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E’ incredibile! ! !
forse addirittura paradossale…
Alla fine diremo grazie agli autori dei
disastri finanziari più recenti se, a distanza
di quasi mezzo secolo, potremo tutti apprezzare una
buona legge per la “Tutela del risparmio”,
in aderenza alla volontà dei Padri Costituenti
(*).
Il collasso finanziario di alcuni, fra
i più importanti colossi alimentari nazionali,
ha indubbiamente minato in modo significativo la fiducia
degli investitori, soprattutto quelli non istituzionali,
quale appunto il risparmiatore comune.
Acquistare oggi una partecipazione in
un capitale di rischio, ovvero sottoscrivere delle obbligazioni
è diventato un gioco d’azzardo, salvo affidarsi
alla sorte se si crede in San Gennaro.
Allo stato, in presenza di proposte di investimento,
spesso approssimative e lacunose formulate dal mondo
bancario e finanziario, da controlli evanescenti e scritture
contabili neanche verosimili, la garanzia di solvibilità
di un’impresa, sia pure quotata nell’euromercato,
può diventare una vera scommessa.
Il Disegno di Legge tanto atteso dall’azienda
Italia, sembra orientato a stroncare, in primo luogo,
endemici interessi fra loro in conflitto, da molti indicati
fra le cause principali dei citati disastri finanziari
che tanto danno hanno arrecato al mondo dei piccoli
risparmiatori (1).
La diagnosi non può essere diversa, se pensiamo
alla collaudata inefficienza della catena dei controlli
contemplati dalla vigente legislazione, a cominciare
dal Collegio Sindacale, per continuare con le Società
di Revisione e finire agli Organi Istituzionali.
Lo stesso Presidente della Commissione Nazionale per
la Società e la Borsa (CONSOB), nel corso della
lettura nelle Aule Parlamentari della Relazione di rito
per l’anno 2003, commentando i citati scandali,
con riferimento alle banche, ebbe testualmente ad affermare:
“”I potenziali conflitti tra i diversi
interessi possono portare gli intermediari a incentivare
collocamenti obbligazionari da parte di società
o gruppi nei confronti dei quali non ritengono di incrementare
la propria esposizione.””
Ciò detto, se è vero che
l’esperienza insegna, siamo tutti fiduciosi dei
contenuti della nuova disciplina normativa, sicuramente
capace se non a sconfiggere definitivamente il malaffare,
almeno a contenerlo.
E’ con tale spirito che, come comune cittadino,
voglio fare una preghiera ai nostri illustri Rappresentanti,
affinché:
1. i componenti del Collegio
Sindacale, alla stregua degli amministratori, rispondano
in sede penale ed amministrativa delle loro interessate
inerzie e consapevoli omissioni (2);
2. aumentare il regime
delle incompatibilità sui componenti il citato
Organo di Controllo (strada peraltro già avviata
con la recente riforma del diritto societario a proposito
del professionista nominato sindaco nella stessa azienda
che cura la contabilità), ovvero delle Società
di Revisione;
3. introdurre l’obbligo
di una preliminare approvazione da parte di apposito
Ufficio, da allocarsi nell’ambito della nuova
“Autorità per la tutela del risparmio”,
per la promozione e vendita di prodotti finanziari,
al fine di scongiurare l’uso indebito di acronimi
in tutto simili a quelli utilizzati dai “Titoli
pubblici”, la cui confusione è risultata
mortale al piccolo risparmiatore (pensiamo ai cc.dd.
strutturati BTP Index, BTP Tel, BTP equità, CTZ
equità, BOT Strike 2002 etc.);
4. estendere agli Intermediari
che partecipano al collocamento sul mercato delle obbligazioni
emesse dalle imprese (anche diversificandone l’entità
con quelle quotate in Borsa), la stessa responsabilità
degli emittenti per eventuali insolvenze o danni all’investitore.
Nelle more di vedere il Testo definitivo,
auspico uno sforzo collettivo del “comune sentire”
(che il Codice Penale chiama “FEDE PUBBLICA”),
volto a trascurare, una volta tanto, quel “buonismo”
che spesso ci assale in misura direttamente proporzionale
alla lungaggine dei processi.
Di fronte alle gravi responsabilità emerse in
capo agli autori degli scandali, peraltro rei confessi,
possiamo limitarci a sperare una prevalenza significativa
delle “aggravanti” per una condanna “senza
se e senza ma”.
Bari, 26 gennaio 2005
Si ringrazia Giovanni Falcone per la collaborazione.
giovannifalcone@excite.it
(*) Art. 47 Costituzione
“ La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio
in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla
l’esercizio del credito. Favorisce l'accesso del
risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione,
alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto
e indiretto investimento azionario nei grandi complessi
produttivi del Paese”.
(1)
La vicenda “Parmalat”, le tante verità
di un disastro
(2)
Il Collegio Sindacale nel nuovo Diritto Societario
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