Fra i provvedimenti annunciati dal Governo, caratterizzanti
i contenuti del dibattito parlamentare appena avviato e volto
all’approvazione del più importante documento
economico del Paese, si registra la presenza dei “Comuni”
nella lotta alla evasione fiscale.
Tali Enti territoriali, per come delineato nella stessa Legge
Finanziaria, saranno incoraggiati a fornire tale “collaborazione”,
potendo incassare il 30% delle somme recuperate.
E’ un accorgimento, questo, tanto semplice quanto efficace.
Lo dico con assoluta convinzione, avendo direttamente vissuto,
nella mia passata veste di appartenente alla Guardia di Finanza,
numerose esperienze di servizio che confermano la validità
di una simile iniziativa.
Infatti, per la ricerca degli evasori, quale Comandante di
un Reparto del Corpo, chiedevo periodicamente agli Uffici
annonari comunali l’elenco aggiornato delle Licenze
di esercizio al “Commercio ambulante, in forma fissa
e itinerante”, operative sul territorio, per le quali
veniva regolarmente corrisposta la Tassa di Concessione Governativa
su base annua.
Ottenuto tale elenco, iniziavano le sorprese. Si individuavano
numerosi soggetti che non avevano mai presentato Dichiarazioni
fiscali tanto ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto
che ai fini della imposizione diretta e, meno che mai, avevano
istituito la prescritta contabilità.
In qualche caso, paradossalmente, non avevano neanche richiesto
la Partita IVA al competente Ufficio delle entrate.
Perché succedeva tutto questo? La risposta è
molto semplice. L’Amministrazione comunale non aveva
alcun “interesse” alla verifica, sia pure minimale,
di tali importati adempimenti fiscali perché ritenuti
di competenza dell’Amministrazione centrale.
Si pensi che, all’interno dei Mercati rionali (ortofrutticoli,
abbigliamento e quant’altro), il Vigile Urbano, sistematicamente,
è solito verificare l’avvenuto pagamento della
sola Tassa di occupazione del suolo pubblico da parte del
Titolare della Licenza di esercizio al commercio ambulante,
senza notare, nel contempo, la totale assenza del “Registratore
di cassa”.
Analoghe “sorprese” giungevano dagli Uffici Tecnici
Comunali (UTC), in presenza di esame delle Dichiarazioni di
Inizio Attività (DIA) effettuati dal contribuente in
conseguenza di una Concessione edilizia già rilasciata,
ovvero di una mera ristrutturazione.
Anche in questi casi, si riscontrava l’assenza di emissione
del documento fiscale (Fattura) da parte dell’impresa
commissionaria dei lavori edilizi (ristrutturazione), ovvero
una generale sottofatturazione per costruzioni ex novo, tutte
finalizzate alla sottrazione di imponibile alla tassazione
diretta ed indiretta.
Qualcuno obietterà che trattasi della evasione spicciola.
Se ciò è vero ove assunta singolarmente, è
altrettanto vero che trattasi di un fenomeno estremamente
diffuso e parcellizzato che, nella sua interezza raggiunge
sicuramente soglie di assoluta rilevanza, mutuando il detto
del compianto principe De Curtis, in arte Totò: “
E’ la somma che fa il totale”.
Per concludere, cari amici, voglio rivolgermi a quegli amministratori
locali che minacciano di spegnere il “lampioni”
della illuminazione pubblica, adducendo i presunti tagli apportati
da questa Finanziaria, per dire loro che, forse senza neanche
saperlo, il vero tesoro sta nel 30% degli introiti recuperabili
dalla lotta all’evasione fiscale.
Insieme, si può…
Bari, 04 ottobre 2005
giovannifalcone@excite.it
____________________
Altri
contributi dello stesso autore |