Questionari a scuola e garanzie per alunni e genitori
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Newsletter 11 - 24 aprile 2005
Questionari a scuola e garanzie per alunni e genitori
Il Garante blocca la pubblicazione di una tesi di laurea perché
i dati erano stai raccolti in modo illecito
Bloccati dal Garante per trattamento illecito di dati personali
alcuni risultati di una ricerca universitaria, svolta in una
scuola elementare e riportati in una tesi di laurea in via
di pubblicazione. Gli alunni, e di conseguenza i genitori,
non erano stati informati né degli scopi dell'iniziativa,
né del fatto che la loro partecipazione era facoltativa
e non obbligatoria.
Il provvedimento di blocco adottato alcune settimane or sono
dall'Autorità (della quale è stato di recente
nominato presidente Francesco Pizzetti) riguarda le informazioni
personali, in alcuni casi anche sensibili, raccolte tramite
questionari sottoposti ad alcuni alunni delle elementari o
elaborate nelle varie fasi della ricerca, con esclusione dei
dati aggregati e anonimi. A seguito del provvedimento l'Università,
titolare della ricerca, non ha potuto utilizzare più
queste informazioni dovendo limitarsi alla sola conservazione.
La vicenda ha inizio quando i genitori di un alunno delle
scuole elementari hanno saputo che il figlio di sette anni
ha partecipato, a loro insaputa, ad una ricerca sulla rappresentazione
sociale del maltrattamento infantile. La rilevazione, autorizzata
dal dirigente dell'istituto scolastico, ha coinvolto gli alunni
di alcune classi elementari ai quali una laureanda ha sottoposto
questionari a risposta multipla e vignette. La ricerca ha
comportato il trattamento di diverse informazioni (sesso,
età, classe e scuola frequentata, mese ed anno di nascita)
e pur non comprendendo il nome e il cognome degli alunni che
vi hanno preso parte, permette, visto il ristretto ambito
di indagine e grazie alla loro interazione, una agevole identificazione.
Diversi minori, inoltre, hanno inserito la data di nascita
completa (giorno, mese ed anno) rendendo ancora più
semplice la loro identificabilità. Alcune delle informazioni
richieste, infine, erano riconducibili alla nozione di dato
sensibile in quanto idonee a rivelare aspetti della sfera
psico-fisica dei genitori.
Procedura illegittima e possibile violazione della privacy
secondo i genitori dell'alunno, i quali si sono correttamente
rivolti all'Università, lamentando anzitutto di non
essere stati informati della ricerca e di non aver manifestato
il loro consenso alla partecipazione, chiedendo poi di accedere
ai dati personali contenuti nei questionari compilati dal
figlio e opponendosi infine al loro ulteriore trattamento.
Insoddisfatti della risposta ricevuta hanno presentato ricorso
al Garante.
Dal canto suo l'università, nel sostenere legittimità
del proprio operato, ha dichiarato di non poter consentire
l'accesso dei genitori ai questionari del figlio non conoscendo
i dati anagrafici dei minori sottoposti alle prove. Il trattamento
dei dati personali poi, secondo l'ente, era avvenuto nell'esercizio
delle proprie funzioni istituzionali e solo dopo il consenso
del dirigente scolastico.
Il Garante ha invece ritenuto illecito il trattamento dei
dati personali e, a tutela dei soggetti coinvolti, ne ha disposto
il blocco. Per poter svolgere legittimamente la rilevazione,
infatti, l'università, operando per finalità
di ricerca, avrebbe dovuto informare correttamente i genitori
degli scopi dell'iniziativa e del fatto che la partecipazione
dei bambini era non obbligatoria, ma volontaria. L'università
ha quindi posto in essere un trattamento illecito di dati
personali e per questo motivo le informazioni raccolte non
sono utilizzabili.
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