi di fronte ad una vera donna “normale”... simpatica, estroversa, arguta ma così “normale” da essere quasi speciale!
Non deve avere incontrato quindi molte difficoltà a trasformarsi nella protagonista del suo film, Gemma Mirtilli, una donna normale ed in più depressa e che non crede in se stessa e che, come ci spiega la stessa Littizzetto con aria da “antropologa”, “ha lo charme di un fagiolo rampicante!” È pure vero che ha un fidanzato invertebrato (il lanciatissimo Neri Marcorè) ma è uno fissato con il biliardo, a cui dedica la maggior parte del suo tempo, e che gli amici chiamano “Mummia” per via della sua scarsa attitudine al dialogo. A Gemma che, ironia della sorte, lavora come segretaria in un'agenzia di top model, per cui è continuamente circondata da bellezze sfolgoranti ma vuote che aumentano il suo senso di inadeguatezza, tocca anche sopportare i soprusi del suo capo Claudio Pignatti (il gradito ritorno sul grande schermo di Massimo Venturiello) che la sfrutta impietosamente.
Ma come in tutte le belle favole anche a lei capita l'occasione della propria vita... non esattamente un rospo che si trasforma in un principe azzurro o una zucca in una sontuosa carrozza ma ben altro: senza affannarsi a diventare un cigno impara a vedere quanta bellezza sia racchiusa nella sua ordinaria normalità e scopre che così come se ne accorge lei stessa allo stesso tempo se ne accorgono gli altri.

E vissero tutti felici e contenti... e quest'aria d'allegria è percepibile a vista d'occhio dinanzi a tutto il cast riunito in occasione dell'incontro con la stampa, anche se è sempre la dirompente, tagliente ma “normalissima” Luciana Littizzetto a tenere banco.

Il personaggio che interpreta si chiama Gemma Mirtilli, il suo terzo libro l'ha intitolato Sola come un gambo di sedano così come il film Ravanello pallido: come mai questa sua predilezione per la frutta e gli ortaggi in genere?
“Pur non essendo una vegetariana, amo molto le verdure. E poi ho una strana e personalissima teoria: la categoria femminile è suddivisa in donne-fiore e donne-verdure. Le prime colpiscono per bellezza, sempre perfette ma destinate a sfiorire rapidamente. Le altre, invece, non colpiscono particolarmente per aspetto fisico, anzi, magari sono quel che si suol dire bruttine, ma come tutte le verdure sono quelle che danno più sapore alla vita. Ci sono le donne ravanello che sono incasinate, le finocchio cicciottelle, le sedano spettinate ma, come la patata dolce, resistono nel tempo e germogliano sempre”.

È difficile oggi per una donna fare la comica?
“Forse anni fa sì. Quando ho iniziato dodici anni fa, prima insegnavo musica alle scuole medie, non facevano neanche i provini alle donne perché si credeva che non facessero ridere. Per fortuna poi le cose sono cambiate e credo che oggi la sola differenza tra la comicità maschile e quella femminile sia solo una questione di sesso”.

Ma lei è invidiosa delle donne belle?
“Assolutamente no! E purtroppo non è neanche vero che tutte le donne belle siano delle stupide. Donne belle come la Stefanenko, la Marcuzzi o la Ventura sono anche ironiche, intelligenti e duttili. Il vero problema delle belle è che non danno loro la possibilità di fare altro se non le belle statuine. Comunque le deficienti ci sono sempre: come quella stangona che ho incontrato una volta in una sala trucco e che si lamentava dei suoi occhi “pesanti”. La truccatrice le porge un flaconcino di collirio dicendole: “Prendi questa camomilla”. Non ci crederete ma la stangona se l'è bevuto tutto d'un sorso”.

Come ha vissuto, dal momento che è stata coinvolta in prima persona, la disfatta del “La 7”?
“L'ho presa molto male. Non c'è stata data la possibilità di sperimentare, di lavorare in una zona franca dove poter respirare e lavorare senza pensare troppo ai numeri dell'audience. Progetti per il futuro? Posso soltanto dire che finalmente, l'altro ieri, sono riuscita a fare i peperoni sott'olio!”

Cosa si aspetta dal film?
“Non so. Io ce l'ho messa tutta. Se poi va male.. .quando a scuola prendevo brutti voti tornavo a casa e dicevo: Mamma, ho preso cinque. Ma vero che basta la salute?”

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