A leggere le prime risultanze investigative divulgate dalla
stampa e riguardanti le recenti e, per fortuna fallite scalate
bancarie nazionali, resto senza parole.
Si scopre, pur senza la osannata collaborazione promessa dal rampante banchiere
dei miracoli (1), ormai al capolinea delle sue scorribande criminali, la presenza
di numerose "cassette di sicurezza" utilizzate negli anni per allocare parte
dell'enorme tesoro alimentato dai continui approvigionamenti dai conti ed in
danno dei risparmiatori.
In proposito, si parla anche di un "Canaletto", del valore di oltre dieci milioni
di euro, utile ad impreziosire l'intero malloppo, provvisoriamente depositato
all'interno del caveau dell'Istituto di credito.
E' proprio vero: "L'arte non è acqua".
La Cassetta di sicurezza, per definizione è un servizio
offerto dalle banche alla clientela per custodire valori,
documenti e quant'altro che normalmente il cliente non è in
grado di custodire all'interno della propria abitazione.
Il banchiere, invece, avrebbe impunemente utilizzato il
servizio per trasferire, occultare e dissimulare i proventi
delle reiterate appropriazioni, delle false fatturazioni
di costi fittizi, dei falsi in bilancio e del riciclaggio
di denaro avente le origini più svariate - meno che
lecito - ottenuto con la collaborazione dei tanti complici
esecutivi e ben consapevoli del malaffare.
La circostanza è incredibile. Vero è che agli
scandali finanziari ci stiamo abituando; da qualche anno
non si parla più di mafia, di scippi. Sembra la moda
del momento, uno dopo l'altro, tanto da non apparire opportuno
neanche citarli per paura di dimenticarne qualcuno.
Pensiamo per un attimo, se per sciagura, non fosse intervenuta
la Magistratura, ove banchieri di tal fatta, con i timbri
e le autorizzazioni necessarie avessero proseguito e conservato
la italianità del nostro sistema creditizio. D'altronde
era cosa fatta. L'Istituzione si era pronunciata, in una
notte d'estate. Sappiamo bene come è andata. Abbiamo
ascoltato dalla viva voce dei protagonisti, dai custodi dei
nostri risparmi..
Alla fine dobbiamo ritenerci fortunati. Grazie
ai giudici, un gravissimo pericolo è stato sventato.
E' stato un regalo impagabile fatto a tutti gli italiani
onesti che vivono con il proprio lavoro e che in qualche
caso fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Questo è stato
il più bel regalo di Natale che gli italiani potessero
sperare.
A questo punto, tuttavia, qualche domanda possiamo provare
a porcela. Dov'è l'inghippo? Perché accorgersi
di tanto malcostume solo a distanza di anni e solo in conseguenza
del tintinnio delle manette?
Solo per esigenze di chiarezza, in conclusione, voglio ricordare
che le norme, come al solito, ci sono, in qualche caso sono
addirittura troppe. Il vero problema è che vengono
disattese, nessuno le osserva, i controlli interni ed esterni,
privati o pubblici fanno acqua. Non esiste l'Internal Auditing, il
collegio sindacale, la società di revisione, per finire
all'Istituzione che, per definizione, deve tutelare
l'interesse della collettività, dell'anonimo risparmiatore.
Basta leggere, ogni tanto, a tempo perso, le Istruzioni
Operative per l'individuazione delle Operazioni Sospette
contenute nel Decalogo della Banca d'Italia che, relativamente
agli indici di anomalia, testualmente, fra l'altro recita:
""" 5.4 Ripetuti utilizzi di cassette di sicurezza o di
servizi di custodia o frequenti depositi e ritiri di plichi
sigillati, non giustificati dall'attività o
dalle abitudini del cliente
5.5. Rilascio di deleghe a operare su cassette di sicurezza
a terzi non facenti parte del nucleo familiare o non legati
da rapporti di collaborazione o di altro tipo idonei a giustificare
tale rilascio."""
Intanto, godiamoci questo Santo Natale, ricordandoci
dello scampato pericolo. Siamo nati con la camicia, siamo
veramente fortunati.
Al peggio non c'è mai fine.
Bari, Natale 2005
info@giovannifalcone.it
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