Con la recente sentenza di assoluzione emessa da un Giudice
del Tribunale di Milano contro alcuni extracomunitari accusati
di “Terrorismo internazionale”, personalmente,
ma ho ragione di credere gran parte dell’opinione pubblica,
è rimasta quantomeno disorientata.
Ovviamente parlo del sentire comune che accompagna ognuno
di noi nella vita di tutti i giorni, posto che, soprattutto
dopo il gravissimo attentato dell’11 settembre 2001
alle Torri gemelle di New York, la nostra comune sensibilità
è decisamente aumentata.
Il Terrorismo che stiamo imparando a conoscere negli ultimi
anni a livello planetario, secondo una interpretazione della
religione musulmana, rientra nel più ampio progetto
di Jihad, concretamente attuata attraverso una strategia violenta,
in danno di tutto il mondo occidentale considerato “infedele”.
Le risultanze investigative e processuali rese pubbliche
dagli organi di stampa, hanno documentato le ipotesi accusatorie,
provate da intercettazione telefoniche, ovvero ammesse da
alcuni componenti la stessa organizzazione, quali:
• Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
in Italia e verso altri Stati;
• Il procacciamento di falsi documenti di identità
per i componenti dell’organizzazione;
• Il reclutamento di una pluralità di persone
da inserire nell’associazione ed eventualmente da inviare
nei campi di addestramento ubicati in Iraq;
• L’invio dei militanti nelle “zone di guerra”
a sostegno delle attività terroristiche ivi progettate
ed eseguite contro il “nemico infedele”;
• La raccolta dei finanziamenti per il raggiungimento
degli scopi;
• Il proselitismo effettuato anche nei luoghi di culto
e in appartamenti, attraverso video, cassette, documenti propagandistici
e sermoni incitanti al terrorismo e sacrificio personale in
azioni suicide destinate a colpire il nemico “infedele”;
• La predisposizione di tutti i mezzi necessari per
l’attuazione del programma criminoso dell’associazione
e per il sostegno ai “fratelli” ovunque operanti.
Di fronte a gente così decisa ed organizzata a perseguire
simili obiettivi, resto decisamente impressionato.
Tale disagio, viene fortunatamente attenuato dalla immensa
fiducia che, come comune cittadino, nutro nell’opera
di prevenzione svolta dai nostri Servizi e dalle Forze dell’Ordine.
Resto alla fine “terrorizzato” dal giudizio di
assoluzione emesso dalla nostra Magistratura che, invocando
autonomia ad ogni piè sospinto, in qualche caso dimentica
che il Legislatore, nel riscrivere quella parte del Codice
Penale (Artt.270, 270bis e ter), forse ha voluto interpretare
proprio quel sentire comune, oggi così fortemente vilipeso,
attribuendo la qualifica di “patrioti” a imputati
di tal fatta.
Bari, 03 febbraio 2003
Si ringrazia Giovanni Falcone per la collaborazione.
giovannifalcone@excite.it
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