Riceviamo e, con piacere, pubblichiamo, l'articolo,
del signor Giovanni Falcone.
Ci teniamo a precisare che il contenuto é opinione
personale dell'autore.
Per scelta, la linea editoriale del sito, si esime,
dal prendere posizione o esprimere opinioni, che possano,
lambire la sfera politica. Quindi per correttezza, publichiamo
un altro articolo, di posizione
diversa, per ció che riguarda la giornalista
Giuliana Sgrena.
( 09/03/2005) La redazione di megghy.com
Le “recite” di un ostaggio
Con il passare dei giorni, la vicenda “SGRENA”,
va assumendo contorni sempre meno nobili, suscitando,
in tutti noi, penso, un profondo senso di malessere.
Nella immediatezza del sequestro, l’opinione
pubblica, i media e soprattutto l’Istituzione,
ha cercato in ogni modo di raggiungere un risultato
soddisfacente, tutti protesi a salvare la sfortunata
giornalista.
Ricordo bene, insieme a voi, il pianto ed il disperato
grido di aiuto rivolto dalla Signora SGRENA nel messaggio
televisivo durante la prigionia e diffuso in tutto il
mondo.
E’ stato un filmato struggente e spietato, fui
decisamente spaventato dalla crudeltà dei rapitori.
L’occasione, ci indusse a pensare, ancora una
volta, a quel grande Paese ancora oggi martoriato dal
terrorismo islamico che è l’Irak.
E’ un “terrorismo” da qualcuno considerato
“resistenza” all’occupazione straniera.
Se così è, non si comprendono i quotidiani
e gravi attentati rivolti verso la popolazione civile
irakena che, al contrario, con il coraggio dimostrato
alle recenti elezioni, ha inteso urlare al mondo intero
la sua voglia di libertà e voltare pagina dopo
mezzo secolo ad ogni sorta di tirannia.
La libertà costa cara. Gli italiani lo sanno
bene, soprattutto la generazione che ci ha preceduto.
E’ per questo che dobbiamo essere orgogliosi dell’operato
delle nostre Forze Armate che da tempo, si stanno prodigando
per aiutare il popolo irakeno nella difficile opera
di ricostruzione.
Oggi, dopo il grande sforzo che la nostra Istituzione,
senza ideologia o rimpianti di sorta, ha fatto per ottenere
la liberazione dell’ostaggio, con il tragico e
fatale incidente che ha visto cadere il valoroso e compianto
Nicola CALIPARI, leggo che la sopravvissuta ai tagliatori
di teste, rivolgendosi a questi ultimi, candidamente
afferma: “Non li ho mai sentiti come miei nemici”.
Di fronte a tali farneticanti ed assurde dichiarazioni,
devo pensare, come tanti italiani, che il suo soggiorno
in Irak sia stata una vacanza e che durante il disperato
appello televisivo, “recitava”. Se così
è, come sembra essere, complimenti, è
stata davvero brava!! È riuscita a farmi piangere,
tradendo i miei sentimenti di profonda solidarietà.
Mi ha preso in giro.
A questo punto ormai, gentile connazionale, visto che
forse, la sua salvezza è anche il frutto di un
mio involontario contributo, la prego, smetta di recitare,
se non vuole farlo per i vivi, lo faccia almeno per
i morti, a cominciare da Nassirya e finire ai giorni
nostri.
E’ anche grazie a quei caduti, che oggi e, spero
per sempre, lei come tanti altri che la pensano al suo
stesso modo, avete la libertà di ripetere, liberamente,
“10, 100, 1000 Nassirya”. Noi alla libertà
ci teniamo, non solo alla nostra, teniamo alla sua e
a quella del popolo irakeno, e per questo siamo disposti
a tutto, sono moderatamente ottimista che almeno questo
lo abbia capito.
Noi infatti, siamo da questa parte, dove stanno tutti
i caduti, a cominciare dagli americani, esattamente
dove sta colui che le ha salvato la vita, anche se forse,
non la pensava come lei.
Grazie Signora SGRENA. Lo spettacolo è finito.
Bari, 09 marzo 2005
giovannifalcone@excite.it
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