I nostri antenati, reduci e in qualche caso protagonisti involontari
di terribili eventi bellici, erano soliti ripetere: “La
necessità, aguzza l’ingegno”.
Ciò è assolutamente vero. Voglio solo ricordare
che, sovente, le più grandi invenzioni si sono registrate
in tempo di guerra (dalla catapulta di medioevale memoria,
allo sfruttamento dell’atomo nell’infausto ventennio
del nazifascismo).
Oggi, per ragioni diverse, non per questo meno drammatiche,
stiamo attraversando una grave crisi economica, ove l’intera
Europa è in difficoltà con l’Azienda Italia
addirittura in recessione (crescita negativa cioè meno
dello zero).
Di fronte ad un mercato libero e globalizzato, non siamo
competitivi, la produzione cala, calano i consumi, l’economia
annaspa. Il consumatore, in presenza di una gamma infinita
di offerta (pur con qualche eccezione per alcuni settori monopolistici
duri a morire, come quello dell’energia e non solo..),
profittando della sua ”Libertà”, fa la
sua scelta, non sempre conforme ad un campanilismo nazionale.
Ricordo in negativo quando sulle nostre strade vedevamo solo
macchine “Fiat”. Non è un’era che
personalmente rimpiango.
Molti ritengono che la causa principale della crisi contingente,
peraltro a livello europeo, vada in gran parte ricercata nell’invasione
del “Made in China”.
Sia la Germania che la Francia corrono ai ripari, proponendo
alla Commissione Europea misure protezionistiche, tornando
ai “dazi” di nefasta memoria che tante guerre,
non solo commerciali, hanno provocato.
La nostra Banca d’Italia, dal canto suo, sta tentando
l’impossibile per conservare e proteggere con malcelato
orgoglio nazionale, l’italianità del nostro sistema
creditizio.
Faccio fatica ad intravedere qualche beneficio, soprattutto
nel medio e lungo termine. Ma tant’è, ognuno
si difende come può, in spregio alla concorrenza che,
al contrario, come la storia insegna, potrebbe realmente rappresentare
l’unico antidoto efficace, alimentando un circolo virtuoso
per migliorare il rapporto qualità – prezzo ad
esclusivo beneficio dei consumatori.
Alla “Paura della Libertà”, quale può
essere l’alternativa?
Provo ad elencare qualche priorità:
• Investendo nella ricerca, magari accentrando sinergicamente
le forze a livello europeo per ottimizzare i risultati (vedi
USA, ove spendendo la metà dell’Europa, sono
mediamente venti anni avanti…);
• Ridurre la burocrazia, migliorando la qualità
dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione;
• Realizzare le infrastrutture, soprattutto nei trasporti
(aeroporti), essendo il nostro Mezzogiorno ad alta vocazione
turistica (è un bene che ci ha dato madre natura, il
merito non è nostro);
• Valorizziamo il patrimonio artistico ed archeologico,
essendo considerato, il nostro Paese, un museo a cielo aperto
(per esempio, offrendo l’ingresso gratuito nei Musei
per ogni settimana di vacanza sul territorio nazionale, ad
esclusivo giovamento dell’indotto);
• Aumentiamo il controllo del territorio, anche retribuendo
meglio le Forze dell’Ordine (soprattutto nel Mezzogiorno),
per un più efficace contrasto alla criminalità
organizzata;
• Contrastare con metodi più efficaci l’evasione
fiscale, che ancora adesso rappresenta la vera palla al piede
di questo Paese, per l’assenza di risorse necessarie
per uno sviluppo equo e solidale (diamo gli strumenti normativi
alla Guardia di Finanza per consentirgli di sapere dove cercare,
modificando le c.d. “Fonti d’innesco”!!!).
La “Libertà”, non è solo una parola,
è qualcosa di più, di unico: “Non abbiate
paura” (di Karol Wojtyla).
Bari, 24 maggio 2005
giovannifalcone@excite.it
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