L’arte della truffa negli aiuti al mezzogiorno
A giudicare dai risultati, l’amato Principe partenopeo
De Curtis, in arte “TOTO’”, non avrebbe
sicuramente saputo fare meglio.
Leggo in questi giorni sulla stampa nazionale che, nel solo
salento della mia operosa regione Puglia, negli ultimi due
anni, sono stati illecitamente percepiti oltre 30 milioni
di euro (circa 60 miliardi delle vecchie lire), per iniziative
imprenditoriali esistenti solo sulla carta. Industrie fantasma,
macchinari nuovi solo in apparenza, strutture alberghiere
esistenti solo sul plastico. L’unica cosa certa è
rappresentata dal fiume di denaro erogato dalla Pubblica Amministrazione,
cioè da tutti noi che, con le nostre tasse, contribuiamo
senza colpe a questo ladrocinio permanente.
La legge, per carità, è fatta bene. La sola
488/1992, volendo citare solo una delle numerose leggi nazionali
o regionali che si occupano di aiutare il Mezzogiorno, non
a crescere, beninteso, ma semplicemente a nascere. Perché,
a distanza di tanti anni, qui al sud non è ancora nato
un bel niente (1); il divario con il resto del Paese appare
in tutta la sua drammaticità, con un tasso di occupazione
in aumento, con una criminalità che non da tregua.
Molti imprenditori, o presunti tali, vengono dal nord, pianificano
un “Business plain”, che consiste in un piano
d’impresa corredato da uno studio di fattibilità,
spaziando nei settori più disparati, dall’industria
al turismo, dai servizi all’edilizia e, ottenuta l’autorizzazione
dal Ministero dell’Industria ed Attività Produttive,
riscuotono il “malloppo” alla presentazione dei
vari Stati di Avanzamento Lavori (S.A.L.) e arrivederci e
grazie.
Abbiamo scherzato, non se ne fa più niente.
Il paradosso più evidente, per esprimere un sentire
comune abbastanza diffuso è: COM E’ POSSIBILE
PENSARE AD AIUTARE IL PRIVATO IN INIZIATIVE IMPRENDITORIALI,
SE NON PRIMA REALIZZARE INNANZITUTTO LE GRANDI OPERE DI INTERESSE
COLLETTIVO?
Così facendo, per come tutti possiamo constatare,
il sud rimane quello che era e continua ad essere: rete idrica
risalente alla prima grande guerra, viabilità da terzo
mondo, infrastrutture aeroportuali insufficienti ed obsolete
etc..
Mi spiego meglio con un esempio estremo per rendere il concetto:
“E’ come dire che voglio realizzare una bellissima
villa sulla neve del Monte Bianco, senza pensare alle opere
di urbanizzazione”.
Le finalità sono lungimiranti per la crescita socio
economica del territorio. L’impresa, in quanto tale,
porta occupazione, ricchezza e benessere per le comunità
locali. Purtroppo, nelle vicende che qui ci occupano, abbiamo
visto che il processo è esattamente inverso: si parte
dalle enormi risorse finanziarie generosamente elargite in
conto capitale per finire all’arte della truffa.
2
Dobbiamo sviluppare una politica tale da indurre l’impresa
del nord a preferire l’investimento nel Mezzogiorno
in alternativa ad una delocalizzazione in atto a favore di
aree geografiche dell’Est europeo, ove la mano d’opera
è quasi regalata e la tassazione è modesta
Proviamo a immaginare qualche rimedio. In primo luogo bisognerebbe
privilegiare la realizzazione delle grandi opere pubbliche
infrastrutturali, in modo da indurre l’imprenditoria
sana del Paese a investire nel Mezzogiorno.
Contemporaneamente, lo Stato deve riappropriarsi del controllo
del territorio, isolando il grave fenomeno della criminalità
organizzata che, attraverso l’usura e l’estorsione,
soffoca la libera iniziativa imprenditoriale (2).
Inoltre, per favorire gli investimenti ed avviare le necessarie
iniziative produttive, i finanziamenti non devono essere a
fondo perduto, bensì in conto interessi da restituire
secondo un piano di ammortamento prestabilito.
In tal modo, si costringerebbe il privato ad investire capitali
propri e, forse, senza neanche volerlo, si terrebbero alla
larga quegli imprenditori ormai specializzati unicamente nell’ARTE
DELLA TRUFFA.
Mi permetto infine di suggerire un ultimo dettaglio all’On.le
Ministro dell’Industria. Nelle Commissioni di valutazione
degli “Stati di Avanzamento Lavori”, ci metta
anche un Ufficiale della Guardia di Finanza, vedrà
che le truffe diminuiranno sensibilmente.
In proposito voglio ricordare una esperienza già vissuta
dal nostro Paese, allorquando per controllare il fenomeno
del “Riconoscimento dello stato di invalidità”
ed ottenere la conseguente gratifica economica pubblica, l’INPS
si rivolse alle Commissioni Medico Ospedaliere degli Ospedali
Militari.
Le invalidità si ridussero di oltre il 50%. E’
stato un successo. Proviamo a ripetere l’esperimento,
chissà, forse andrà meglio.
Buon lavoro Signor Ministro.
Bari, 27 novembre 2004
giovannifalcone@excite.it
giovanni falcone
(1)
I “DESTINATARI”
DEGLI AIUTI AL MEZZOGIORNO
(2)
CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
E REPRESSIONE, COSCIENZA CIVILE E PREVENZIONE
Si ringrazia Giovanni Falcone per la collaborazione.
giovannifalcone@excite.it
Altri
contributi dello stesso autore |