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"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione." (Piero Calamandrei)

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MARCO PERPIGLIA
La Spiga di Grano e il Sole

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La Spiga di Grano e il Sole (Documentario su Marco Perpiglia e sulla moglie Giuseppina Russo)

Pellicola prodotta da Aspromonte Liberamente in coll. con I.C.S.A.I.C., Regia Maurizio Marzolla, è un percorso che ricostruisce la storia di Marco Perpiglia detto “Pietro” e della sua compagna Giuseppina Russo, entrambi calabresi, originari di Roccaforte del Greco, protagonisti delle pagine più importanti della storia della prima metà del Novecento. Partito a 20 anni da Roccaforte, insieme a Peppina, Marco entra come ebanista all’arsenale di La Spezia, mentre la sua compagna lavora allo jutificio della Montecatini. Sono gli anni della repressione fascista in Italia e Marco, che milita clandestinamente nel PCI, è costretto a scappare verso le frontiere francesi. A Marsiglia entra in contatto con le organizzazioni dei volontari delle Brigate Internazionali, si unisce a loro e attraversa la frontiera con la Spagna. Qui diviene commissario politico della XII Brigata Internazionale Garibaldi e combatte sui fronti di Brunete, Huesca, Estremadura e sull’Ebbro, dove viene ferito alla gola. Le grandi democrazie europee voltano le spalle alla Spagna repubblicana e la vittoria franchista è consacrata dal ritiro delle Brigate Internazionali nei primi mesi del ’39. I volontari internazionali vengono deportati nei campi di prigionia allestiti dal governo filofascista di Petain. Marco attraverserà i campi di St.Cyprien, Gurs e Vernét, consegnato infine alle autorità italiane sarà processato dal Tribunale Speciale e condannato a 5 anni di confino all’isola di Ventotene. Il 25 luglio del ’43 cade il Governo Fascista di Mussolini e i prigionieri politici rientrano dal confino. A La Spezia, dove raggiunge la sua compagna, Marco riprende l’attività clandestina col PCI, fino a quando, braccato dai fascisti che perquisiscono più volte la sua abitazione, comincia la lotta partigiana. Sarà uno dei fondatori della Brigata Centocroci e svolgerà fino al 25 aprile la funzione di ispettore del Partito Comunista della IV Zona Operativa ligure. Intanto anche Giuseppina intraprende la lotta di resistenza ed entra nella Brigata Gramsci. All’indomani della Liberazione, il nome di Marco Perpiglia, membro del CLNP Spezzino, sarà proposto per la carica di Prefetto e, alle prime elezioni, il PCI gli offrirà la candidatura al Senato. Marco rifiuta entrambe le offerte e sceglie di rientrare in Calabria per ricostruire la Camera del Lavoro di Reggio. Tornato a La Spezia dopo alcuni mesi riprende l’attività politica e sindacale e perde il lavoro insieme a centinaia di altri operai nell’ondata di licenziamenti del ’52; declina inoltre l’offerta di riassunzione a lui indirizzata dal Ministro degli Interni Pacciardi, di cui era stato commissario politico in Spagna, in quanto provvedimento poco corretto nei confronti degli altri lavoratori. Ricopre ancora per pochi mesi un ruolo politico all’interno del Partito Comunista e nel ’62 decide con la moglie di tornare in Calabria. Il rientro a Roccaforte coincide con la fine della militanza politica più attiva, e Marco si trova spesso su posizioni anche molto distanti da quelle dei dirigenti calabresi del PCI. Giuseppina si ammala e le stesse condizioni di Marco subiscono un peggioramento, determinando una progressiva perdita di autonomia. Marco “Pietro” Perpiglia era un combattente per la libertà e la sua coerenza lo porta fino alla scelta finale del suicidio, il 23 ottobre del 1983. Giuseppina, chiusa nel proprio silenzio, morirà nove anni dopo.

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